A volte le ricerche in campo medico possono risultare utili anche all’arte. E’ questo il caso di un laser, creato da un professore della Duke University, destinato a studiare il melanoma e rivelatosi ottimo anche per indagare le opere d’arte senza essere invasivo.
L’intuizione è stata del Dr. Warren S. Warren della National Gallery di Londra che dopo aver visitato una mostra sui falsi d’arte, si è reso conto che le tecnologie di imaging utilizzate dal mondo dell’arte risalgono a 30-40 anni fa. Questo laser offre la possibilità di creare sezioni tridimensionali di opere d’arte, permettendo di vedere colori, strati e scoprire la fonte dei materiali.
Ne è un esempio la Crocifissione di Puccio Capanna, un dipinto del XIV secolo, il primo ad essere stato indagato con il laser. L’analisi ha rivelato uno spesso strato di lapislazzuli nel manto della Madonna: “Questo ci dice che si trattava di un dipinto molto importante” – ha spiegato William Brown, capo conservatore del N.C. Museum of Art. Infatti, normalmente il manto della Vergine o altre parti in blu, erano dipinte con una base di azzurrite (pigmento meno costoso) e con uno strato sottile del pregiato blu oltremare realizzato con lapislazzuli, materiale addirittura più caro dell’oro. A volte è utile vedere se ci sono stati precedenti restauri, a volte si cerca di scoprire quale legante è stato usato, o di quale spessore è lo strato pittorico, e quello del laser è un ottimo metodo non invasivo.