Print Friendly and PDF

Aste di novembre da Wannenes

18-19 novembre 2013, Genova

Eccellenti risultati per la sessione di novembre delle aste Wannenes tenutasi nei giorni 18-19 novembre, comprendenti le porcellane e maioliche continentali, gli argenti, le icone e gli oggetti d’arte russa (asta 129), i gioielli e orologi (asta 130), una splendida raccolta di maioliche rinascimentali (asta 131) e la vendita degli arredi che annoveravano la collezione Sallier de la Tour e quella di una dimora romana (asta 132), che hanno totalizzato insieme 2.374.653 euro, con una percentuale per lotto del 65.1% e per valore del 94% Selettiva ma di gran gusto l’offerta delle porcellane e maioliche continentali, dove spicca una placca ovale in maiolica policroma di Francesco Grue di Giovanni (1721-1755), della manifattura di Castelli, della metà del XVIII secolo, raffigurante una scena portuale che partendo da una quotazione di 3.600 – 4.000 euro ha raggiunto 13.020 euro (lotto 6). Il comparto ha fatto registrare una percentuale di venduto del 52% per lotto e del 70.9% per valore.

Ottimo risultato dell’asta di Argenti, icone e oggetti d’arte russa del 18 novembre 2013, con venduto per lotto del 69.2% e un’eccellente 114,1% per valore, e un interesse crescente da parte di un collezionismo italiano e internazionale che risponde con entusiasmo. Il pubblico italiano è rimasto affascinato dall’elegante caffettiera in argento cesellata dall’orafo Francescoli del 1776-1777, che da una stima di 7.000 – 9.000 euro è stato esitata a 18.600 euro (lotto 186).
Il collezionismo russo ha risposto con vivace fervore ad un’offerta di oggetti moscoviti, che spaziava da un boccale in argento parzialmente dorato e sbalzato dall’orafo Ivanow nel 1749, che da una quotazione di 4.000 – 5.000 euro ha raggiunto 13.640 euro (lotto 251); un ananas cup in argento dorato del 1756, che da una stima di 1.500-2.500 euro ha raggiunto 16.120 euro (lotto 248); e un calamaio in argento dell’orafo Bolin del 1896, che da una valutazione di 1.500 – 2.500 euro è stato battuto a 6.820 euro (lotto 265). Le icone hanno fatto registrare il 100% del venduto come l’intensa “Madre di Dio di Vladimir” in argento e perline cesellata a Mosca nel 1874, che da una stima di 1.000 – 1.500 euro è stata battuta a 4.960 euro (lotto 280).
Grande consenso per gli oggetti decorativi come il tavolino milanese in argento e malachite realizzato dall’orafo Fiorentini nel XX secolo, che da una quotazione di 8.000 – 10.000 euro ha raggiunto 18.600 euro (lotto 213); e una coppia di cavalli alati sempre del XX secolo in argento con base di marmo che da una stima di 3.350 – 4.350 sono stati battuti a 11.160 euro (lotto 206).

Per quanto riguarda i gioielli e gli orologi, buono il risultato del dipartimento con un venduto per lotto del 53.2% e del 70.9% per valore, e preziosi che si distinguono come la severa ma elegante spilla in oro, argento perle naturali e diamanti del 1890 circa, realizzata come un fiocco stilizzato, che da una quotazione di 12.000 – 16.000 euro ha visto lievitare il suo valore fino a raggiungere 68.200 euro (lotto 339).

Grande interesse ha suscitato la dispersione di un gruppo di maioliche rinascimentali ripartite tra produzioni meridionali, marchigiane e dei maggiori centri di produzione  cinquecenteschi, come Urbino, Faenza, Venezia, Montelupo e Deruta. Un’asta di nicchia che raccolto il meglio dei connaisseur del settore, come dimostra il 65% di venduto per lotto e un’eccellente 95.3% per valore.

Di eccelsa qualità e di spessore museale, un piatto istoriato con giuoco di cerbottana di sei putti della fase giovanile di Francesco Xanto Avelli, che si caratterizza per caratteri stilistici tipicamente “xantiani” (tavolozza di colori accesi e brillanti, segno di contorno sicuro e vigoroso, scenica capacità di allestire lo spazio con architetture classiche), cui unisce il gusto per l’intreccio allegorico, che
è aspetto umanistico tanto congeniale al maestro. Partendo da una quotazione di 150.000 – 180.000 euro ha raggiunto 210.800 euro (lotto 520). Un piatto da pompa con figura di Eros su un delfino di Nicola Francioli detto “Co”, probabilmente ispirato a quello degli amorini che sovrastano il Parnaso raffaellesco inciso da Marcantonio Raimondi, da una stima di 18.000 – 22.000 euro ha totalizzato 74.400 euro (lotto 535). Per quanto riguarda gli arredi provenienti dalla collezione Sallier de la Tour e di una dimora romana, eterogenee ed originali per qualità e tipologie, ottimo riscontro di pubblico con un 72.3% di venduto per lotto e 70.1% per valore.

Un busto di gentiluomo in biscuit di Filippo Tagliolini (1745 – 1809) recante l’Ordine di San Gennaro, realizzato all’inizio della sua collaborazione con la Manifattura Reale di Napoli nel 1781, da una stima di 18.000 – 22.000 euro ha raggiunto 54.560 euro (691). Un tavolo da centro in legno intagliato, scolpito, laccato e dorato, Milano 1830 circa, con piano circolare in Bianco di Carrara, da una quotazione di 25.000 – 30.000 euro ha totalizzato 31.000 euro (lotto 842). Una coppia, infine, di consoles a demi-lune, del XIX secolo, con piano in marmo commesso, da una valutazione di 4.000-6.000 euro è stata esitata a 13.640 euro (lotto 850).

Commenta con Facebook

leave a reply