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Cantadora apre a Roma con Taring Padi: una nuova galleria tra arte e politica

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Enrico Palmieri e Flavia Prestininzi. Credits: Martin Emanuel Palma.
Apre il prossimo 1 ottobre Cantadora, la nuova galleria d’arte contemporanea di Roma nata dall’incontro tra il gallerista Enrico Palmieri e la curatrice Flavia Prestininzi, che inaugura la propria attività con una mostra personale del collettivo indonesiano Taring Padi.

Il nome della galleria, Cantadora, evoca il termine castigliano per “cantastorie”, una voce tra le tante, ma allo stesso tempo richiama la figura leggendaria di Candida Mara, cantadora sarda vissuta tra Ottocento e Novecento, capace di trasformare la propria voce in memoria collettiva. L’intento dei fondatori è chiaro: creare uno spazio di accoglienza e risonanza per narrazioni plurali, un luogo in cui le storie possano essere raccolte, restituite e condivise attraverso le opere prodotte e rappresentate.

“Per noi che abbiamo costituito Cantadora – spiegano Enrico Palmieri e Flavia Prestininzi sarà una sfida entusiasmante restare fedeli alle premesse di cura immaginate in questa fase iniziale. Vogliamo rendere possibile l’esistenza di opere che si fanno racconto e affinché questo racconto, senza censura né limiti, possa essere uno strumento pubblico di resistenza”.

L’esperienza di Prestininzi, con un interesse profondo per il dialogo tra arte, ecologia e istanze politiche contemporanee, si intreccia con la lunga esperienza di Palmieri nel mercato dell’arte, dando vita a Cantadora come progetto distintivo per visione e posizionamento. Come sottolineano i due co-fondatori: “La galleria nasce per presentare lavori che condividano la nostra etica e sensibilità, una pratica consapevole, attenta ai processi, all’ambiente, alle relazioni e alle implicazioni politiche e sociali del fare artistico, sempre più spesso precario e fragile”.

Cantadora si propone come uno spazio aperto a linguaggi eterogenei, dove immaginare e sviluppare idee e strategie, costruire relazioni durature con artisti e artiste di diverse generazioni e provenienze, e favorire una riflessione sull’arte come pratica sociale e politica. La posizione stessa della galleria, in Piazza Galeria 7, contribuisce a questa vocazione: circondata da laboratori attivi, botteghe in disuso, studi condivisi di giovani artisti, uno spaccio alimentare e una carrozzeria, Cantadora si affaccia sul Parco dell’Appia Antica e sui resti dell’ex stabilimento chimico Socciarelli, edificio storico di tre piani costruito tra XIX e XX secolo come essiccatoio e conceria, oggi esempio di archeologia industriale che riporta alla memoria un passato produttivo riaffiorante nel presente urbano.

All’interno di questo progetto, il 30 settembre Cantadora, in collaborazione con il Max Planck Institute, presenta un talk pubblico dedicato al dialogo tra arte e politica. Un’iniziativa che anticipa e introduce la mostra del collettivo Taring Padi, il cui lavoro fonde da sempre pratica artistica e impegno socio-politico.

Fondato a Yogyakarta, in Indonesia, nel 1998 da un gruppo di studenti attivi nell’arte e nell’attivismo progressista, Taring Padi nasce in risposta ai profondi sconvolgimenti socio-politici successivi alla caduta del regime di Suharto, durante l’era della Riforma. La pratica artistica del collettivo è sempre stata strettamente legata all’azione socio-politica e culturale, basata sulla solidarietà con comunità e realtà sociali diverse. Le loro opere assumono forme collettive che includono manifesti xilografici, striscioni di grandi dimensioni, rontek (strumenti a percussione tradizionali), pupazzi di cartone, musica, carnevali e altre forme di arte partecipativa.

Nell’estate del 2022 Taring Padi ha partecipato alla quindicesima edizione di documenta con la mostra Bara Solidaritas / Flame of Solidarity, ripercorrendo oltre due decenni di artefatti legati all’azione politica diretta. La presentazione, a Kassel, in Germania, comprendeva oltre 1.000 marionette di cartone realizzate in collaborazione con comunità in Indonesia, Paesi Bassi, Germania, Stati Uniti e Australia, frutto di laboratori collettivi.

Nel 2023 il collettivo ha esposto al Framer Framed di Amsterdam con la mostra Tanah Merdeka / Liberated Land, includendo un grande banner creato in collaborazione con l’organizzazione ebraica della diaspora brasiliana Casa do Povo e il Movimento dei Lavoratori Rurali Senza Terra (MST), confermando l’impegno di Taring Padi nel coniugare arte e azione sociale.

 

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