Greenhouse. Serra. La mostra personale di Gianfranco Baruchello (1924) organizzata presso la Galleria Massimo De Carlo, situata nello storico Palazzo Belgioioso a Milano (fino al 18 marzo), è proprio questo: un ambiente artificiale che contiene una serie di opere del periodo che va dagli anni Sessanta agli anni Novanta, caratterizzata da geroglifici, segni, punti di riferimento e di crisi insieme precisi e ambigui, dove ci si può perdere e ritrovarsi allo stesso tempo. Lo spazio espositivo è costituito da tre sale, con un totale di dodici lavori, il cui fil rouge è la capacità di Baruchello nel tradurre in arte la sua relazione con lo spazio che lo circonda dando vita ad una narrativa sia politica e sociale, sia poetica e filosofica.
In mostra sono presenti grandi tele che esemplificano la “creatività di confine” dell’artista livornese. Una pittura frammentata e miniaturizzata fatta di disegni e scritte con frequenti rimandi alla filosofia o a simboli della società consumistica e televisiva, come il dittico della prima sala More news in a moment but first this message, un insieme di ritagli di giornale, fotografie e disegni a matita con cui si tenta di decodificare la complessa stratificazione di informazioni e linguaggi mediatici.
Vi sono poi gli assemblaggi in scatola, che rinviano a Duchamp e al suo ready-made, racconti dell’assurdo ricchi di sia di riferimenti storici come la guerra in Vietnam e l’ascesa del femminismo, sia di riferimenti personali come gli Archivi delle ossessioni dell’artista stesso.
Altra tappa fondamentale del tragitto di Baruchello è il rapporto tra agricoltura e arte, come si evince dall’installazione Una casa in fil di ferro e Greenhouse, assemblaggio in scatola da cui trae il nome la mostra. Essi alludono al progetto Agricola Cornelia, azienda agricola fondata dall’artista in seguito alla ricerca di un proprio spazio fisico e mentale.
In linea con la poetica di Baruchello, Greenhouse si pone come un caleidoscopio di elementi in cui tutto c’entra con tutto, in una concatenazione virtualmente infinita. Come afferma Baruchello: l’unica cosa che non c’entra, l’unica frase e domanda da bandire, è proprio: “Cosa c’entra questo con quello?”
Informazioni utili
GREENHOUSE-Gianfranco Baruchello
Dal 26 gennaio al 18 marzo 2017
Piazza Belgioioso 2 – Milano