Dal 9 giugno 2009 se ne sta fiera e orgogliosa nell’estremità di Punta della Dogana. È la scultura di Charles Ray, “Boy with Frog”, commissionata da Pinault per celebrare la riapertura della struttura, dopo il restauro di Tadao Ando. Entro fine maggio, invece, l’opera sarà disinstallata per fare spazio all’antico lampione ottocentesco e restituire ai veneziani uno dei punti più romantici della città.
L’opera, un progetto site-specific in acciaio bianco e alta circa due metri e mezzo, è rimasta per quattro anni in uno dei luoghi più suggestivi di Venezia, grazie a una serie di deroghe e a una delibera comunale sui siti espositivi all’aperto; inizialmente, infatti, la rimozione era prevista per il novembre 2009.
La statua è così diventata il simbolo delle due ideologie che si contrappongono nella città lagunare: quella, a favore dell’opera, che contesta la mummificazione della città e la fazione che la critica, considerando la scultura il simbolo della continua privatizzazione e mercificazione di Venezia.
Le operazioni per la rimozione della scultura sono iniziate martedì 7 maggio, con l’arrivo da Los Angeles di un team di esperti. Per ora l’opera verrà custodita in un ambiente protetto, finché non sarà decisa la sua nuova collocazione. Lo scultore Ray ha rifiutato la proposta del magnate Pinault di esporre l’opera all’interno di Palazzo Grassi «Sento con forza che dev’essere una scultura esterna, ma dev’essere nel posto giusto», infatti, la statua è stata ideata in rapporto con la città e fino all’ultimo Ray ha sperato che «“Il ragazzo” sarebbe diventato un cittadino veneziano».