TEFAF 2009- MAASTRICHT
The European Fine Art Fair
13 – 22 marzo 2009, Maastricht
TEFAF 2008, photo by Loraine Bodewes
LA GRANDE LEZIONE DEL TEFAF 2009
Questa volta la lezione di Maastricht è stata memorabile. Da ricordare. L’aspetto più impressionante delle sensazioni è che, sull’aereo di ritorno verso Milano, confrontandomi con i colleghi della stampa italiana presenti per alcuni i commenti e le opinioni coincidevano. Qualche volta erano addirittura perfettamente sovrapponibili. Sembravano in fotocopia. Non ce lo eravamo detti all’andata, ma tutti eravamo -silenziosamente- curiosi di capire in che modo questo parterre internazionale dell’arte si sarebbe presentato, in tempi simili. Quale vestito poteva mai indossare? Quale politica non solo di immagine ma di contenuti avrebbe sposato? Il tempo di sciacquarsi la faccia in Hotel e via. Subito ci siamo infilati prima veloci nel press office a registrarci poi nella grande fiera olandese. Sparpagliati, come sempre, ognuno alla ricerca della prima impressione (che è quasi sempre quella che delinea la vera cornice per qualsiasi incontro). L’impatto, almeno per me, è stato folgorante. Da subito ho capito che questi mercanti, i migliori in assoluto al mondo per tutti i settori del collezionismo d’arte, avevano reagito (d’accordo o per istinto) come un grande net-work. Tutti allo stesso modo puntavano non più sui mega top-price, sulle opere stra-milionarie comprate qualche mese prima nelle aste ed esibite con egocentrico mal-gusto a qualche milione di dollari in più, com’era avvenuto nelle ultime edizioni. No, questa volta sin dai primi metri negli stand d’apertura era fisicamente tangibile la presenza di una qualità molto diffusa e spessissimo accessibile. Per la prima volta era possibile chiedere prezzi veri. Alla portata se non di chiunque di un pubblico enorme. E dove invece stanziavano super capolavori le stime erano persino inferiori a quelle circolante a metà anni Novanta. Come se tutti insieme gli stand avessero voluto bisbigliare qualcosa a un pubblico frastornato dai video in arrivo proprio in quelle ore da New York che presentavano un Madoff in cappotto sottile foderato da un giubbotto anti-proiettile mentre usciva dal tribunale diretto al carcere dopo aver ammesso per intero le sue colpe. L’iconica e demoniaca immagine dell’avidità fine a se stessa, giunta al termine della sua corsa, è simile a una stanza vuota e sporca alla fine di un trasloco. Che ci si mette dentro poi? Al pubblico di investitori che da qualche anno circolava per gli stand di Maastricht per spendere milioni rubati il messaggio sembrava quasi irriverente, un po’ crudele, ma centratissimo. Ora che vi siete riempiti le case con gli artisti inventati a tavolino o le firme fashion-style comprati a prezzi sbalorditivi, ora che siete sulle strade delle patrie galere (almeno negli States) dopo aver truffato la gente per bene, solo ora tiriamo fuori la vera “qualità”, la vera “arte”. Quella che nessuno di loro avrebbe nemmeno capito di sfiorare e dunque era inutile esporre. Ciascuno di noi, dicevo, all’inizio si è perso nei meandri delle sue passioni. Capendo però le stesse cose. Io ad esempio ho incontrato in vari stand una formidabile mostra sull’Informale e sull’Espressionismo. Con capolavori assoluti specie di Nicolas de Stael, insieme ad opere europee interessantissime di Pierre Soulages, Jean-Paul Riopelle, Karel Appel, Jean Bazaine, Maurice Estève, Georges Mathieu, Asger Jorn o Manolo Valdes. Ho visto un Willem de Kooning del 1934, quando amava Arsile Gorshky, ed anche diverse sue opere magnifiche degli anni ’70. Ho incontrato in vari stand mostre personali di Alexej von Jawlensky, Serge Poliakoff, Chaim Soutaine o Egon Schiele. Insomma ho visto una mostra che nemmeno la Tate Gallery o il Centre Pompidou sarebbero riuscite ad allestire. Chiedendo qua e là i prezzi che partivano da 50/60 mila euro per arrivare a 1,6 milioni su un de Kooning da svenire del 1972. Insomma, quasi che i grandi mercanti del mondo abbiano cercato di illustrare l’idea che l’arte europea