La Fondazione Prada ha inaugurato nella sede di Milano un programma di ricerca e di informazione sull’arte sviluppatasi a Chicago nel secondo dopoguerra attraverso tre esposizioni, curate da Germano Celant.
Con Leon Golub, H.C.Westermann e Famous Artists from Chicago. 1965-1975 la fondazione prosegue così nella sua strategia di rilettura di momenti storici dell’arte contemporanea che, anche se non (ancora) riconosciuti completamente dalla critica, hanno segnato l’attualità delle nuove generazioni artistiche – dai graffitisti ai neo-tecnologici.
>> La Fondazione Prada propone tre approfondimenti tematici dedicati a due generazioni di artisti formatesi a Chicago tra gli anni Cinquanta e Sessanta.
Questo progetto contribuisce a indagare la loro produzione fuori dai principali centri di diffusione d’arte, da Parigi a New York, per focalizzarsi sullo sviluppo di scene alternative nate intorno a scuole e accademie -in questo caso la School of the Art Institute of Chicago– e in competizione o in posizione critica rispetto al discorso industriale e riduttivo della Minimal Art.
>> Leon Golub, la prima parte del percorso espositivo, si sviluppa nelle gallerie Nord e Sud della fondazione e affronta due aspetti complementari dell’opera del pittore americano. L’esposizione conta 22 acrilici su tela di grandissime dimensioni, realizzati dalla fine degli Sessanta agli anni Ottanta e 58 fotografie stampate su carta trasparente negli anni Novanta.
Golub (Chicago, 1922 – New York, 2004), fin dalla sua formazione a Chicago, esplora un personale approccio alla figurazione, discostandosi dallo stile dominante dell’Action Painting e dell’Espressionismo astratto della New York School. L’esposizione si concentra sulle componenti politiche del suo lavoro.
Nel corso degli anni, i suoi soggetti si fanno sempre più radicali, e impegnati, come nella serie Mercenaries, grandi tele su cui trasporta i riferimenti diretti alla guerra in Vietnam, cosicché diventino simboli della condizione para-militare del vivere contemporaneo.
>>H.C.Westermann è invece una riflessione espositiva che raccoglie nel primo piano del Podium 53 sculture di grandi e piccole dimensioni realizzate tra gli anni Cinquanta e gli anni Ottanta e una selezione di 20 opere su carta. L’artista (Los Angeles 1922 – Danbury 1981) inizia la sua carriera a Chicago dove, dopo l’esperienza militare nel corpo dei Marines nel Sud Pacifico e in Corea, studia arti applicate alla School of the Art Institute. La mostra esplora il suo particolare e intenso approccio alla lavorazione del legno che gli deriva dalle tradizionali tecniche di carpenteria.
Il rifiuto per il formalismo e la predilezione per i materiali di recupero, così come la visione nostalgica verso un’America scomparsa e lo sguardo critico sulla brutalità del presente, sono diventati elementi d’ispirazione per le successive generazioni di artisti attivi non solo a Chicago. Coetaneo di Leon Golub, Westermann si avvicina all’arte in età più matura e può essere idealmente considerato un ponte tra le due generazioni di artisti formatisi alla School of the Art Institute, per i quali è una sorta di padre spirituale con un suo personalissimo gusto surrealista per l’enigma e la manipolazione.
>>Famous Artists from Chicago. 1965-1975, ospitata al piano terra del Podium, è concepita come un approfondimento del lavoro di artisti attivi negli anni Sessanta e Settanta e protagonisti di mostre che mettevano in discussione le tradizionali convenzioni allestitive, come Hairy Who (1966-‘67), False Image (1968-‘69), Nonplussed Some (1968-’69), organizzate all’Hyde Park Art Center di Chicago, e la mostra itinerante “Made in Chicago”, presentata per la prima volta alla Biennale di San Paolo nel 1973.
Attraverso una selezione di 133 opere tra dipinti e sculture, Famous Artists from Chicago. 1965-1975 attesta la vivacità dell’ambiente culturale della città americana come centro di produzione narrativa e figurale.
Come osserva Germano Celant: “rispetto agli artisti noti come Monster Roster, gruppo di cui fanno parte tra gli altri Leon Golub e H. C. Westermann, che hanno ancora la pretesa di rispondere in maniera esaustiva e caustica alle falsificazioni politiche e ideologiche, connesse con il potere maschile e imperialista statunitense, propagatore di guerre e disastri mondiali, gli Imagists sono più cinici e disincantati. La presa di coscienza dell’estrema vastità di tragedie urbane e nazionali li spinge a rispondere con ‘deformazioni’ e rappresentazioni grottesche dell’essere umano. Evitano lo stato di denuncia, per offrire una sovversione visuale che contempli la distruzione del corpo, frammentato e spezzato: un rappresentare la vita nel suo sperpero di energie sessuali e carnali, dove il sangue scorre e l’ambiguità dell’esistere porta a trasformazioni disumane. Non si fissano su un discorso moralista, ma cercano di procedere svegli e attenti con l’ottica del rovesciamento ironico”.
Leon Golub, H. C. Westermann e Famous Artists from Chicago. 1965-1975
Fondazione Prada
20 ottobre 2017 > 15 gennaio 2018
Per informazioni su orari e biglietti consultare il sito ufficiale della Fondazione