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Incompresa, il mondo dei bambini visto da Asia Argento nel suo nuovo film

 

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Dopo essere stato accolto favorevolmente all’ultimo festival di Cannes, il 5 giugno arriva nelle sale italiane Incompresa, il  terzo lungometraggio per Asia Argento, che torna alla regia dopo una pausa di dieci anni.

Aria è una bambina di 9 anni che si ritrova suo malgrado a vivere la violenta separazione dei suoi genitori (Gabriel Garko e Charlotte Gainsburg qui entrambi, quasi a sorpresa, in ottima forma). I suoi genitori non la amano quanto lei vorrebbe e sembrano preferirle l’una o l’altra sorella. Aria, come una Cenerentola anni ’80 resta strattonata nel conflitto tra suo padre e sua madre, respinta e allontanata, coccolata un attimo e schermita un secondo dopo – attraversa la città con una sacca a strisce e un gatto nero, cercando solo di salvaguardare la sua innocenza e un po’ di gentilezza.

GABRIEL GARKO e  GIULIA SALERNO

«Incompresa  -spiega la registaè un testo che narra di una soggettività imperante e radicale, quella di una bambina di nove anni. Ho cercato nella mia infanzia per costruire la sua, è per questo che ho ambientato il film negli anni Ottanta, quando anche io ero bambina. Nella storia riecheggiano i due elementi bergmaniani della fiaba e del romanzo di formazione; una formazione, tuttavia, impossibile, poiché lì dove nel classico bildungsroman il bambino deve essere traghettato nell’età adulta, attorno alla nostra protagonista il mondo degli adulti è un po’ tragedia e un po’ farsa. Incompresa quindi si dà come un romanzo di formazione al contrario, in cui sono sopratutto gli adulti che necessitano di essere formati, o forse de-formati, destrutturati. È della loro corazza di adulti che dovrebbero liberarsi e tornare a essere bambini, qualche volta».

asia Argento e Charlotte Gainsbourg sul set

Questa terza regia di Asia Argento sorprende per la cura e la qualità delle immagini, un mondo anni ’80 ricreato con costumi da videoclip e interni dai colori primari e dagli abbinamenti arditi (azzardati) ed efficaci. Un’attenzione per l’estetica insolita per un film italiano; bellissima anche la colonna sonora (con diversi pezzi composti dalla stessa Asia Argento): «vorrei che questo film avesse la forma di un album di ricordi, di Polaroid – è questo lo spunto a cui io e Nicola Pecorini, il direttore della fotografia, ci siamo ispirati. Ricostruire quella sensazione che davano le tapparelle abbassate col pulviscolo atmosferico che danzava nell’aria. Riguardo la scenografia (Eugenia Di Napoli) e i costumi (Nicoletta Ercole), abbiamo cercato di evitare di fare un film “in costume”, ma qualcosa di realista, con dei tocchi minimali che ricordano l’epoca senza forzature».

Asia Argento e Giulia Salerno 2

Sceneggiato assieme alla brava Barbara Alberti il film si snoda tra tanti rimandi cinematografici più che notori, dall’Incompreso di Comencini (citato nel titolo, nel tema, ma anche guardato in TV dalla stessa protagonista in una scena verso la conclusione del film), a Bergman e Truffaut:  «Se a Bergman ho “rubato” le strutture drammaturgiche è a Truffaut – da I quattrocento colpi, per la precisione – che mi ispiro per ritrarre il rapporto della bambina con la città. Roma – come la Parigi di Antoine Doinel – è la foresta incantata in cui si realizzano fughe, in cui trova il senso della parola libertà. Girovagare nei quartieri della città da soli era un lusso che esisteva negli anni ’80, noi della mia generazione lo ricordiamo bene, ma oggi si è completamente perso».

CHARLOTTE GAINSBOURG 7

 

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