Vita che si trasforma in arte. Arte che e’ la vita. Il tutto, rigorosamente all’insaputa dei protagonisti: e’ l’opera di pop art realizzata da Daniel J.Wilson, artista-filmmaker-tassista di New York che ha trasformato il suo ‘yellow cab’ (taxi giallo tipico della citta’) in una galleria d’arte in cui ha immortalato uno spicchio di vita reale della Grande Mela.
Canadese di nascita, Wilson ha registrato segretamente le conversazioni dei passeggeri che salivano sul suo taxi, in un “mondo in cui la gente si comporta come se non esistessi, anche se sei a qualche centimetro di distanza” ha rivelato al New York Times l’artista 35enne, che ha poi realizzato un audio collage delle frasi dette dalle persone che si trovavano sul sedile posteriore della sua vettura e parlavano tra di loro o al telefono. Il prodotto finale e’ la sua opera “9y40”, che mette insieme 37 minuti di conversazioni dei suoi clienti, mostrando frammenti di vita quotidiana nella metropoli, senza fare distinzioni di razza, estrazione sociale o ambiente lavorativo: tutti prendono il taxi a New York. Il nome dell’opera corrisponde al numero di serie del veicolo utilizzato per l’esperimento artistico e sociale.
Mentre un barista o un parrucchiere sono abituati ad ascoltare i racconti sulla vita dei loro clienti, ma devono partecipare o, almeno, fingere interesse, un tassista vive in una sorta di isolamento illusorio e, durante la sua carriera, puo’ ascoltarne o vederne di tutti i colori. Dopo aver preso la licenza per condurre gli ”yellow cab” nel 2011, Wilson ha registrato per quattro settimane le voci dei suoi clienti durante il suo turno dalle 17 alle 5 di mattina. Tra i frammenti di dialogo piu’ significativi, le riflessioni introspettive di un uomo single (sono estremamente interessante, ma non uscirei con me), commenti sui trend della moda, le lamentele di una donna sul fatto che sua sorella piaccia troppo.
Wilson ha installato il montaggio audio-video nel suo taxi, reinserendo le voci nel loro contesto e creando un pezzo di pop art su quattro ruote che permette di ascoltare la clip finale ai nuovi passeggeri, alcuni dei quali cercano ansiosi una frase gia’ sentita o una voce nota. Qualcuno può’ non essere contento di essere stato inserito in tale progetto a propria insaputa, ma Wilson si e’ consultato con gli avvocati del Volunteer Lawyers for the Arts, che gli hanno assicurato che non rischia di avere gravi ripercussioni legali.
Il progetto “9y40” ha fornito passaggi gratuiti da una mostra all’altra durante l’Armory Arts Week di New York.
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