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Autostrade di Roma: la realtà aumentata svela le vie dell’Impero

La via Appia Antica
La via Appia Antica
Dall’Università danese di Aarhus, ecco una nuova scoperta, stavolta dedicata all’Antica Roma: l’estensione stradale, sotto l’Impero, aveva un’estensione doppia rispetto alle stime precedenti. E ora, online, si possono ripercorrere tutte

Il progetto, sviluppato da un team internazionale di archeologi guidato da Pau de Soto dell’Università di Aarhus in Danimarca, documenta oltre 300.000 chilometri di strade che si irradiavano dalla capitale attraverso Europa, Gran Bretagna, Nord Africa e Medio Oriente. Pubblicato sulla rivista Scientific Data, lo studio rappresenta una svolta epocale nella comprensione delle infrastrutture romane. “Queste strade non erano solo vie di comunicazione, ma arterie che hanno plasmato il movimento di persone, merci, idee e persino malattie per secoli” spiega Tom Brughmans, coautore della ricerca. “Comprendere questa rete ci aiuta ad affrontare le sfide contemporanee della mobilità e degli scambi culturali“.

La mappa – accessibile liberamente online – permette di esplorare 14.769 segmenti stradali documentati con dettagli senza precedenti. Cliccando su qualsiasi tratto, compare un pannello con metadati essenziali: classificazione (principale o secondaria), periodo di costruzione, grado di certezza della localizzazione e fonti storiche di riferimento. Una funzione particolarmente innovativa consente di sovrapporre le infrastrutture moderne alla cartografia antica, rivelando sorprendenti continuità nel tessuto viario europeo.

Via Appia Antica – Roma

La realizzazione di Itiner-e ha richiesto l’integrazione di metodologie multiple: dall’analisi di fonti archeologiche e documenti storici come l’Itinerario Antonino e la Tabula Peutingeriana, all’utilizzo di mappe topografiche storiche e moderne, fino al telerilevamento satellitare. Un lavoro di sintesi digitale che supera i limiti del precedente riferimento assoluto per gli studiosi: il Barrington Atlas of the Greek and Roman World (2000), criticato dai ricercatori per “dettaglio spaziale limitato” e approccio poco analitico.

Nonostante l’accuratezza rivoluzionaria, gli autori sottolineano i limiti della mappa. “La sfida principale resta l’assenza di evidenze cronologiche omogenee sulla creazione e evoluzione delle strade a livello imperiale” ammette de Soto. Solo il 2,7% dei tracciati risulta localizzato con certezza assoluta, mentre il resto è classificato come congetturale o ipotetico.

Itiner-e si configura comunque come un archivio dinamico e in continua evoluzione, destinato a diventare uno strumento fondamentale per storici, archeologi e appassionati. Dimostra come la tecnologia digitale possa riscrivere la storia, rivelando che l’ingegneria romana fu ancora più grandiosa di quanto immaginato: una rete viaria capace di unire tre continenti, le cui tracce continuano a modellare la geografia del mondo moderno.

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