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Man Ray e la fotografia a Londra

Man Ray Self-Portrait with Camera, 1932 by Man Ray – The Jewish Museum, New York, Purchase: Photography Acquisitions Committee Fund, Horace W. Goldsmith Fund, and Judith and Jack Stern Gift, 2004-16. Photo by Richard Goodbody, Inc© 2008 Man Ray Trust / Artists Rights Society (ARS), NY / ADAGP, Paris 2012 © Photo The Jewish Museum

7 febbraio – 27 maggio 2013,  National Portrait Gallery, Londra

Una collezione di ritratti del poliedrico artista americano Man Ray. Modelle, artisti e star del cinema capaci di donare allo spettatore uno sguardo nuovo e fresco sull’artista Dada.

Man Ray pittore, artista sovversivo ed iconoclasta, regista e anche fotografo d’avanguardia. La National Portrait Gallery di Londra ci regala una visione tutta nuova e inedita sulla carriera dell’artista americano, mettendo in mostra i capolavori fotografici vintage, scattati tra il 1916 e il 1968.

La mostra comprende oltre 150 stampe vintage dell’artista, scattate lungo quattro decadi, periodo durante il quale il fotografo americano viaggiò molto tra Parigi e gli Stati Uniti, dove perfezionò la sua tecnica fotografica.

L’eclettico Man Ray lascia un patrimonio ritrattistico di tutto rispetto che, agli occhi del curatore e appassionato di mostre d’arte, non appare per nulla un semplice divertissement amatoriale di un artista noto principalmente per le sue opere di pittura e cinematografia. Il curatore Terence Pepper (responsabile del dipartimento fotografia della National Portrait Gallery dal 1978), organizzando questa mostra, ha così deciso di donare all’appassionato d’arte uno sguardo fresco e nuovo sull’artista americano.

Versatilità e sperimentazione sono i leitmotiv dell’intera retrospettiva: ritratti in bianco e nero d’incantevoli dive (Catherine Deneuve, Ava Gardner, Kiki de Montparnasse, per citarne solamente alcune) sono mescolati a fotografie dei suoi più cari amici, quali Marcel Duchamp e André Breton.

Il bianco e nero dei suoi primi ritratti è seguito da innovative e originali sperimentazioni di fotografia a colori. I principali temi affrontati dalla prima retrospettiva britannica dedicata alla fotografia del dadaista sono, naturalmente, la passione, l’amore e la bellezza femminile, una delle principali ossessioni dell’artista che ebbe numerose amanti e muse.

Uno dei lavori più attraenti della retrospettiva è sicuramente il ritratto in bianco e nero di Catherine Deneuve, attrice francese magnetica e icona glamour del movimento cinematografico della Nouvelle Vague. L’artista immortalò l’attrice nel suo studio parigino nel 1968. Il ritratto, che finì sulla copertina di Vanity Fair, pone l’accento sull’innegabile eleganza della giovane attrice.

Catherine Deneuve, 1968 by Man Ray Private Lender © Man Ray Trust ARS-ADAGP / DACS

Qui Catherine è immortalata indossando dei meravigliosi orecchini a spirale, circondata da oggetti di legno come una scatola a forma di libro e una scacchiera, riferimento implicito a una delle più grandi passioni dell’artista. Difatti Ray era solito intrattenersi a scacchi con i suoi migliori amici e compagni.

Ray fu anche pioniere nella Solarizzazione, una particolare tecnica fotografica per sviluppare foto in bianco e nero esponendo il negativo a un raggio solare durante lo sviluppo. Questa tecnica fu scoperta per caso. L’artista stava sviluppando alcune fotografie nella camera oscura quando un foglio di carta cadde accidentalmente su alcune scartoffie. Nulla appariva e dunque il fotografo s’irritò, lanciando alcuni oggetti sulla carta umida e accendendo la luce. Fu cosi che ottenne luminose e suggestive immagini su sfondo nero.

Un esempio di questa tecnica è costituito dal ritratto di Lee Miller, modella americana che fu prima sua assistente di fotografia e, conseguentemente, sua musa e amante. Nel ritratto riportato di seguito la lucentezza dei bianchi è sapientemente combinata con i toni scuri. Il grazioso profilo della modella è impreziosito dal delicato contrasto chiaroscurale.

Solarised Portrait of Lee Miller, c.1929 by Man Ray The Penrose Collection © Man Ray Trust/ADAGP, Paris and DACS, London 2012, courtesy The Penrose Collection. Image courtesy the Lee Miller Archives

Lo sguardo prospettico inedito sulla carriera del Dadaista americano consente all’appassionato d’arte di guardare dentro il caos creativo di Man Ray e di trarne, come un cappellaio matto, sempre spunti nuovi. Senza dubbio la retrospettiva, nel suo tentativo di focalizzare l’attenzione su una parte tralasciata e ancora non svelata della carriera dell’artista in questione, è riuscita nel complesso.

In sintesi, dunque, la mostra è originale, nella misura in cui il fruitore esperto può trarne ispirazioni inedite su un artista genio ‘multiforme’ come Man Ray. L’obiettivo di focalizzare l’attenzione sulla sezione fotografia dell’artista, da sempre oscurata parzialmente dalla sua carriera pittorica e di regista, è dunque riuscito.

In ogni caso rimane l’amaro in bocca quando si osserva il contenuto delle sale e la mancanza di creatività da parte dei curatori. Un ordine semiologico focalizzato sull’innovatività della tecnica fotografica sperimentata dall’artista, sarebbe stato sicuramente di maggior successo rispetto a un’organizzazione cronologica della retrospettiva. La carriera degli artisti è sempre un caos sincronico-creativo che va oltre l’ordine sequenziale – diacronico imposto dai curatori delle mostre.

 (Fotografie per gentile concessione di Ufficio Stampa Portrait National Gallery).

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Informazioni utili:

Man Ray: Portraits
7 febbraio – 27 maggio 2013,
National Portrait Gallery
St.Martin’s Pl  London WC2H 0HE, Regno Unito

Curatore della mostra: Terence Pepper

Orari:  aperta tutti i giorni dalle 10 alle 18.
giovedì e venerdì fino alle 21.

+44 20 7306 0055
Costo ticket: £14

 http://www.npg.org.uk//whatson/man-ray-portraits/exhibition.php

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