astratta ha degli autori e delle ricerche raffinatissime. Che il clamore e la dittatura degli States anche in questo campo è a una svolta. Poi sono passato sugli antichi e anche qui sono rimasto stupito. Oltre al Rubens da 5 milioni venduto subito nello stand Bernheimer-Colnaghi, potevi incontrare ovunque tele e tavole straordinarie con prezzi intorno agli 80-150 mila euro. Uguale discorso per gli oggetti d’arte e diversi altri settori. Nello stand di Shapero (Londra) uno dei mercanti più straordinari al mondo di libri e manoscritti antichi erano esposti 10 piccoli acquerelli cinesi del 1830 con il prezzo scritto sulla scheda: 6.000 euro. Certo, voltato l’angolo, potevi sbattere la faccia su un grande Francis Bacon o su una raccolta di Warhol o Basquiat ma anche in questi casi i valori erano pesantemente rivisti e molto, molto più vicini alla realtà. Se chiedevi da Sperone-Westwater il prezzo di uno straordinario Basquiat del 1984 la risposta era 2,5 milioni $: intrattabili. La metà esatta di due anni oro sono. Insieme alla qualità diffusissima e ai valori assolutamente precisi e in moltissimi casi inferiori a quelli delle stime d’aste attuali, l’altro aspetto che colpisce di questo Tefaf è il net-work di eccellenza che questa fiera e questi mercanti sono riusciti a creare quasi alla perfezione. Nessuno offre mai l’impressione di lavorare contro gli altri. Se entrate in uno stand a cercare un oggetto specifico non di loro competenza sentirete quasi sempre il responsabile dirvi: “Non è qui che deve cercarlo ma là da quel mio collega, il numero uno al mondo per queste cose”. Un aspetto marginale? Anzi! La povertà intellettual-commerciale del nostro italico mercato sconta sin troppo l’assenza di questo “format dell’eccellenza”. Da noi è molto difficile se non improbabilissimo incontrare questo tipo di approccio. Purtroppo è uno dei moltissimi punti che distanziano il mercato italiano da quello vero che ormai si è interamente e intelligentemente globalizzato. Ben poco possono fare la manciata di gallerie italiane presenti (di cui parliamo sotto). Oltre alle leggi obsolete e di napoleonico stampo, oltre alla griglia secolare delle burocratiche sovrintendenze e dei funzionari alla ricerca di fama, oltre alla politica decaduta miserevolmente il nostro Paese sconta una mentalità arcaica. Quasi rurale. Quella degli uni sempre e comunque contro gli altri. Durante il viaggio di ritorno da questa impressionante fiera molti tra noi si aveva un po’ l’aria trasecolata e malinconica. Di questo passo il nostro straordinario Paese è votato a perdere persino l’opportunità di eccellere in quel in cui -da sempre- ha più eccelso. Non è un caso che nella nuova sezione, l’unica forse discutibile di questo Tefaf, dedicata al Design mancasse totalmente uno spazio dedicato a quello italiano. Che, nel corso del Novecento, ha fatto storia. Ovunque. E’ mai possibile? Sono questi gli effetti prodotti da una nazione probabilmente poco amata. Poco capace di farsi amare. Ed è un vero, gradissimo peccato. Non solo per noi ma per l’Europa. Per il mondo intero. Proprio in questa fase di radicale cambiamento nel modo di pensare, di riflettere, di sentire e di amare un’Italia più raffinata, più curiosa, meno volgare e più artistica, meno corrotta e più colta, avrebbe di certo un ruolo trainante, con ampi, incredibili e persino divertenti benefici per tutti. Perché da ora una cosa è assolutamente certa. Quando i vecchi valori stanno per essere spazzati via, allora un vento che prima soffia appena ma poi diventa forte e trascinante, arriva. E’ quello che bisbiglia alle nostre orecchie di una sempre più urgente e ormai indifferibile rivoluzione nei nostri cuori. Che lentamente ci porterà dai consumi ai piaceri sostenibili. Dall’avidità agli altri. Dal cinismo all’etica. Dalla politica degli affari al gioco della poesia. Dal cieco sensazionalismo alla purezza dell’arte. Lo champagne a fiumi e i secchi di ostriche dell’anno scorso non valevano nulla, rispetto alle opere di de Stael che ho incontrato quest’anno. Grazie Maastricht.
