La 71ma Mostra del Cinema ci è sembrata ricca per le sue proposte, per i paesi presenti (circa 50) e per la varietà dei suoi contenuti oltre che per la sua immancabile cifra glam, riflettori, red carpet, lustrini, star ed eventi privati. Quest’anno lo spazio dedicato al lusso, alla moda, al look è stato assediato da contenuti seri, problematiche attuali, questioni sociali irrisolte.
Forse segno della crisi, da cui gli Stati Uniti tentano di risollevarsi come in 99 Homes (tra i favoriti film in concorso), mentre l’Europa sembra stagnante e legata a vecchie rimembranze. I nostalgici di Ulrich Seidl – Im Keller (In the basement, In cantina, fuori concorso) – che mostra l’altra faccia, quella sotterranea, delle perfettine abitazioni austriache, ordinate, pulite precise mentre nei sotterranei della casa, come dell’anima, trovano spazio pulsioni e istinti: poligoni di tiro, cimeli nazisti, teatrini sado-maso.
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Le regole della ‘ndrangheta calabrese, che strangola i suoi adepti, li vincola ad un passato da cui ci si può liberare solo con un atto violento, sono il filo conduttore del film di Francesco Munzi: Anime Nere (in concorso), ambientato in Aspromonte, ad Africo. Conservazione, tradizione, legami, faide familiari sono i percorsi su cui si snoda il film. I personaggi, tre fratelli, seppure con vite e contesti diversi, appartengono ad una dinastia criminale che negli anni si è evoluta e internazionalizzata. Hanno fatto parte del set, oltre agli attori, anche gli africesi, il film sarà doppiato anche nelle sale italiane in quanto il regista ha ritenuto l’uso del dialetto un importante elemento identitario.
È un film leone-meritevole, anche per il suo risvolto catartico ma in competizione con altre importanti pellicole italiane come “Hungry Hearts“ di Saverio Costanzo, molto apprezzato, e “Il giovane favoloso“ di Mario Martone, lettura autobiografica delle opere di un ribelle: Giacomo Leopardi, che stupirà non pochi studenti.
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Tra i film in competizione non ha convinto “The Cut” di Fatih Akin, regista turco-tedesco già vincitore dell’Orso d’Oro a Berlino nel 2004, sul genocidio degli armeni. Se la prima parte avvince per l’incalzare delle vicende e la crudeltà dei turchi, la seconda è inutilmente pretenziosa nella sequela dei luoghi in cui il padre cerca le figlie, trasformando un’ambizione epica, della durata di 2,18 ore, in una poco lacrimevole fiction televisiva.
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Fuori della Mostra del cinema, in programma al Lido di Venezia si segnala, all’interno del Festival del CinemadaMare, un film in cui i deboli sono protagonisti. “Vietato ai disabili”, film documentario prodotto da Rai3 e realizzato dalla redazione di Blob, sul progressivo decadimento dello stato sociale e dei diritti dei disabili nel nostro paese. Alla proiezione sono stati invitati tutti i rappresentanti delle istituzioni e della vita politica.
Questa sera in Sala Grande, si terrà la proiezione di “Pasolini” di Abel Ferrara con Willem Dafoe, Riccardo Scamarcio, Ninetto Davoli, Valerio Mastandrea, Maria de Medeiros, Adriana Asti, Salvatore Ruocco. Un film onirico e visionario, che mescola realtà e immaginazione sull’ultimo giorno della vita del poeta.
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Tra le proposte fuori concorso, per chi se lo fosse perso ieri, anche questa sera verrà proiettato “La trattativa” di Sabina Guzzanti, un’indagine sulla trattativa Stato-Mafia in cui si raccontano le inchieste e gli intrecci politici che hanno caratterizzato gli anni delle stragi.
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Per il calendario delle proiezioni dei prossimi giorni, vai sul sito della Biennale