MANET E LA PARIGI MODERNA, Milano, Palazzo Reale, 8 marzo – 2 luglio 2017
“Manet è importante per noi quanto Cimabue e Giotto per gli italiani del Rinascimento” (Pierre- Auguste Renoir)
“Traeva elementi da tutti, ma che meraviglia la maestria pittorica con la quale riusciva a fare qualcosa di nuovo! ” (Edgar Degas)
Basterebbero queste affermazioni di importantissimi pittori, suoi contemporanei, per avere immediatamente idea del ruolo centrale di Edouard Manet nella storia dell’arte europea. L’intento di quest’uomo sfrontato e coraggioso, dotato di carisma particolare e di un immenso talento artistico, è stato quello di congiungere alla grandezza della pittura classica, la libertà dell’arte moderna. E non vi è alcun dubbio che ci sia riuscito.
Il suo prestigio, le sue idee e pratiche innovative nel campo pittorico, lo fanno diventare in breve leader e protagonista del movimento impressionista di cui in realtà non ha mai voluto fare totalmente parte: non partecipa alle otto mostre impressioniste tenutesi tra il 1874 e il 1886, esponendo sempre, nonostante la possibilità di esser rifiutato, al Salon, unica sede di cui riconosce l’autorità. Da subito mira a essere consacrato come l’innovatore, colui che porta l’arte nel solco della modernità. Ci riuscirà con straordinario vigore tramite una pittura magnifica, ricca di virtuosismo e invenzioni, energica nell’uso dei colori e nel taglio delle composizioni, e la sua ascesa si fermerà solo con la sua fine precoce.
“È molto più abile di tutti noi, ha trasformato il nero in luce” (Camille Pissarro)
La mostra Manet e la Parigi moderna che apre l’8 marzo a Milano al piano nobile di Palazzo Reale – fino al 2 luglio – racconta il percorso artistico del grande maestro (1832-1883) che, in poco più di due decenni di intensa attività, ha prodotto 430 dipinti, due terzi dei quali copie, schizzi, opere minori o incompiute. Un corpus in sé affatto esteso, ma in grado di rivoluzionare il concetto di arte moderna. Una vicenda la sua, che si intreccia a quella di altri celebri artisti, molti tra loro compagni di vita e di lavoro di Manet, frequentatori assieme a lui, di caffè, studi, residenze estive, teatri.
Le opere presenti in mostra arrivano dalla prestigiosa collezione del Musée d’Orsay di Parigi: un centinaio di opere, tra cui 55 dipinti – di cui 17 capolavori di Manet e 40 altre splendide opere di grandi maestri coevi, tra cui Boldini, Cézanne, Degas, Fantin-Latour, Gauguin, Monet, Berthe Morisot, Renoir, Signac, Tissot.
Alle opere su tela si aggiungono 10 tra disegni e acquarelli di Manet, una ventina di disegni degli altri artisti e sette tra maquettes e sculture.
Promossa e prodotta da Comune di Milano-Cultura, Palazzo Reale e MondoMostre Skira, curata da Guy Cogeval, storico presidente del Musée d’Orsay e dell’Orangerie di Parigi con le due conservatrici del Museo Caroline Mathieu, conservatore generale onorario e Isolde Pludermacher, conservatore del dipartimento di pittura, l’esposizione intende celebrare il ruolo centrale di Manet nella pittura moderna, attraverso i vari generi cui l’artista si dedicò: il ritratto, la natura morta, il paesaggio, le donne, Parigi, sua città amatissima, rivoluzionata a metà ‘800 dal nuovo assetto urbanistico attuato dal barone Haussmann e caratterizzata da un nuovo modo di vivere nelle strade, nelle stazioni, nelle Esposizioni universali, nella miriadi di nuovi edifici che ne cambiano il volto e l’anima.
La mostra prevede due macro sezioni: Manet e la nuova pittura e Manet e la Parigi moderna, a loro volta divise in dieci sottosezioni tematiche:
. Manet e la sua cerchia
. Ispanismo
. Nature morte
. Sulle rive
. Parigi, la città moderna
. Il lato nascosto di Parigi
. L’Opéra – Dipinti, disegni, sculture, maquettes
. Parigi in festa
. In bianco: l’universo femminile e gli spazi intimi
. In nero: le passanti e i loro misteri
Tra i capolavori di Manet saranno in mostra Lola de Valence (1862), Ramo di peonie bianche e cesoie (1864), La lettura (1848-1883), Il pifferaio (1866), Ritratto di Emile Zola (1868) Il balcone (1868-1869), Berthe Morisot con un mazzo di violette (1872), Ritratto di Berthe Morisot con il ventaglio (1874), Stéphane Mallarmé (1876), La cameriera della birreria (1878-1879).
Tra le opere più importanti degli artisti coevi: Ritratto di Henri Rochefort (1882 circa) e Scena di festa (1889 circa) di Giovanni Boldini, Pastorale (1870) di Paul Cézanne, Argenteuil (1872) e Le Tuileries (1875) di Claude Monet, Il Ballo (1878) e Le due sorelle (1863) di James Tissot, Il foyer della danza al teatro dell’Opéra in rue Le Peletier (1872) di Edgar Degas, Vaso di fiori (1873) e Garofani (1877) di Henri Fantin-Latour, Il ballo dell’Opéra (1886) di Henry Gervex, Giovane donna in tenuta da ballo (1879) di Berthe Morisot, Il bagno (1873-74) di Alfred Stevens, La Senna al ponte Iéna. Tempo nevoso (1875) di Paul Gauguin, Strada di Gennevilliers (1883) di Paul Signac, Madame Darras (1868 circa) e Giovane donna con veletta (1875 circa) di Auguste Renoir.
Il catalogo della mostra è edito da Skira.
Informazioni utili
MANET E LA PARIGI MODERNA
Milano, Palazzo Reale
8 marzo – 2 luglio 2017