
Con la sua galleria, fondata nel 1969, de Franchis ha saputo promuovere con rigore, sensibilità e indipendenza l’arte contemporanea per oltre mezzo secolo
Un nuovo grave lutto colpisce il mondo dell’arte contemporanea italiana. Una notizia che non avremmo mai voluto dare. All’età di 82 anni è scomparsa a Verona Hélène de Franchis, fondatrice e storica animatrice della galleria Studio la Città. Una figura centrale della scena italiana e internazionale, una intellettuale visionaria che ha saputo promuovere con rigore, sensibilità e indipendenza l’arte contemporanea per oltre mezzo secolo. Nata a Verona nel 1943, Helene de Franchis ha fondato la sua attività nel 1969, in un momento in cui la scena artistica italiana viveva una stagione di straordinaria energia.
Con uno sguardo rivolto tanto all’Italia quanto all’estero, ha saputo costruire nel tempo un ponte tra artisti emergenti e contesti istituzionali, tra sperimentazione e attenzione al mercato, senza mai cedere a compromessi. Ha lavorato con artisti italiani di primo piano – tra cui Lucio Fontana, Mario Schifano, Giulio Paolini, Giuseppe Uncini, Franco Passalacqua – ma ha anche avuto un ruolo cruciale nell’introduzione in Italia di grandi nomi della scena internazionale. Come Joseph Kosuth, Donald Judd, Lawrence Carroll, Gabriele Basilico, Hiroyuki Masuyama.
Intelligenza, rischio e bellezza
Fondata nel 1969, Studio la Città nasce come uno spazio di resistenza culturale nel cuore di Verona, in un’epoca in cui la provincia italiana era ancora periferica rispetto ai grandi centri dell’arte. Negli anni ’80 e ’90, la galleria diventa un punto di riferimento per il minimalismo, la fotografia concettuale e le pratiche artistiche transmediali. La scelta di spostare la galleria, nel 1999, in uno spazio industriale riconvertito alla periferia della città, segna una svolta radicale. L’arte entra in dialogo con l’architettura e con la luce, in un contesto che richiama il modello delle grandi gallerie internazionali.

Questo spazio ha accolto centinaia di mostre di rilievo e progetti speciali, mantenendo sempre una forte identità culturale. La galleria ha partecipato con continuità a fiere internazionali – da Art Basel a MiArt, da Paris Photo a The Armory Show – contribuendo a far conoscere il lavoro degli artisti rappresentati nel mondo. Helene de Franchis lascia un’eredità che va oltre le opere esposte: lascia un metodo, una visione, una postura etica.
Il suo contributo alla diffusione della cultura visiva in Italia è stato costante e silenzioso, ma profondo. Il suo lavoro ha influenzato generazioni di galleristi, curatori e artisti, mostrando come l’arte possa essere un dialogo duraturo, mai una semplice vetrina. Nel salutarla, il mondo dell’arte perde una grande signora. Ma resta viva, nelle sale della galleria e nei percorsi degli artisti che ha sostenuto, la sua idea di arte come incontro tra intelligenza, rischio e bellezza.













