«Grandi fotografi a 33 giri», ovvero 150 dischi in vinile con copertine firmate dai grandi dello «scatto» che poi, in molti casi, sono veri e propri artisti, superstar del Novecento e della contemporaneità, i quali hanno prestato il loro obbiettivo per prodotti di pop e rockstar.
Centocinquanta vinili dagli anni Cinquanta a oggi, che nella forma fissa della copertina del disco raccontano l’evolversi – spesso, come accade per le avanguardie, anticipando gusti e tendenze – del costume e dello stile. E «Grandi fotografi a 33 giri» è appunto il titolo scelto per la mostra, a cura di Raffaella Perna, aperta da venerdì (inaugurazione alle ore 19) e fino al 29 giugno nello spazio AuditoriumArte del Parco della Musica. Una rassegna che segue la mostra «Synchronicity, Record Covers by Artists» del 2010, dedicata alle copertine di dischi progettate da artisti, e che per la prima volta presenta un’ampia ricognizione sul rapporto tra cover e foto d’autore attraverso una selezione cronologica, dal 1950 a oggi, di pezzi provenienti dalla collezione di Stefano Dello Schiavo.
«Le copertine – spiegano i promotori dell’iniziativa – sono state scelte per la peculiare capacità di trasmettere appieno il linguaggio espressivo del fotografo, e si configurano come oggetti dalla duplice valenza culturale e commerciale». Esemplari dunque in grado di evocare alla perfezione l’ esprit di un’epoca, sia pure non troppo lontana, come, ad esempio, la copertina firmata da Herb Ritts per l’album «True Blue» di Madonna, 1986, dove Lady Ciccone appare come perfetta, quintessenziale icona di quel decennio. Bello e intenso, altro esempio, il close-up di Miles Davis realizzato per l’album «Tutu» da un’altra grandissima firma della fotografia, Irving Penn. Ma via via sono tanti, se non tutti, i «pezzi» in mostra in grado di incuriosire lo spettatore, per la forza evocativa della composizione o dell’immagine ritratta, o per il nome dell’autore (meglio, del binomio autore/cantante).
Si parte con Berenice Abbot, poetessa visiva della Parigi anteguerra, per la copertina di «Take this Hammer» (Leadbelly), 1950, con, a seguire, i colorismi accesi tipici di un certo gusto «Cinquanta» per le cover di Carosone create da Luigi Veronesi, o il glamour coevo di Richard Avedon per il duo Audrey Hepburn & Fred Astaire, per la narrazione su disco di Allen Ginsberg, guru della Beat Generation, per Simon & Garfunkel, Joan Baez, Cher.
La mostra attraversa tutti i generi musicali (e non solo): a proposito di artisti in veste di fotografi, Mario Schifano dà forma grafica alla copertina di un «Omaggio a Giuseppe Ungaretti» (1970), mentre il sempre geniale Andy Warhol, con la serialità tipica del suo pop-segno, è presente con le cover di «This is John Wallowitch» (1964) e «The Academy in Peril» di John Cale (1972). Presente anche una superstar dell’arte mondiale di oggi, Cindy Sherman, e molti altri nomi celebri quali Helmut Newton, Bruce Weber, David LaChapelle, Pierre & Gilles, Luigi Ghirri, Ferdinando Scianna, Oliviero Toscani, oltre a una straordinaria serie che racconta il lungo sodalizio tra Patti Smith e Robert Mapplethorpe. (Fonte: Corriere della sera)
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