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Un momento di grazia. Alejandro G. Iñárritu alla Fondazione Prada

Alejandro G Iñárritu, Sueño Perro, Fondazione Prada, Milano Alejandro G Iñárritu, Sueño Perro, Fondazione Prada, Milano
Alejandro G Iñárritu, Sueño Perro, Fondazione Prada, Milano
Alejandro G Iñárritu, Sueño Perro, Fondazione Prada, Milano
Sueño Perro è l’installazione cinematografica di Alejandro G. Iñárritu che apre la stagione autunnale alla Fondazione Prada di Milano

Ci sono momenti, in cui mi imbatto nella vita, che definisco “momenti di grazia”. Perché senza che ne formuli le ragioni, o senza che sia necessario farlo, sento che sono speciali, magici. Per un’alchemica combinazione di sensazioni, di percezioni, di appagamento sensoriale, di benessere. Nella sfera delle arti visive capita, anche se non spessissimo. Cito a caso: mi è capitato nel 2011, quando alla Biennale di Venezia mi imbattei nel film The Clock, di Christian Marclay. E nel 2016, quando – fra i primi – potei salire sulle passerelle che creavano The Floating Piers, di Christo e Jeanne-Claude.

E potrei citare altre situazioni. A queste si aggiunge ora Sueño Perro, la “film installation” di Alejandro G. Iñárritu vista in anteprima alla Fondazione Prada di Milano. Una creatura anomala: non è un’opera di videoarte, non è un film cinematografico, non è un’installazione multimediale. È una storia. La storia di come nasce la bellezza. E di cosa si compone la bellezza. E del perché la bellezza è bellezza. Per caso, senza volontà, senza prescrizioni accettate dalla prassi.

Nel marzo del 2018 ho saputo che per venticinque anni oltre 300 chilometri di pellicola, tutto ciò che avevo lasciato sul pavimento della sala di montaggio di Amores Perros, erano stati custoditi negli archivi dell’Università Nazionale Autonoma del Messico”, rammenta lo stesso Iñárritu, riferendosi a uno dei suoi più celebri film. “L’impatto di questa scoperta e la mia totale incapacità di immaginare la quantità di fotogrammi conservati in quelle scatole di latta hanno risvegliato la mia curiosità. Quanti film esistono dentro un film?“.

Nelle viscere della celluloide

Eccola, la magia. Trasformare gli scarti, qualcosa a cui sulle prime non si dava importanza, in oro. Costruire sotto-storie che ora ci raccontano persone, vite, scenari più belli e importanti della “sopra-storia”. Proprio perché nascono quasi spontaneamente, quasi dalla loro stessa volontà di non essere dimenticate. Impreviste, e quindi sorprendenti e mai scontate. “Il film che esiste oggi è nato proprio dalle viscere di questo materiale”, aggiunge il regista. “Immergersi nella celluloide grezza e smembrarla è stata una sorta di impresa archeologica. Infinita ed esaltante”.

Amore, tradimento, violenza, temi universali del film, riaffiorano attraverso immagini e suoni in un percorso immersivo e labirintico. Dove il pubblico si muove tra proiezioni analogiche in 35mm, crepitii di bobine e paesaggi sonori onirici. “Qui, i frammenti sono messi a nudo: nessuna storia a mascherarli, spogli e privi di forma”, aggiunge Iñárritu. “Brandelli riemersi del paesaggio sonoro di Città del Messico. L’innocenza di forme incompiute in uno specchio. Un mosaico di cosa è stato, di cosa avrebbe potuto essere e di cosa non è mai stato”.

 

Alejandro G Iñárritu, Sueño Perro, Fondazione Prada, Milano
Alejandro G Iñárritu, Sueño Perro, Fondazione Prada, Milano

Contribuiscono alla suggestione gli straordinari allestimenti, con proiettori vintage “praticabili”, e con il rumore, e l’odore, delle pellicole con le quali quasi sbatti aggirandoti per le sale. E c’è anche “Nuovo Cinema Paradiso” che aleggia nella memoria, a sublimare la meraviglia del contesto. La mostra sarà visitabile alla Fondazione Prada fino al 26 febbraio 2026, per poi approdare in altre sedi internazionali. Tra cui LagoAlgo a Città del Messico (5 ottobre 2025 – 4 gennaio 2026) e il LACMA di Los Angeles nella primavera 2026.

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