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La stoffa delle artiste: una mostra dedicata alla moda ecosostenibile

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15 novembre – 7 dicembre 2014, museo Ca’ da Noal, Treviso

Dal 15 novembre 2014 al 7 dicembre 2014 si svolgerà la XIX edizione di Quilt promossa dall’Associazione Patchwork Idea, che è la principale del settore a livello nazionale. Per l’occasione sarà allestita una mostra dal titolo La stoffa delle artiste, che si terrà nella sede del Museo Ca’ da Noal di Treviso.

Il tema scelto per quest’anno è il viaggio intorno al mondo alla scoperta dei tessuti d’eccellenza con cui è possibile realizzare il quilt che, da semplice oggetto nato per mettere insieme gli scampoli avanzati o i vecchi ritagli di tessuti, è diventato un’opera d’arte che intende promuovere la moda ecosostenibile.

Borse canapa

L’esposizione si caratterizza per i circa sessanta lavori realizzati dalle donne appartenenti all’Associazione che vogliono creare abiti utili a rispettare l’ambiente e che regalano benessere, come quelli costruiti con gli scarti delle arance o con il latte che ha alcune proprietà idratanti, ma anche con materiali alternativi come i fiori e le foglie. Inoltre, sarà affiancato un importante calendario culturale con il quale l’associazione si propone di analizzare tutte le fibre ecologiche.

Fra le opere più interessanti ci saranno quelle della green designer Mariarosa Lucchetta che durante l’evento creerà i quilt usando semplicemente i materiali vegetali come se fossero delle stoffe.

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L’Associazione Patchwork Idea ha un’origine non recente, poiché si è formata dal 1995 quando l’hobby di creare il quilt si era ben presto trasformato nell’esigenza di condividere la passione anche con le altre persone.

Per questo Franca Berto, la Presidente dell’Associazione, e le altre donne si organizzarono in un gruppo che avrebbe consentito a tutte le partecipanti di apprendere la tecnica del quilt, che è molto usata ed ha origini americane giacché furono gli americani a realizzare tessuti con gli avanzi delle stoffe.

Il patchwork si è poi diffuso in Italia dalla seconda metà degli anni Novanta, con l’importazione dei tessuti particolari per confezionare i vestiti e i complementi d’arredo per la casa.

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Così le donne affinarono le loro conoscenze apprendendo persino dai libri dedicati a quest’arte e organizzando dei corsi itineranti. La prima mostra fu allestita alle Canoniche Nuove nel 1995, durante la quale furono esposti circa 100 quilt, un numero considerevole per il periodo, e per questo ottenne un buon successo di pubblico.

Tuttavia le fondatrici dell’Associazione si resero conto che la loro attività stava crescendo e perciò gli spazi erano insufficienti, pertanto fu loro concessa la Sala Espositiva Ca’ dei Ricchi del Comune di Treviso. Peraltro una svolta si raggiunse con Luisa Fragiacomo che vinse con il suo quilt al Primo Concorso Nazionale di Patchwork indetto da QuiltItalia, l’associazione a livello nazionale italiana di patchwork, quilting, lavori d’ago e affini.

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Ma in che cosa consistono i tessuti dei quilt realizzati dall’associazione e, soprattutto, quali sono le loro proprietà benefiche? In realtà, il principale obiettivo che emerge da questa iniziativa è di ridurre l’inquinamento prodotto durante la consueta realizzazione dei tessuti per i vestiti e rispettare dunque sia l’ambiente sia la pelle.

Diversi marchi stanno intraprendendo la strada della moda etica ed equo solidale, un settore di tendenza che si è sviluppato in particolare negli ultimi anni sia dalle grandi case di moda sia da quelle più piccole. La moda, che come già detto si avvale di materiali di riciclo, produce abiti dal design semplice e dal packaging che è essenziale affinché si rispettino i principi che hanno fatto sorgere e consolidare quest’abitudine.

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Benché i materiali selezionati siano quelli di scarto, in realtà, sono tutti naturali come il cotone, la canapa, la juta, il bambù e l’ortica, ma anche le fibre del latte che non danneggiato la pelle.

«Per tutti, ma in particolare per chi ha una pelle sensibile o soffre di allergie, è importante evitare i tessuti sintetici come poliestere, nylon e metacrilati che sono derivati dal petrolio e possono irritare la pelle», ha spiegato Pucci Romano, il presidente dell’Associazione Internazionale di Ecodermatologia Skineco.

Ogni materiale menzionato se preso nel suo aspetto originale, e quindi non trattato, può produrre solo benefici come avviene per il cotone che, se fosse biologicamente coltivato, non richiederebbe l’azione degli insetticidi, ma l’eliminazione degli insetti avverrebbe in modo naturale e ciò favorirebbe senza dubbio un basso impatto ambientale riducendo di molto i rischi per la salute.

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Inoltre, la canapa non ha bisogno di pesticidi bensì la sua coltivazione è in assoluto la più ecologica, perciò i vari stilisti stanno rivalutando l’uso di questa materia prima.

La juta è invece considerata la seconda fibra più diffusa dopo il cotone ed è sia riciclabile sia biodegradabile. Il latte, poi, pur essendo considerato fra i nuovi materiali eco-friendly, ha tuttavia un’origine molto antica giacché il filato del latte nasce in Italia negli anni Trenta ed è fra i migliori poiché è soffice e leggero. Dopotutto che cos’è la moda se non la sperimentazione di tecniche e materiali diversi? È quello che, infatti, emergerà durante la mostra di Treviso.

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La stoffa delle artiste. Trame e talenti per un inconsueto viaggio nel mondo del tessuto
Museo Ca’da Noal
Via Canova, 38 Treviso
15 novembre 2014 – 7 dicembre 2014
Tel. 0422544895
www.patchworkidea.net
Ingresso libero

 

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