Print Friendly and PDF

L’ossessione nordica a Rovigo

Arnold Böcklin: Ruine am Meer (Rovina sul mare), 1880. Olio su tela

 22 febbraio – 21 giugno 2014, Rovigo, Palazzo Roverella

L’arte nordica (scandinava, baltica, scozzese e tedesca più in generale) occupò nelle prime edizioni della Biennale di Venezia, che nasce nel 1895, il ruolo di protagonista, a fianco dei residui dell’arte pompier e delle manifestazioni dell’ ufficialità accademica internazionale, rappresentando un elemento di novità e la vera svolta verso linguaggi e sensibilità ‘moderni’ e talvolta rivoluzionari. 

Incise anche sull’evoluzione dell’ambiente artistico italiano tanto che Vittorio Pica, il critico italiano forse più aggiornato e internazionale dell’epoca, ebbe a dire nel 1901 con indubbia efficacia come gli artisti italiani, vecchi e giovani, fossero presi da una sorta di ossessione nordica: “Il visitatore che entra per la prima volta in alcune sale della sezione italiana di questa quarta mostra di Venezia e si sofferma a guardarne, con particolare attenzione, le varie tele, grandi e piccole, disposte in bell’ordine intorno alle pareti, non può non osservare che parecchi dei nostri pittori, specie se veneti o lombardi, si appalesano profondamente influenzati dall’arte nordica, tanto da rinunciare ad alcuni tradizionali caratteri dell’arte italiana per presentarsi camuffati da Scozzesi, Scandinavi o Tedeschi”.

Franz von Stuck: Il peccato, 1909 ca. Olio su tela

Partendo da questa intuizione di Pica, che fu anche Segretario generale della Biennale, per la prima volta una grande mostra intende documentare quanto i “Nordici”, intesi nel senso più ampio del termine secondo le intenzioni del critico, Boecklin, Hodler, Klimt, Klinger, von Stuck, Khnopff e gli Scandinavi di varie tendenze come Zorn, Larsson o addirittura Munch, abbiano influenzato gli italiani, che ne hanno subìto il fascino o che ne hanno abbracciato con convinzione ed efficacia le suggestioni.

La mostra, che sarà allestita in Palazzo Roverella a Rovigo dal 22 febbraio al 21 giugno 2014, è curata da Giandomenico Romanelli con la collaborazione di Alessandra Tiddia ed è promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, in collaborazione con il Comune di Rovigo e l’Accademia dei Concordi.

Per questa grande rassegna i curatori stanno selezionando un gruppo di opere fondamentali nel tracciato della scelta ‘nordica’ delle prime Biennali, proprio quelle che, suggestionate da alcuni riconosciuti capiscuola -su tutti spicca Arnold Boecklin- hanno determinato scelte e linee artistiche e culturali destinate a segnare indelebilmente anche il percorso condiviso e le differenti tendenze nell’arte italiana del primo Novecento, come si potrà vedere in mostra.

Vilhelm Hammershøi: Interiør med siddende kvinde, 1908. Olio su tela

Il percorso dell’ampia esposizione prende il via dal racconto delle prime Biennali e dalla loro evoluzione: da vetrina dell’arte storica e pompier al trionfo del Simbolismo con successiva forte attenzione alle Secessioni di Monaco, Vienna, Darmstadt e alle conseguenze sui vari filoni dell’arte italiana, specie nei territori ‘di frontiera’ come il Trentino, il Friuli e l’area triestina, impegnati anche politicamente in una sorta di mediazione culturale di singolare originalità.

Il percorso espositivo presterà un’attenzione particolare al momento ‘svizzero’ della cultura tedesca – con Boecklin e Hodler- così come ai grandi viennesi e tedeschi – Klimt, Klinger e von Stuck- impegnati tra evocazioni mitologiche e dense interpretazioni simboliste dei miti non meno che della vita e dell’anima della belle époque mitteleuropea.

Il paesaggio, nelle sue valenze interiori e in tutte le sue sinfoniche coloriture sarà presente nella inquieta e silenziosa natura nordica, così propria e inconfondibile in tanta arte scandinava, fatta di distese innevate e di fiordi e spiagge in cui la luce dipinge i più suggestivi paesaggi spirituali. Poi uno sguardo agli interni domestici: a spazi avviluppanti, a universi raffinati e composti, a proiezioni di sentimenti per concludere con un capitolo, Maschere e ritratti in cui la figura umana, concepita tra tradizione accademica e indagine interiore, si fa carico dei nuovi strumenti di conoscenza e descrizione delle psiche nelle sue molteplici e contraddittorie valenze.

Quello proposto dall’esposizione è un percorso intellettuale, prima ancora che artistico, di enorme fascino, ricco di infinite sfaccettature, frutto di sensibilità diversissime. E proprio per questo seducente e, oggi, ineludibile.

Scrive Romanelli: “si pensi solo, per citare uno dei nodi più intricati e, insieme, più affascinanti, al groviglio di tematiche che si agita attorno a personalità quali Boecklin e Klinger; e poi però, seppur per strade diverse, a Stuck e De Chirico, Savinio e lo stesso Klimt; e gli agganci letterari e filosofici da Nietzche a Burckhardt; ma anche Bachofen e von Hofmannsthal e addirittura D’Annunzio. Qui la cifra esoterica si mescola in poeti e visionari con un’ insaziabile sete di classicità pagana non meno che di sprofondamenti della coscienza dentro abissi mistici piuttosto che in religiosità nere e blasfeme, come in Khnopff e soprattutto in Rops”.

E da noi? Che succede e quali linee traversano e tagliano la nostra pittura e scultura in questi anni? In che consiste, infine, questa ‘ossessione nordica’ che seduceva (con prudenza!) Vittorio Pica? E attraverso quali esperienze passava? Basterebbero alcuni nomi che ci saranno in mostra: da De Carolis e i dannunziani, a De Maria -il ‘pittore delle lune’, per restar con D’Annunzio-; dal grande Sartorio a Laurenti fino, lontano lontano, a Bonazza e Sacchi, quasi degli Hodler di periferia, se pur assai dotati e spesso ironici; per finire, tralasciando altri nomi di spicco, con il più klimtiano dei paesaggisti nostrani, Wolf Ferrari, elegante, raffinato, provinciale di gran lusso.

Teodoro Wolf Ferrari: Betulle, 1913. Olio su tela

INFORMAZIONI UTILI:

L’OSSESSIONE NORDICA. Böcklin, Klimt, Munch e la pittura italiana
Dal 22 febbraio al 21 giugno 2014
Rovigo, Palazzo Roverella
Via Giuseppe Laurenti 8/10
45100 Rovigo
0425.460093
info@palazzoroverella.com
www.palazzoroverella.com
Feriali: 9.00-19.00.
Sabato: 9.00-20.00.
Festivi: 9.00-20.00.
Chiuso i lunedì non festivi.
Call Center
da martedì a venerdì 9.30 – 18.30
e sabato 9.30 – 13.30

Commenta con Facebook

leave a reply