Germano Celant, il mitico curator della Fondazione Prada, ha avuto incarico (in via diretta) da Expo per la “Curatela e la direzione artistica dell’Area Tematica Food in Art” ottenendo un compenso di 750mila euro (si veda elenco affidamenti 2013). Proprio così: 750mila euro per curare, ci sembra di capire, una mostra su arte e cibo che sarà allestita negli spazi della Triennale di Milano, più qualcosa d’altro. Certo che per l’inventore dell’Arte Povera il compenso è assai ricco specie se paragonato agli stipendi dei Sovrintendenti o dei direttori dei più grandi musei italiani (poche migliaia di euro al mese). Storico dell’arte engagé, battagliero avanguardista poverista, sinistrorso ma anche radical chic, ora officiante di un grande mecenate stilista, Celant alla soglia dei 74 anni, bianco lungocrinuto, giubbetto di pelle nera stile Tony Manero, è il simbolo di un’Italia che piace alla gente che piace, che in epoca di spending rewiev mentre tutti tirano la cinghia scuce soldi dal pubblico (stessa cosa per Fuksas a Roma che con la sua magniloquente “Nuvola” ha staccato una ventina di milioncini di euro), e che pure ha il coraggio di fare il rivoluzionario. Mitico.
p.s. Expo sta diventando proprio il simbolo della Milano di Pisapia, rigorosamente cuore a sinistra, portafogli a destra.
2 Commenti
Sembra così. Certo che 750mila euro per una mostra non si erano mai visti, né credo si vedranno mai più.
ma il tanto discusso tetto, ammesso che il lavoro di Celant lo impegni un anno e che lui stesso possa essere paragonato ad un manager (pubblico?), dove è andato a finire? E’ la solita scappatoia nascosta in mezzo alle righe dei decreti in politichese?