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Da Torino: “‘O famo strano?”. Opere bizzarre viste in giro ad Artissima

Andrius Arutiunian, Eastcontemporary, Artissima 2025 Andrius Arutiunian, Eastcontemporary, Artissima 2025
Andrius Arutiunian, Eastcontemporary, Artissima 2025
Andrius Arutiunian, Eastcontemporary, Artissima 2025
Nell’edizione 2025 di Artissima si percepiscono energie stimolanti come non accadeva da qualche anno. Anche grazie a qualche scelta sorprendente…

La sensazione è abbastanza forte, e confermata dalle “consultazioni” con qualche collega o altri visitatori: Artissima è tornata Artissima. Ovvero, quest’anno si sente un’aria un po’ nuova, che pare rimandare alle edizioni di qualche anno addietro. Quando la fiera torinese si distingueva per l’approccio sperimentale e per qualche scelta anche azzardata. Che però inseriva nel panorama del contemporaneo italiano stimoli trasversali e innovativi.

 

 

Dopo qualche edizione un po’ troppo “normalizzata”, Artissima questa volta torna spesso a stupire, dunque. Merito – va detto – quasi sempre delle molte gallerie straniere presenti. Ma non solo. Dunque, ecco incontrare opere che spesso ti fanno fermare, analizzare, domandare. Come il blocco di marmo in una teca nello stand Mazzoli, che poi scopri che potrebbe svanire consumato dalla soluzione acida nella quale è immerso.

 

Rebecca Benzenberg, Anton Janizewski, Artissima 2025
Rebecca Benzenberg, Anton Janizewski, Artissima 2025

O come la scultura velata, che inevitabilmente richiama il Cristo marmoreo napoletano, ma qui è plasmato da resine sintetiche. O il martello che un meccanismo periodicamente fa picchiare sulla sua base, un mantra che inonda del suo rumore sordo molti corridoi della fiera. Ecco comunque una serie di foto e video “strani”…

 

 

David Medalla, AstuniLukas Liese, Mazzoli, Artissima 2025
David Medalla, AstuniLukas Liese, Mazzoli, Artissima 2025
Chris Soal, Whatiftheworld, Artissima 2025
Chris Soal, Whatiftheworld, Artissima 2025

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