Alcuni dei giornalisti italiani
presenti all’inaugurazione del Tefaf 2009 venerdì 13 marzo
A sinistra Carlo Ducci, capo redattore centrale “Vogue Italia”. A destra Cesare Cunaccia collaboratore del gruppo Condé Nast e opinion leader nel mondo antiquariale italiano. Le loro opinioni in molti casi erano simili a quelle del nostro direttore
A sinistra Marco Carminati, capo servizio supplemento “Domenicale” de “Il Sole 24 ore”. A destra Marco Vallora professore di estetica e art editor per “La Stampa”
A sinistra Michele Buonomo, direttore “Antiquariato” di Cairo Editore autore di intelligenti e sintetiche opinioni sul Tefaf vicine a quelle del nostro direttore. A destra Roberta Olcese collaboratrice de “Il Secolo XIX” e di “Vanity Fair”. Inoltre erano presenti: Pia Capelli, collaboratrice del “Il Sole 24 ore” e Giacomo Nicolella Maschietti del gruppo Class Editori
Tefat 2008, foto di Pieter de Vries
Venerdì 13 marzo 2009 – Dai nostri inviati a Maastricht – La prima impressione raccolta nel corso della giornata inaugurale e’ che il pubblico internazionale di collezionisti sia presente in massa. Con moltissimi americani, dato questo inaspettato. La mostra sembra di altissima qualita’ ma concentrata piu’ su pezzi storici alla portata che su top-price ultra-milionari. In generale si nota una forte presenza di opere dell’arte moderna (da De Stael a de Kooning, Picasso, Magritte. Jawlensky, ecc.) mentre gli arredi di alta epoca sono meno presenti rispetto all’anno scorso. Ottima la copertura come sempre per i dipinti antichi. Oggi ArsLife cerchera’ di sapere meglio come stanno andando gli affari. Da Bernheimer-Colnaghi venduto un ritratto su tavola del Rubens per 5 milioni di euro
venerdi’ 13 marzo 2009 – Dai nostri inviati a Maastricht
La cosa piu’ evidente e impressionante tra la giornata inaugurale di ieri e stamattina che e’ il primo giorno di apertura ufficiale al pubblico consiste nella sensazione che i visitatori quest’anno potranno essere maggiori rispetto all’edizione 2008. Nessuno si aspettava cosi’ tanti americani. Presenti tutti i grandi collezionisti e i curatori museali di oltre 20 grandi musei di tutto il mondo. La fiera si presenta in apparenza con un tono piu’ dimesso rispetto alla predenti edizioni, nel senso che si é fino ad ora evitato di dare spettacoli inutili di lusso. Niente ostriche e champagne nella preview privata (estesa alla stampa internazionale) ma solo qualche frugale sandwich con vino bianco, rosso e acqua naturale. La sensazione e’ che siano presenti moltissimi capolavori e opere di alta qualita’ dell-arte moderna storica. Cosi’ come dil Old Master e diarcheologia o desing. Diminuita a nostro avviso la presenza di top-price negli arredi d’epoca.
