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DA CHE ARTE STAI?

L’una delle due recenti fatiche editoriali di Luca Beatrice, sto parlando di “Da che Arte stai?”, Rizzoli editore, Milano, aprile 2010 (l’altro è “Visione di suoni” Arcana editore, 2010) ha scatenato e scatenerà, come al solito nel nostro Paesucolo di provincia, le più ampie e variegate polemiche. Chi tirerà l’acqua al suo mulino da destra. Chi da sinistra. Chi a favore e chi contro l’Arte Povera. Chi s’ammazzerà d’azzardi nel giudicare lo stile della scrittura. Chi s’incazzerà perché non è stato citato. Chi ancora giudicherà di qua e sentenzierà di là … e via di seguito. Insomma come sempre scorreranno fiumi di parole sulle parole. Perciò vorrei andare alla sintesi. Io il libro l’ho letto. E ve lo consiglio.E’ un libro da leggere. Certamente ho trovato alcune differenze, ma anche molte congruità tra il mio modo di pensare e quello del Beatrix. Possiamo essere d’accordo ovviamente non su tutto. Ma una cosa sopra tutte le altre mi ha colpito. Anzi mi ha fatto restare stupefatto. La straordinaria mole di notizie, di informazioni, di nomi, di luoghi, di date, di circostanze. Insomma questo libro dipinge, con uno spirito polemico che può trovarvi o meno concordi, a meraviglia ciò che è accaduto tra la fine degli anni Settanta sino ad oggi in buona parte del circuito artistico italiano. Ditemi che è poco… Sarà che l’Helzeimer sta galoppando nelle sterminate praterie della mia testa, ma devo dirvi che ho l’impressione che terrò spesso questo volume a portata di mano. Nonostante “io ci fui” mica mi ricordavo tutte quelle cose raccontate dal Luca, perdinci…Così è stato un pochino come ritrascorrere quegli anni e decenni della mia vita. Molto divertente. Per tutti quelli che invece si divertono adesso (non che io m’annoi, anzi…) voglio dire che hanno vent’anni ora, beh, credo sia veramente un obbligo leggerlo. Apparirà quasi come un libro di storia. Ma divertente e sagace. E in fondo, a dirla tutta, quasi concordo pure con la versione più strenuamente reazionaria del Beatrix, quando scrive “In Italia l’Arte povera ha dettato le regole, tagliando le gambe ai non allineati. L’esatto specchio della cultura sessantottina: “se non sei dei nostri, non esisti’“. Sì perché a dire il vero un po’ era proprio così. Almeno mi sembra. Anche quello (ih ih ih) non lo ricordo alla perfezione. Eh sì, invecchiando la lettura diventa oltre che un piacere una necessità.

Certo ora che Beatrice ci ha raccontato tutte le storie, le storielle, ‘la rava e la fava’ sulle liti e gli amori nell’arte praticati in questo stranissimo Paese… beh ora mi aspetto che nel suo prossimo libro ci parli di una cosa sola. Che cos’è l’arte? E magari che quello successivo sia soltanto (!) una raccolta di poesie. Enjoy Luc.

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