La galleria d’arte “LipanjePuntin”, aperta dal 1995, chiuderàa gennaio per almeno qualche mese. Una decisione che i soci titolari, Marco Puntin e Cristina Lipanje, hanno preso per colpa della crisi, della pressione fiscale e per l’assenza di una seria politica culturale. Riapriranno più avanti, con altro nome e sotto forma di negozio d’arte low cost.
Elena Placitelli (ilpiccolo.gelocal.it) ha intervistato Marco Puntin, che ha commentato: «Negli altri paesi europei, quando si acquista un’opera la si può defiscalizzare, come un farmaco. In Italia siamo lontani anni luce da questa concezione: l’opera d’arte è considerata un lusso che impone al venditore di segnalare alla Guardia di finanza chiunque spenda dalle 2.500 euro in su. I clienti sono scappati all’estero, dove possono comprare senza il “terrore” dei controlli. E poi in Italia l’Iva è al 21% e per ogni opera si paga almeno il 4% per il diritto di seguito alla Siae. Il risultato è mortificante, se aggiungiamo l’assenza, in questa città, di una programmazione culturale capace di sostenere l’incoming».