Lorenza Boisi è un’artista post-espressionista figurativa, come lei stessa si definisce. Nata a Milano, ha deciso di vivere da un po’ di tempo a Mergozzo, insieme al suo fidanzato in una bella casa vicino alla montagna appena alle spalle della Val Grande. Un luogo quasi inaccessibile se non sei accompagnato dalle guide. Lorenza è una ragazza intelligente e di classe. Senza aver alcun rendiconto, se non il piacere di fare le cose, si batte in diverse iniziative sempre con un profilo sofisticato.
Mi ha invitato a partecipare a una di queste, io ne avevo già sentito parlare da Angelo Mosca. “Landina” – il nome è inventato – è un esperimento in cui sono coinvolti artisti italiani e stranieri che per tre giorni si trovano e, armati di tele e bagagli, dipingono come Corot en plein air.
Questa volta l’area scelta è Montorfano, un luogo speciale dove c’è un magnifico Battistero romanico e il ristorante di Giuseppe, che grazie a un articolo sul Corriere della Sera si è trovato il ristorante pieno per tre domeniche consecutive senza capire il perchè.
L’intento è quello di avvicinare artisti che non si conoscono, metterli a confronto su un terreno che non è il loro. Perchè chi dipinge oggi il paesaggio dal vero? Io penso proprio nessuno. Quando Mosca mi ha raccontato la faccenda, mi sono subito fiondato nei miei ricordi di pittore en plein air. Fuori tempo massimo andavo a Poullan o a Artignosc o in val Tidone, ma anche a Londra lungo il Tamigi a Battersie Park. A seconda dei luoghi la considerazione dei passanti era differente. I migliori gli inglesi, potevi metterti sulle scale del metro e non ti guardavano neppure. I francesi ti rispettavano ammirandoti. Gli italiani invece…. “Ma lei cosa fa di lavoro?” Mosca mi ricorda che l’operazione ha un significato concettuale, allora svicolo subito per non sentirmi troppo demodè.
Comunque arrivo a “Landina” come Mosca e nel momento di scegliere il luogo mi rifugio nel bosco dove ca va sans dire mi sento a casa. Gli artisti selezionati dalla Boisi, provengono tutti da zone diverse d’Italia, più uno da Dresda e un altro dalla Slovenia. Sono certamente di gran lunga il più “adulto”, quello che ha visto passare più acqua sotto i ponti, ma mi ritrovo tra pittori con un’energia vera e soprattutto con una passione che, quando la scopri in persone che non conosci, ti sorprende.
Ma perchè ho nostalgia della pittura come si diceva una volta “corpo a corpo”? Che poi cosa vuol dire? Insomma perchè la necessità di un contatto diretto con le cose, noi che siamo tutti pittori astratti e che amiamo solo Burri e i suoi sacchi? Perchè l’arte è sempre e comunque astratta, ma ha bisogno di questo contatto col mondo per poi restituire un’altra realtà inventata.
Come ha fatto Boccioni ben quasi cento anni fa. Quando, innamorato della principessa Colonna, mentre dipingeva nella villa di Pallanza a pochi metri da Mergozzo il ritratto del Maestro Busoni, si è lasciato scappare due capolavori visti dal balcone. E solo cinque anni prima aveva dipinto La città che sale.
Landina, un’esperienza di Pittura en Plein Air
Kristian Sturi, Vincenzo Simone, Lorenzo di Lucido,
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