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“Schiaparelli: Fashion Becomes Art”: la “pioniera” della moda surrealista approda in UK

Elsa Schiaparelli (Roma, 1890 - Parigi, 1973)
Elsa Schiaparelli (Roma, 1890 – Parigi, 1973)
Non solo creare abiti, ma ridefinire l’idea stessa di moda. Di cosa potesse essere davvero la moda. Con linguaggio visivo, provocatorio, profondamente concettuale, Elsa Schiaparelli non vestiva solo corpi, ma pensieri. E ora, a 50 anni dalla sua scomparsa, il Victoria and Albert Museum le rende omaggio con “Schiaparelli: Fashion Becomes Art”, la prima grande retrospettiva a lei dedicata nel Regno Unito.

In mostra, dal 21 marzo al 1° novembre 2026, oltre 200 oggetti tra abiti, accessori, dipinti e fotografie che raccontano l’universo di una stilista che ha fatto della moda un atto poetico, un gesto di rottura, una sfida culturale. Un’artista, più che una couturière, capace di trasformare l’abito in visione.

Nata a Roma e fiorita nella Parigi delle avanguardie, Schiaparelli apre il suo atelier nel 1927. Ma fin da subito appare chiaro: la sua non è semplicemente moda. È arte portabile, pensiero surrealista cucito con ago e filo. Colori accesi, forme dissonanti, motivi trompe-l’œil, ironia visiva. Ogni collezione è una dichiarazione estetica. Ogni collaborazione, un esperimento tra discipline.

Ed è proprio il dialogo con il Surrealismo a costituire il cuore pulsante della mostra londinese. In esposizione ci saranno alcuni dei suoi capi più celebri, frutto di alleanze visionarie con artisti come Salvador Dalí, Jean Cocteau, Meret Oppenheim, Man Ray. Il Tears Dress, l’Abito Aragosta, il celebre Cappello Scarpa, il Cappotto-Vaso: tutti oggetti che sembrano usciti da un sogno – o da una tela – e che sfidano le convenzioni dell’abito come semplice ornamento.

Abito da sera e velo “Lacrime”, disegnato da Elsa Schiaparelli, febbraio 1938 per la Circus Collection, estate 1938. Tessuto disegnato da Salvador Dalí. Foto: © Victoria and Albert Museum, Londra.

“Il V&A ospita una delle più importanti collezioni di moda al mondo, inclusi rari pezzi di Schiaparelli”, ha dichiarato il direttore del museo Tristram Hunt. “La sua collaborazione con gli artisti e il suo spirito performativo ne fanno il soggetto perfetto per una mostra che unisce immaginazione e spettacolarità”.

Accanto agli abiti, saranno esposti dipinti e oggetti di grandi protagonisti del Novecento: da Picasso a Cocteau, da Cecil Beaton a Man Ray, creando un ritratto sfaccettato della scena culturale che ispirò Schiaparelli e che lei stessa contribuì a trasformare.

Una ribellione agli schemi rigidi dell’eleganza borghese. E quando si parla di “Maison”, si parla anche di eredità. Dopo decenni di silenzio, la casa Schiaparelli è tornata a vivere nel 2014. Oggi, sotto la direzione creativa dell’americano Daniel Roseberry, lo spirito di Elsa è più vivo che mai. In mostra anche alcune delle sue creazioni contemporanee, tra cui il collier-polmoni in ottone dorato indossato da Bella Hadid a Cannes, divenuto virale.

Schiaparelli di Daniel Roseberry. Abito lungo a tubino, collezione Matador Couture. Haute couture autunno-inverno 2021-2022. Patrimoine Schiaparelli, Parigi. Courtesy of Victoria & Albert Museum.

“Più mi rifaccio al suo lavoro, più migliora il mio”, ha dichiarato Roseberry. “La sua eredità è ancora un territorio da esplorare”. E forse è proprio questo il segreto dell’attualità di Schiaparelli: non ha mai cercato di seguire la moda, ma di riscriverne le regole.

E questa mostra celebra una figura che ha fatto della moda un atto di libertà creativa, un laboratorio aperto dove l’arte e la vita si fondono. Perché, in fondo, Elsa Schiaparelli ha insegnato che “moda” non significa solo indossare un abito, ma è farlo diventare idea, simbolo, dichiarazione. O meglio, farlo diventare vera e propria arte.

Cappotto lungo fino alla caviglia in jersey di seta nera con profili del viso che formano un vaso pieno di rose, Elsa Schiaparelli, Jean Cocteau e Lesage, Londra, 1937. Foto: © Victoria and Albert Museum, Londra.

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