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Tra terra e cielo: Omar Galliani e i “Nuovi Angeli”

Omar Galliani, NUOVI ANGELI, 2025, pastelli su carta, 57x76 cm
Omar Galliani, NUOVI ANGELI, 2025, pastelli su carta, 57×76 cm
A Cremona vicino alla stazione, in via Grado 6, Mangano Galleria d’Arte presenta per la prima volta venti opere su carta dal 1979 al 2025 di Omar Galliani, nella mostra intitolata “Nuovi Angeli – Nuove Carte”, a cura di Pierpaolo Mangano, gallerista appassionato nonché estimatore da anni del maestro della grafite. La mostra nasce dal loro incontro e dalla volontà di confrontarsi sull’attualità del disegno su carta intorno a un tema affascinante classico tanto quanto il corpo; l’angelo sempre contemporaneo, un’entità celestiale portatore di nuovi orizzonti, prospettive e narrazioni senza sapere quali. (fino al 10 gennaio 2026)

Omar Galliani (Montecchio Emilia, 1954), dall’indole meditativa, con questa elegante e mirata selezione di opere su carta riafferma il disegno come traccia essenziale del suo rigoroso lavoro; è “un classico moderno” scriverebbe di lui Margherita Sarfatti, teso com’è all’essenzialità formale, e sempre in dialogo con l’arte classica, fedele a una atemporalità “mistica” dell’arte. Carta, carboncino, matita nero pece, pastelli su carta sono i materiali del suo operare intorno alla figurazione di natura concettuale. Galliani incentra la sua ricerca sull’ossessione di una Bellezza assoluta, come dimostrano questi lavori di una qualità esecutiva straordinaria, nel segno trasfigurato ispirato a LeonardoRaffaelloIngresDegasModigliani e altri maestri di seduzione e perfezione tecnica.

Le sue creature eteree sospese tra terra e cielo ci appaiono di un realismo diafano e configurano un universo immaginario, “magico e primario” direbbe Flavio Caroli, incastonate in una dimensione sacrale in versione laica. I suoi angeli assorti nel silenzio, strappati dall’oblio del tempo, vivono nell’ombra del nostro sguardo e sembrano placare il caos del presente. La linea unica che avvolge tutte le sue creature sinuose ed ermetiche come sfingi, immobili e silenti, distanti e vicine al tempo stesso, stanno lì per rassicurarci, proprio come fanno gli angeli mentre tutto fuori è rumore in un tempo distopico, violento e frammentato.

Veduta della mostra Omar Galliani. Nuovi Angeli – Nuove Carte, Mangano Galleria d’Arte, Cremona, 2025

Noi spettatori davanti ai suoi angeli dagli occhi chiusi, ritratti come se fossero assorti in una trance meditativa dalla sensuale spiritualità, naufraghiamo nel chiaroscuro di una struggente malinconia e in forme racchiuse in una solidità compositiva paradossalmente lieve come l’aria.

Scrive Galliani: «Se tutti gli angeli guardando il mondo si tenessero stretti e, invocando un ultimo volo dentro all’ultima luce, aprissero quella finestra che non permette paesaggio alcuno e insieme stringessero tutte le stelle in un pugno di raggi assorti e confusi nell’ultimo tempo di tutti i tempi, allora anche i miei disegni blu, rossi, neri, i senza colore brucerebbero di un rogo antico. I miei angeli volano basso tenendo stretti i pastelli, le matite e i fogli di mani senza tempo. Volano basso su nuovi volti tatuati tra codici d’Oriente e Occidente, salutano ad occhi chiusi gli angeli che dal Caravaggio a Vogue attraversano il mondo».

Galliani è un mistico profano nell’arte del disegno che trova l’essenza dell’infinito nel blu azzurrato dall’effetto trasparente nel nuovo ciclo di opere esposte in galleria, dove ammantati di luce naturale e artificiale compaiono angeli che disperatamente tentano di ricomporre la frattura tra noi e un mondo sempre più complesso, tra arte antica, moderna e contemporanea, proprio partendo dalla classicità del disegno e del soggetto, così emblematico e sublime in cui il tangibile e l’intangibile sono convergenti.

Omar Galliani, BLU DELL’ANGELO, 1982, pastello su carta di riso inchiostro, 70×185 cm

Noi spettatori osservando nel silenzio i suoi nuovi angeli possiamo riflettere sul valore di trascendenza spirituale dell’arte, e a cosa possa servire tale perfezione tecnica nell’epoca dell’Intelligenza Artificiale. L’artista è un esteta abile nell’erotizzare l’idea sublime del corpo femminile, che nella figura dell’angelo trova l’essere perfetto, l’androgino di una sensualità innocente e una grazia che troviamo nei nudi quasi religiosi del Rinascimento. Nei disegni di Galliani, tutto è simbolo, maestria esecutiva, ricerca ossessiva di purezza formale ma non citazionismo, bensì presupposto e brama d’innovazione sul significato e mistero della Bellezza reale e astratta al tempo stesso di una apparente semplicità, ma di affascinante complessità, come suggeriscono i nuovi angeli di antichi riti e miti immobilizzati in un tempo presente.

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