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Siena apre le stanze segrete di Palazzo Pubblico

Dalle lupe lapidee attribuite a Giovanni Pisano, agli affreschi di maestri quali Sano di Pietro, Giovanni Antonio Bazzi detto “Il Sodoma”, Il Vecchietta o Bernardino Mei. Dai fondi oro dei maestri trecenteschi come Lippo Memmi, ai lavori di Domenico e Rutilio Manetti, Deifebo Burbarini, Astolfo Petrazzi, Bernardino Mei, Francesco Rustici che raccontano di un fulgido e per certi aspetti ancora misterioso Seicento senese.

A Siena, in occasione della X edizione del Trekking Urbano, si aprono per la prima volta le “stanze segrete” di Palazzo Pubblico e si invitano i visitatori a intraprendere un vero e proprio viaggio nell’arte, alla scoperta di capolavori che normalmente non sono accessibili in quanto parte degli arredi degli uffici comunali.

Un’opportunità straordinaria quella per cui i visitatori, con occhi del tutto nuovi, potranno osservare i luoghi di uno dei palazzi più celebrati del medioevo europeo e rivivere un passato ricco di storia e cultura che va dalla fine del ‘300 fino al 900.

Quattro i giorni in cui ‘le stanze segrete’, nel decennale del turismo lento, potranno essere ammirate con visita guidata solo su prenotazione: sabato 26, domenica 27 ottobre e sabato 2 novembre e domenica 3.

“Abbiamo deciso di aprire al pubblico le stanze in cui ogni giorno si svolgono le funzioni amministrative – spiega Sonia Pallai, assessore al Turismo del Comune di Siena – perché siamo fortunati ad operare in ambienti che contengono tanti capolavori. Per la prima volta, abbiamo fatto in modo da permettere  sia ai cittadini e che agli ospiti in visita a Siena, di ammirare con occhi nuovi i tesori che rendono unico il palazzo che è la casa di tutti i senesi”.

Così, il Palazzo Comunale, celebre nel mondo per il ciclo lorenzettiano di affreschi con le Allegorie del Buono e Cattivo Governo, o per la luminosa Maestà di Simone Martini capolavori commissionati dalGoverno dei Nove (in carica 1287 al 1355) che si assicurò l’opera dei maggiori artisti del tempo per rappresentare il proprio programma politico, rivela per questa occasione al pubblico sei “stanze segrete” e due atri.

Un insieme di capolavori che rappresenta un unicum, la cui visita offre un suggestivo e interessante spunto di riflessione sulla storia civile e politica della città, della sua organizzazione, delle sue strutture di giustizia.

Il percorso di visita

Sala delle Lupe
Il luogo deve il suo nome alle due Lupe trecentesche opere lapide poste sulla parete di sinistra, attribuite a Giovanni Pisano. Nella sala è presente la statuetta del Mosé di Antonio Federighi e nella parete destra della terza campata vi è l’affresco con Santi e beati Pietro Alessandrino, Ambrogio Sansedoni e Andrea Gallerani, di Sano di Pietro (1446). Sul fondo il Monumento ai dipendenti comunali caduti nella Prima Guerra Mondiale, realizzato dallo scultore Ettore Brogi nel 1931 e l’opera Aquila Imperiale di Giovanni Antonio Bazzi detto “Il Sodoma” (1535): di recente fattura invece sono gli stemmi del Capitano del Popolo, I tre Terzi e altri eseguiti tra gli anni 70′ 80′ da Cesare Olmastroni.

Stanza del Sale
“Madonna della Misericordia circondata da angeli e Santi”

Nell’intradosso si affacciano finte nicchie con figure di santi e Beati senesi, ai lati vi è l’affresco “S.Martino e il povero e  San Bernardino”, eseguito da Lorenzo di Pietro detto il Vecchietta (1453-57 ca.)

Cappella dei Nove

– Cristo Benedicente con i quattro Evangelisti, opera di Famiglia Memmi, con ripresa posteriore di Bartolomeo Fredi (1390 ca.)

– Bartolomeo di Fredi,  Annunciazione (1390 ca.)

– Bartolomeo di Fredi, Il Beato Andrea Gallerani (1390 ca.)

– Lippo Memmi, San Tommaso d’Aquino (1326 ca.)

– Lippo Memmi, Sant’Antonio Abate (1326 ca.)

– Giorgio Bandini, Lupa Senese con i gemelli Aschio e Senio (fine secolo scorso)

Atrio

– Domenico Manetti, “Le squadre senesi mandate al recupero dei luoghi di Terra Santa” (1650)

Ex sala Giunta

– Galleria di dieci personaggi illustri di storia senese affrescati nella fascia superiore delle quattro pareti

– Stemma di Siena con una grande lupa, contornato da stemmi delle città di Montalcino, Massa, Chiusi e Grosseto nella parte centrale del soffitto

– Vergine che consegna la città al Podestà. Tutto il ciclo è stato eseguito da Umberto Giunti nel 1926.