Ecco di seguito alcuni risultati di vendite effettuate durante l’inaugurazione e oggi venerdi’ 13:
Ben Janssens Oriental Art ha dichiarato la vendita di oltre trenta opere. Tra le quali il torso di un Buddha (557-577 AD) a 100.000 euro
la Delaive Gallery di Amsterdam ha venduto un ”Oiseau” di Karen Appel del 1951 a 350.000 euro
la Hauser & Wirth Zurich gallery di Londra ha venduto ”Personnages” una scultura di Louise Bourgeois a circa 1 milione di dollari
la Landau Fine Art di Montreal ha venduto una scultura del 1953 di Le Corbusier a un collezionista privato (non siamo riusciti a sapere il prezzo)
la Galeri Thomas di Monaco ha venduto un lavoro su carta di Wassily Kandinsky del 1920 a circa 1,2 milioni di euro. E un acquerello di Emilo Nolde a 350.000 euro
la Sperone Weswater di New York ha venduto un lavoro di Evan Penny per 80.000dollari e uno di Jan Worst per 135.000 euro
la Rupert Wace Ancient Art gallery di Londra ha venduto un reperto archeologico bronzeo sardo tra il X e il VII secolo (BC) a 120.000 euro
la Johnny van Haeften Ltd gallery di Londra ha venduto un quadro di paesaggio di Maerten Ryckaert (1587-1631) per 1 milione di dollari e un piccolo Jan Brueghel the Elder e Joos de Momper per 500.000 pounds
la Bernheimer-Colnaghi Old Masters di Monaco ha venduto ”Portrait of a youn man” (olio on panel 66×52 cm) di Rubens a un collezionista privato per 5 milioni di euro
GLI ESPOSITORI ITALIANI
Quest’anno il Tefaf vede la presenza di oltre 200 tra i più importanti mercanti d’arte e d’antiquariato, provenienti da 15 Paesi. La rappresentanza italiana vede 12 espositori che presentano dipinti, sculture, argenti, oggetti di arredamento e gioielli contemporanei. Questi i partecipanti: Altomani & Sons, Milano, Pesaro; Galleria Alessandro Cesati, Milano; Antichità Alberto Di Castro, Roma; Cesare Lampronti, Roma; Galleria Silvano Lodi & Due, Milano; Galleria Moretti, Firenze, Londra, New York; Galleria Piacenti, Firenze; Piva & C, Milano; Rob Smeets, Milano, Ginevra; Robilant + Voena, Milano, Londra; Gianmaria Buccellati, Milano e Bulgari, Roma.
La Galleria ALTOMANI di Milano e Pesaro, diretta da Giancarlo e Andrea Ciaroni, Anna Maria Altomani, è specializzata in importanti opere d’arte con un esperienza nel settore di oltre trent’anni. Iniziata per la passione della maiolica d’alta epoca, è poi proseguita con la pittura, scultura e mobili italiani di massimo pregio. La Galleria è entrata nel mercato dell’antiquariato di alto livello con risultati significativi, partecipando alle mostre più importanti e con rapporti con i più importanti musei italiani e internazionali.
stand 177 , Antichità e oggetti d’arte, maioliche, dipinti antichi, sculture in bronzo
Milano, Via Borgospesso 14, T +39 02201033, C +39 3351347003, F +39 0289074251, mail@altomani.com
Pesaro (PU), Via Baviera 18-20, T +39 072169237, C +39 3351347004, F +39 072169237, mail@altomani.com
Elisabetta Sirani (1638-Bologna-1665)
La Virtù e la Fama, circa 1655-1665
olio su tela, 88.5 x 1148 cm
Galleria Alessandro Cesati
La Galleria d’arte Cesati, fondata nel 1982 è a Milano, vicino al Castello Sforzesco. Specializzata in opere di ferro e di arte europea dal periodo medievale fino al XIX secolo. L’attività della galleria si suddivide nella ricerca di opere di qualità e negli ultimi anni, con lo studio e la ricerca scientifica, nella pubblicazione di diversi libri. La galleria Alessandro Cesati fin dalla sua apertura ha organizzato parecchie mostre tematiche, tra cui: lucchetti (1989), incudini (1990), battenti (1991), morsi per cavalli (1993), alari (1997).
