Unico italiano del catalogo di Contemporanei di Sotheby’s, Maurizio Cattelan conferma le tendenze di un mercato mondiale che tra gli artisti del Belpaese fatica a buttare l’occhio oltre gli anni ’60. Fatta eccezione appunto per il padovano autore di L.O.V.E., o meglio conosciuto “dito medio” di Piazza Affari.
Con una stima di 1,2-1,8 milioni di dollari andrà all’incanto “Untitled” una singolare e spiritosa miniatura di un pianerottolo con due ascensori. Quello di sinistra aperto, quello di destra chiuso. Immagine evocativa di un mondo guidato dal fato, nel quale per inspiegabili e fortuite coincidenze, vite sconosciute e destini lontani si incrociano. Per pochi minuti o secondi, quanto basta per lasciar aprire o chiudere le porte, o per raggiungere il piano desiderato.
Nella banalità della vita quotidiana, Cattelan ancora una volta trova il suo appiglio, riesaminando in chiave surreale una scenografia a noi tanto comune da passare spesso inosservata. Ricrea un luogo d’attesa, o meglio un non luogo, con la stessa estrema cura del dettaglio che caratterizza tutta la sua produzione. Ma tutto in miniatura, manipolando le proporzioni umane e alludendo a mondi onirici che spesso hanno ispirato artisti e scrittori, come Jonathan Swift ne “I viaggi di Gulliver” o Lewis Carroll nel suo “Le avventure di Alice”.
“Gli oggetti di Cattelan sembrano abitare in una zona intermedia, una terra di nessuno” – scrive Massimiliano Gioni. “Occupano chiaramente lo stesso spazio degli spettatori, ma stanno un passo indietro da essi, racchiusi in una atmosfera sospesa e irreale, inventati e costruiti. Il più delle volte Cattelan nelle sue opere modifica le credenze degli spettatori, nonché la loro stessa collocazione fisica nello spazio. Non importa quanto aggressive e violente siano, le opere di Cattelan tendono sempre a minare la propria autorità prediligendo una posizione marginale. Non amano mai stare in piedi, sono letteralmente e metaforicamente senza una base, private del piedistallo, sempre in una situazione precaria. Sono sculture, ma sistematicamente rifiutano il peso morale e formale dei monumenti.
Dal canto suo Cattelan afferma: “Non sono un artista. Io davvero non mi considero un artista”. Come potremmo definirlo allora? Un sovvertitore della storia dell’arte? Qualcuno che con le sue creazioni artistiche, diverse e straordinariamente innovative, ha scardinato il sistema tradizionale dell’arte, interpretando gli sconvolgimenti politici e sociali dell’Italia dei giorni nostri e dando voce ad un senso di ribellione verso le norme sociologiche, culturali e politiche.
E anche questo Untitled non è estraneo a dichiarazioni politiche. Disorienta e allude alle furberie strategiche che stanno al cuore della vita contemporanea. Cattelan guarda con occhio critico la realtà e quest’opera si afferma come un esempio altamente significativo della sua sovversione alle tradizioni creative, culturali e sociali.
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