– Veduta di Piazza del Campo durante il corteo delle contrade del 15 agosto 1546, Anonimo sec. XVIII olio su tela.

– Veduta di Piazza del Campo durante la caccia ai tori del 15 agosto 1546, Anonimo sec. XVIII olio su tela.

– Generale Ottavio Piccolomini con armatura e bastone comando – dipinto su tela seconda metà del 600′

Cancelleria di Biccherna

La volta a botte della sala è decorata con un ciclo pittorico di affreschi eseguito da più mani entro la prima metà del secolo XVII:

– Astolfo Petrazzi, San Giuseppe in Gloria,(1639 ca.)

– Rutilio Manetti, Episodio della vita di S.Vittore, (1636 ca.)

– Astolfo Petrazzi, Il Martirio di S. Crescenzio, (1639 ca.)

– Astolfo Petrazzi, Il Martirio di S. Savino, (1630 ca.)

– Astolfo Petrazzi, S. Ansano battezzatore (1630 ca.)

– Astolfo Petrazzi, L’arcivescovo di Magonza rende noti ai rappresentanti di Siena i privilegi fiscali concessi dall’imperatore Federico alla città, (1627 ca.)

– Bernardino Mei, Pio II Piccolomini dona Radicofani a Siena (1633 ca.)

– Bernardino Mei, Incoronazione papale di Pio II Piccolomini (1633 ca.)

– Astolfo Petrazzi, La Vergine Assunta (1639 ca.)

– Domenico Manetti, David e la donna di Thecua, (1646)

– Domanico Manetti, Rebecca al pozzo (1649)

– Sano di Pietro, S. Bernardino (1450 ca.)

– Arcangelo Salimbeni, Verità e Memoria (1579 ca.)

– Arcangelo Salimbeni, Giustizia e Pace, (1578 ca.)

– Francesco Rustici, Il Matrimonio di Luigi XVIII con Anna d’Austria (1616)

– Francesco Rustici, Carlo dei Medici insignito della porpora (1616)

Bilanceria di Biccherna

La volta a botte della sala è decorata con un ciclo pittorico di affreschi eseguito da più mani entro la prima metà del secolo XVIII che si può considerare la naturale prosecuzione del ciclo che è nella Cancelleria di Biccherna:

– Deifebo Burbarini, Decorazione della volta (1655)

– Deifebo Burbarini, La forza Militare impone i tributi ad un vinto (1655)

– Deifebo Burbarini, La Città di Siena alla quale i fondatori Aschio e Senio offrono vassoi carichi di monete d’oro (1655)

– Deifebo Burbarini, L’Architettura urbana prende visione di un progetto del Palazzo Pubblico, (1655)

– Deifebo Burbarini, L’Autorià sovrana di Siena e la parte intellettiva della città rendono grazie a Dio (1655)

– Domenico Manetti, Emilia Pannocchieschi d’Elici presenta il vescovo di Siena il progetto del monastero di S. Marta, da lei fondato.(1655 ca.)

– Francesco Nasini, Alessandro VII dona preziose reliquie alla città di Siena (1658)

– Deifebo Burbarini, Alessandro VII dona la rosa d’oro al Duomo di Siena (1664)

– Francesco Nasini, L’arrivo a Siena da Genova della salma del cardinal Petroni (1678 ca.)

– Antonio Gregori, La partenza di Maria dei Medici quale promessa sposa di Enrico IV di Francia (1601 ca.)

– Deifebo Burbarini, Alessandro III benedice Federico Barbarossa (1667)

– Antonio Nasini, Pio II tiene udienza all’aperto sotto un castagno (1674)

– Annibale Mazzuoli, Enrico IV prostrato davanti a Gregorio VII alla presenza della contessa Matilde (1695)

– Giuseppe Nicola Nasini. Bartolomeo Sozzini ambasciatore di Siena ricevuto da Alessandro VI  (1712)

– Bartolomeo Neroni detto il Riccio, Madonna col il Bambino tra i santi , Galgano, Michele, Giovanni Battista (1537)

– Cappucciaio di provenienza MPS mobile fine 300′ inizi 400′

Ufficio di Gabella

Soffitto completamente decorato con tempere e stucchi all’inizio del XX secolo(1922) eseguito da Pietro Bianchi e lo stuccatore lunganese Pietro Rossi.

– Resurrezione di Giovanni Antonio Bazzi detto “Il Sodoma”

 

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