La Galleria, che da oltre dieci anni partecipa al TEFAF, quest’anno presenterà il volume “Doorknockers. Picchiotti da porta. Una collezione di sculture in ferro” e la collezione stessa, composta da più di sessanta pezzi. Il volume raccoglie i testi di Mario Scalini, Soprintendente ai Beni Artistici e Storici di Modena e Reggio Emilia (già direttore del Museo Bardini di Firenze) e il testo di Carlo Donà, ordinario di Filologia Romanza all’Università di Messina. A due anni di distanza dal volume “Locks-Serrature”, Fiorenzo e Alessandro Cesati rendono omaggio con una nuova monografia ai picchiotti da porta, presentando una ampia e rara collezione di esemplari figurati, realizzati in Europa fra il Medioevo ed il XVIII secolo. Insieme alle serrature ed alle chiavi, i picchiotti sono gli oggetti in ferro di maggiore complessità esecutiva e in cui vengono raggiunti i più alti livelli estetici. L’idea originaria dell’iniziativa è stata quella di evidenziare – all’interno dalla grande tipologia dei picchiotti in ferro – un cospicuo numero di esemplari di alto livello qualitativo, contraddistinti da un ricco ornato antropomorfo, zoomorfo o fitomorfo. Come già i congegni di chiusura, di nuovo i picchiotti riprodotti nelle pagine del volume, sono di nuovo gli attori protagonisti di una sequenza di immagini attraverso le quali vengono poste in risalto le singole virtù plastiche e artistiche ed al tempo sottolineata la grande importanza del loro ruolo simbolico e ‘visivo’. La significativa serie degli oggetti selezionati documenta al tempo stesso anche l’estro e l’immaginazione di valentissimi artefici del ferro, capaci di plasmare una materia così dura e sfuggente sino ad ottenere nello spazio di pochi centimetri delle vere e proprie sculture: piccoli ‘capolavori’ degni di entrare a far parte di una antica o moderna Wunderkammer. Il volume “Doorknockers. Picchiotti da porta. Una collezione di sculture in ferro” è pubblicato da CESATI & CESATI, Milano, in edizione bilingue, cm 25 x 31, pp.140 (116 a colori e 24 b/n), rilegato con sovracoperta.
battente italiano, XVI secolo |
battente italiano, XVIII secolo |
battente spagnolo, XV secolo |
stand 186 , manifatture europee in metallo e oggetti d’arte.
Milano, Via San Giovanni sul Muro 3, T +39 0286460928 F +39 0272021664 acesati@tiscali.it
La Galleria Antichità Alberto Di Castro è presente nel mondo dell’antiquariato da quattro generazioni, si trova nella storica piazza di Spagna a Roma. La sede espositiva si articola su due piani intorno ad un cortile nascosto ed è meta privilegiata di collezionisti, amanti dell’arte, storici dell’arte, curatori di musei e mercanti di tutto il mondo, attratti dall’originalità e dal valore degli oggetti presentati. Antichità Alberto Di Castro, con precisi intenti culturali, ha inteso negli anni coniugare l’attività di mercato alla più rigorosa ricerca storico-artistica, avvalendosi degli studiosi più autorevoli nei rispettivi ambiti di interesse e dedicando mostre ed esposizioni al ritrovamento di opere disperse o a tematiche cruciali per gli studi.
La galleria da dieci anni partecipa al TEFAF di Maastricht presentendo oggetti, marmi, mobili d’epoca e dipinti a testimonianza del forte interesse delle collezioni romane dal Rinascimento al Neoclassicismo.
