La creazione di una relazione tra performer e pubblico, la trasmissione di sensi e significati profondi attraverso immagini e richiami che partono dal corpo stesso dell’ideatore del lavoro (o dal gruppo che lo crea e ne fa parte) e coinvolgono, spesso direttamente, anche chi assiste-partecipa a ciò che si sta rappresentando-vivendo: ecco cos’è la performance. Una forma di spettacolo che abbandona testo, trama, personaggi, e, molto spesso, anche la distinzione tra regista e attori, con l’unico intento di sintetizzare in un’azione performativa le idee che si vogliono esprimere. E’ l’essenza del teatro e dello spettacolo, l’espressione di un senso attraverso un’azione, una dimostrazione simbolica. Sarà possibile vedere e constatare ciò a Milano dal 16 al 26 marzo, durante la nona edizione di Uovo-Perfoming Art Festival. Un appuntamento che vede coinvolti diversi luoghi milanesi, quali la Triennale, il Teatro dell’Arte, la Fabbrica del Vapore, il Teatro Franco Parenti e il DiDstudio, per portare e stimolare “una riflessione significativa su cosa significhi oggi fare un Festival -dice Umberto Angelini, direttore artistico e ideatore del Festival-. Per noi il teatro è un momento di rottura-d’interruzione che ci permette di pensare alla realtà. Vogliamo stimolare un rapporto critico con lo spettatore”. Si attendono diciassette artisti provenienti da Gran Bretagna, Germania, Austria, Spagna, Italia, Canada, per un totale di undici prime italiane e tre coproduzioni.
Ad aprire il Festival, il 16 marzo, la prima assoluta dello spagnolo Carlos Casas e l’italiano Nico Vascellari dal titolo “Blood Cleaning 3,50”: si tratta di una produzione audiovisiva di carattere corale che vede i due performer lavorare con venti bambini della classe quinta elementare della Scuola Primaria del Convitto Nazionale Longone di Milano. Sempre il 16 marzo, fino al 20, sarà possibile partecipare alla performance “one to one” di e con l’artista inglese Adrian Howells, vincitore, con lo stesso lavoro che porta a Milano, del Total Theatre Award allo scorso Edimburgh Fringe Festival: “The Pleasure of Being: Washing/Feeling/Holding” è una performance incentrata sul rapporto diretto e immediato fra attore-performer e spettatore. Uno alla volta, infatti, i partecipanti vengono fatti entrare in una sala da bagno, e Howells si prende cura dei loro corpi, lavandoli in una vasca, nutrendoli e stringendoli a sé. Di notevole interesse la proiezione della vidoinstallazione del gruppo Societas Raffaello Sanzio, “Inferno, Purgatorio, Paradiso”, il 17 marzo. Anzitutto avverrà nel nuovo spazio all’interno della Fabbrica del Vapore, la Cattedrale, che inaugurerà proprio con questa performance: si tratta di un film realizzato dalla televisione franco-tedesca Arte durante le rappresentazioni delle tre performance sull’interpretazione della “Divina Commedia” di Dante dalla Societas Raffaello Sanzio, “Inferno”, “Purgatorio”, “Paradiso”. Si attendono con curiosità i lavori di Jonathan Burrows e Matteo Fargion, un inglese e un italiano, “Cheap Lecture” e “The Cow Piece”, il 18 marzo al Teatro dell’Arte: presentati con successo da Uovo durante la prima edizione, nel 2003, i due artisti portano ora a Milano le loro ultime opere, in cui danza, musica e rapporto col pubblico sono gli elementi mescolati con successo. Tra le varie ulteriori performance chiude il Festival, sempre nella Cattedrale alla Fabbrica del Vapore, il progetto sulla musica indipendente nazionale “Uovo Music”, che ospiterà giovani talenti del panorama alternativo della scena internazionale (il 25 marzo gli inglesi “WU LYF” e i canadesi “Austra”, il 26 gli inglesi “Visions Of Trees”, e poi il dj set di “Belle and Sebastian” di Chris Geddes).
Luoghi:
Cattedrale, Fabbrica del Vapore, DiDstudio: via Procaccini 4
Cattedrale, Fabbrica del Vapore, DiDstudio: via Procaccini 4
Triennale di Milano, Teatro dell’Srta: via Emilio Alemagna 6
Teatro Franco Parenti, via Pier Lombardo 14
Biglietti: intero 10 euro, ridotto 7 euro, tranne alcuni spettacoli a ingresso gratuito e altri a 5 euro. Ovo Music: 10 euro, 15 per due serate.