armadio sormontato da timpano con busto di marmo di Antinoo
legno di noce con inserti ebanizzati
Toscana, 1815-1820, 232 x 112.5 x 39 cm
Cesare Lampronti srl
Galleria fondata nel 1914, ora diretta da Cesare Lampronti. Specializzata in dipinti antichi, fin dal 1961 assume rilievo nella scena internazionale e nell’ambito delle aste. Dal 1983 la Galleria Cesare Lampronti ha pubblicato oltre dodici cataloghi di mostre allestite nei suoi spazi con un’attenzione particolare per le nature morte, i paesaggi e le vedute di artisti italiani e fiamminghi dal XVII al XVIII secolo. All’edizione 2009 del Tefaf presenterà due dipinti
(Venezia 1697–1768)
Capriccio con le Prigioni di San Marco in una piazza,
una carrozza e figure
olio su tela, 105,3 x 127,5 cm
Bernardo Bellotto
(Venezia 1722 – Varsavia 1780)
Veduta di Roma con il Colosseo e l’arco di Costantino
olio su tela, 61 x 98 cm
Stand 373 , dipinti antichi italiani ed europei (XVI – XVIII secolo)
Milano, Via Manzoni, 12 T +39 0276020829 F +39 0276020829 cesare.lampronti@fastwebnet.it
La Galleria Silvano Lodi & Due è stata fondata a Milano nel 1991 e prosegue l’attività della Galleria Silvano Lodi, inaugurata negli anni Sessanta a Monaco di Baviera. La collezione di nature morte italiane custodita a Campione d’Italia è assai conosciuta e rappresenta l’amore per l’arte di Silvano Lodi Sr. tramandato ai suoi figli. Queste opere sono state esposte in una mostra itinerante a New York, Berlino (National Galerie), Monaco (Alte Pinacothek), Gerusalemme (Israel Museum), in Giappone e in molti altri musei e spazi pubblici.
L’attuale direttore della galleria milanese è Silvano Lodi jr. I lavori esposti in galleria sono principalmente dipinti, con un’attenzione particolare per quelli compresi tra il tardo XVI secolo e il tardo XVIII. Sono pure presenti opere di arte moderna del dopo guerra, dagli anni Quaranta ai Sessanta e dipinti di arte contemporanea che esprimono il gusto dei galleristi. La Galleria Silvano Lodi & Due è ubicata in un palazzo del XVIII secolo a pochi passi dal triangolo della moda di via della Spiga e Montenapoleone. L’esposizione dei quadri è suddivisa tra primo piano con i dipinti antichi e secondo dove trovano spazio quelli moderni. La galleria è stata una delle prime in Italia ad essere invitate al TEFAF, undici anni fa. Fin dal 2007, la sezione di arte moderna è curata da Manuela Lodi, moglie di Silvano, con la sua Lodi Arte. La Galleria Silvano Lodi & Due ha assunto questo nome con l’entrata in società dei nuovi memebri Umberto Giacometti e Dario Porcini. La galleria si appoggia inoltre alla profesionalità e al coordinamento di Milena Zanotti.
attribuito a Pietro Bellotti
(Volciano di Salo 1627-1700 Gargnano)
Giovane seduto su di un cesto
olio su tela
94 x 72. 5 cm
Fondata nel 1999 è situata nel cuore di Firenze, tra Palazzo Strozzi e Santa Maria Novella. Diretta da Gabriele Caioni e Flavio Gianassi, ha come presidente Fabrizio Moretti. La mostra inaugurale che ha segnato l’inizio dell’attività della galleria era intitolata “Da Bernardo Daddi a Giorgio Vasari” ed ha dimostrato la forte specializzazione della Galleria Moretti per l’arte italiana degli antichi maestri toscani. Il costante impegno nella documentazione e negli studi ha reso possibile una nuova importante mostra nel 2007: “Dagli eredi di Giotto al primo Cinquecento”.
Con l’obiettivo di promuovere i grandi dipinti italiani nel mondo sono state aperte al pubblico due nuove sedi, a Londra nella prestigiosa New Bond Street e negli Stati Uniti, a New York. Lo scopo è quello di diventare un punto di riferimento per i collezionisti internazionali di old masters dal XIV al XVIII secolo.
Maestro del Polittico di Arignano o
attribuito a Francesco Squarcione
(circa 1395-Padova-1468)
Madonna e Bambino circondati da cherubini
olio su tavola, 67.6 x 40.3 cm
stand 403 , dipinti antichi italiani
Firenze, Piazza degli Ottaviani, 17/r T +39 0552654277 F +39 0552396652 info@morettigallery.com
Londra, Moretti Fine Art Ltd, 43-44 New Bond Street T +44 2074910533 F +44 2074910553 london@morettigallery.com
New York, Moretti Fine Art Ltd, 24 East 80th Street T +1 2122494987 F +1 2127550792 newyork@morettigallery.com
Maestro di San Jacopo a Mucciana
(Toscana, attivo 1390-1420)
Il matrimonio mistico di S. Caterina con angeli,
con S. Luca, S. Lorenzo, Paolo, Giovanni l’Evangelista,
Pietro, Matteo, Filippo (?), Marco, due vescovi,
tre frati santi, quattro donne martiri
olio su tavola, 53 x 36 cm
Diretta dai fratelli Emanuele e Leonardo Piacenti, la galleria è impegnata nel campo dell’arte dal lontano 1875. L’attività nasce dalla passione e dall’interesse per gli oggetti artistici e di valore storico, sulle orme del padre la cui attività era focalizzata sui dipinti e le sculture europee dal XIV al XIX secolo. La Galleria Paicenti ha preso parte alle più importanti fiere nazionali ed internazionali consolidando i rapporti commerciali e le relazioni con i collezionisti, gli amanti dell’arte, i musei e le fondazioni.
La Galleria Paicenti presenta al Tefaf 2009 opere accomunate da qualità e dall’ottimo stato di conservazione. Cominciando da un capolavoro della scultura del Barocco romano di Gian Lorenzo Bernini, mentre per la pittura napoletana veranno esposti Mattia Preti “Pindaro” (Taverna 1613 – La Valletta 1699) e Domenico Brandi (Napoli 1683 – 1736) “Gruppo di Levrieri con stemma della famiglia Pignatelli”. Per la pittura lombarda Daniele Crespi “Sacrificio d’Isacco” e un bellissimo Pier Francesco di Jacopo Foschi maestro del 500′ fiorentino, “Giuditta e Oloferne”.
Emanuele e Leonardo Piacenti accanto al dipinto di Domenico Brandi
Gruppo di Levrieri con stemma della famiglia Pignatelli
Olio su tela, 142 x 227,5 cm
stand dipinti antichi e sculture
Firenze, Palazzo Martellini del Turco, Via Maggio 17/r T +39 055285232 F +39 0552676754 info@piacentiart.com
Mattia Preti
(Taverna 1613 – La Valletta 1699)
Pindaro
olio su tela, 127.5 x 95 cm
Domenico Piva è antiquario dagli anni ’60, quando inizia la collaborazione con il padre Giuseppe mentre termina gli studi di giurisprudenza. Nel 1970 apre la sua prima galleria in via Sant’Andrea. Attualmente la sede della Piva&C è in via Bigli, organizzata su due piani dove vengono esposte molte delle opere a disposizione. Con una filosofia di acquisto fortemente orientata verso la qualitá, la Piva&C tratta prevalentemente arte e arredi del Settecento veneziano e lombardo, pur spaziando in tutti i campi dell’antiquariato; negli ultimi anni ha accentuato l’interesse sulla pittura e sulla scultura, proponendo opere di altissimo livello. Miscelando la passione del collezionista e le conoscenze del professionista, Domenico Piva ha saputo costruirsi una solida reputazione ed è considerato oggi uno dei massimi antiquari operanti in Italia. La galleria espone nelle piú importanti fiere e mostre italiane ed internazionali, tra cui Firenze, Roma, Milano, Maastricht. Domenico Piva è presidente della Federazione Italiana Mercanti d’Arte Antica.
A Tefaf 2009, la galleria presenta una serie di arredi italiani del Settecento di livello e gusto internazionale che vanno dallo straordinario comoncino veneziano ricurvo in lacca verde scuro decorato a fiori e uccelli alla superba coppia di cassettoni veneziani in radica di noce ad un compendio di porte e di pannelli piemontesi già provenienti dalla collezione di Pietro Accorsi di Torino, oltre a un gruppo di porcellane di Meissen e di Venezia sempre risalenti al XVIII secolo. Per le opere pittoriche saranno esposti un eccellente “Ritratto” di Domenico Tintoretto (Venezia 1560-1635) ed un vetro dipinto attribuibile a Giandomenico Tiepolo (Venezia 1727-1804) rappresentante una “Scena carnevalesca”, oltre ad una preziosa copia dei “Campi Flegrei” di Hamilton del 1776 completo delle 54 tavole miniate al naturale e altri oggetti tutti di alto profilo adatti ad un pubblico molto esigente.
stand 179 , arte decorativa e manifatture veneziane e lombarde del XVIII secolo.
Milano Via San Damiano, 2 T +39 0276020419 F +3902 76020419 info@pivaec.it
Milano Via Bigli, 7 T +39 0276000678 F +39 02783440: info@pivaec.it
Piccolo cassettone laccato con decorazione in policromia
a fiori e uccelli su fondo verde con profilature ad intaglio dorate
metà XVIII secolo, 79 x 95 x 53 cm
Edmondo di Robilant apre nel 1989 la galleria di Dover Street dopo aver diretto P&D Colnaghi. Mercante d’arte di dipinti antichi e dell’Ottocento da oltre venti anni, si è specializzato in dipinti italiani e francesi. Marco Voena, è nel mercato antiquario milanese da oltre dieci anni e si occupa di opere d’arte dai dipinti antichi al modernismo. Soci da otto anni hanno presentato insieme numerose mostre, tra cui: “Bologna e Ferrara: Due secoli di dipinti emiliani”, New York 1999, “Fine Old Master and Nineteenth Century Paintings”, New York 2003, “Julian Schnabel: Pintura del Siglo XXI”, London 2005, e la recente “Antonio Joli – Travels Around Europe”. La loro nuova galleria al 38 Dover Street ha aperto nel gennaio 2005. Nel 2008 hanno organizzato molte esposizioni dal contemporaneo ai dipinti antichi, fra cui “Italian Views by Gaspar Van Wittel”.
Thomas Patch (Exeter 1725-1782 Firenze)
Veduta del fiume Arno con Ponte Alle Grazie, Firenze
olio su tela, 85 x 170.5 cm
stand 374 , dipinti europei dal secolo XVI al XIX.
Londra 1st Floor, 38 Dover Street T +44 2074091540 F +44 2074091565 xenia@dirobilant.com
stand 383 , Old Master Paintings
Ginevra, rue Jacques Grosselin, 8 T +41 223015519, C +41 792859262 info@robsmeets.com
Milano, Via Camperio 16, solo su appuntamento
Coppa della regina
la coppa, lo stemma e la base sono composte
di 4 cristalli di rocca lavorati 340 cts.,
decorazione in oro giallo, simil merletto,
con 222 zaffiri multicolore 75.69 cts.
(lavorazione 2002 – 2008)
stand 144 , alta gioielleria e argento lavorato a mano
Milano, Gianmaria Buccellati – Showroom, Via Montenapoleone n. 8 – 1st Floor, T +39 02799944
Milano, Via L. Mancini 1, T +39 025456633, F +39 0255187496 info@buccellati.com
collezione di alta gioielleria
collana in oro giallo con fantasia di 51 spinelli
colorati dal taglio ovale (172.26 cts),
16 smeraldi dal taglio ovale (11.64 cts),
fantasia di 28 turchesi sagomati
e brillanti rotondi taglio diamante (12.75 cts)
stand 147 , gioielli italiani contemporanei
Roma, Bulgari S.p.A., Lungotevere Marzio 11 T +39 06688101 F +39 06 68810400 info@bulgari.com
collezione di alta gioielleria
anello in oro giallo con acquamarina cabochon dal taglio ovale,
rubini taglio temperato (3.71 cts)
e brillanti rontondi taglio diamante (2.89 cts)