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Al via “Milano Film Festival”

open platform for international cinema
Milano, 5-15 settembre 2013

 

La 18° edizione di Milano Film Festival si terrà quest’anno dal 5 al 15 settembre 2013. Centro nevralgico del festival sarà come sempre il Teatro Strehler di Milano, con il suo Sagrato, e il Teatro Studio, al quale si affiancheranno il Parco Sempione, la Triennale di Milano – Teatro dell’Arte, lo Spazio Oberdan, la Cascina Cuccagna, l’Auditorium San Fedele e l’Area Ex Bazzi, che si animeranno per 11 giorni di cinema, musica e incontri con ospiti e registi internazionali.

Nuova edizione
La diciottesima edizione prosegue il percorso iniziato dai due direttori Alessandro Beretta e Vincenzo Rossini, che anche quest’anno curano un festival attento alle nuove produzioni e al cinema indipendente, che presenta circa 200 opere in arrivo da tutto il mondo, tracciando un percorso tra le più coraggiose cinematografie internazionali, raramente visibili in sala, tra anteprime e incontri con i talenti emergenti.

Programma: film in concorso
Il programma prevede il consueto CONCORSO LUNGOMETRAGGI, aperto solo a opere prime e seconde di registi provenienti da ogni parte del mondo, e il tradizionale CONCORSO CORTOMETRAGGI, riservato a registi under 40, affiancati da sezioni fuori concorso, film in anteprima, ospiti, workshop ed eventi paralleli.
Degli 11 LUNGOMETRAGGI in programma, 8 sono girati da registe donne. Tra i film selezionati, Mirage à l’Italienne di Alessandra Celesia, regista italiana che lavora in Francia, racconta il miraggio di altre vite possibili in una Torino dissanguata dalla crisi economica; The Eternal Return of Antonis Paraskevas, della regista greca Elina Psykou, Best Work in Progress a Karlovy Vary 2012, un film impietoso e non consolatorio, che tira in ballo la televisione e la crisi greca, “girato addosso” a un sorprendente Christos Stergioglou, “non più giovane” attore emergente del cinema greco; Ilo Ilo di Anthony Chen, vincitore della Camera d’Or a Cannes, che rievoca i fantasmi del collasso finanziario asiatico degli anni ’90, attraverso la storia, ambientata a Singapore, del rapporto fra una famiglia borghese e la nuova domestica filippina.
Fra i CORTOMETRAGGI in programma, si distinguono Fatigués d’être beaux con protagonista Denis Lavant, fantastico attore feticcio di Leos Carax (Holy Motors); Peristalsi di Enrico Iannaccone, originale opera del vincitore del David di Donatello 2013, che sarà presente al festival; Solecito su un progetto di Olafur Eliasson e diretto da Oscar Ruiz Navia, regista del nuovo cinema colombiano, presente nel Concorso Lungometraggi del Milano Film Festival nel 2009 e in Concorso alla Quinzaine 2013; Don’t Fear Death di Louis Hudson, world première del Concorso Cortometraggi alla presenza del regista, che terrà anche un workshop sull’animazione; La lampe au beurre de yak di Hu Wei, giovane regista cinese che sarà a Milano per la presentazione, corto co-prodotto in Francia, in concorso alla Semaine; L’aurore boréale di Keren Ben Rafael, divertente commedia del miglior cinema francese corto contemporaneo, con Hippolyte Girardot e la figlia Ana; Chigger Ale (here come the problems) di Fanta Ananas, film bizzarro e curioso direttamente dalla new wave etiope, dove molti giovani cineasti si stanno mettendo in gioco.

L’omaggio a Sylvain George
Milano Film Festival rende omaggio a Sylvain George, autore di cinema politico e sperimentale, di cui presenta i lavori in un’ampia rassegna, che include i lungometraggi, i cortometraggi, una carta bianca, un incontro/dialogo con Stefano Savona e l’evento Alive They Cried: John Butcher su “Vers Madrid – The Burning Bright”.
Nel corso del festival è inoltre previsto il workshop Seize the time, organizzato da Milano Film Network con Milano Film Festival, in collaborazione con Filmmaker, che culminerà in un film collettivo sulla città, capace di cogliere le parole e i gesti, sociali e politici, dell’Italia contemporanea e di trovare la forma giusta per raccontarli.
La sensibilità di Sylvain George e la sua capacità di individuare nei dettagli i grandi movimenti della storia si tradurranno in una serie di preziosi suggerimenti allo sguardo, in una guida all’articolazione discorsiva delle immagini, sia essa narrativa o saggistica, e a un puntuale e serrato confronto sulle pratiche realizzative. L’omaggio è curato da Paola Piacenza.

Colpe di Stato
Nona edizione della rassegna che si sofferma sulla realtà complessa del sistema di potere nel mondo, sempre attenta alla sperimentazione del linguaggio e alla documentazione del reale, come in Camp 14 di Marc Wiese, viaggio negli orrori dei campi di prigionia in Corea del nord; God loves Uganda, un’esplorazione della campagna di evangelizzazione per instillare i valori importati dall’America cristiana di destra nella cultura africana, tragica operazione di colonialismo culturale, presentato al Sundance Film Festival; Infiltrators, del palestinese Khaled Jarrar, che racconta i tentativi di creare dei varchi nel muro che separa Palestina e Israele; Sur le rivage du monde del quebecchese Sylvain L’Espérance, dove i 4 protagonisti, nonostante la delusione derivata dal fallimento dei diversi tentativi di raggiungere l’Europa, non smettono di crederci; The act of killing di Joshua Oppenheimer, che ci riporta agli anni Sessanta, quando gli squadroni della morte indonesiani uccidono mezzo milione di oppositori, documentario sconcertante fra realtà e finzione dove gli assassini rimettono in scena i loro crimini per le telecamere, in una specie di sogno spaventoso che mescola storia, vanità e senso di colpa; Dirty Wars di Rick Rowley, un reporter americano e il suo viaggio nel cuore di tenebra, un’inchiesta giornalistica in forma di film sull’uso dei droni, che inchioda la politica estera dell’amministrazione Obama, un tema scomodo che nessuno dei nostri media ha mai sfiorato; Inequality for All di Jacob Kornbluth, che illustra la tesi di Robert Reich, ex segretario del lavoro per Bill Clinton, che vede nella classe media il più grave tra i danni collaterali del capitalismo americano; Les Chebabs de Yarmouk di Axel Salvatori-Sinz, che filma il campo profughi dove vive la più grande comunità palestinese in Siria e i “chebabs”, giovani, con aspirazioni comuni a quelle di tutti i loro coetanei, in quella fase della vita in cui ogni decisione ha il potere di determinare il destino; infine la magia di un dialogo impossibile, a distanza, attraverso lo specchio della camera di Andy Wolff in The Captain and His Pirate, dove la comunicazione tra il leader dei pirati e il comandante della nave sequestrata al largo delle coste somale è a dir poco sconcertante: sono nemici, sono su fronti opposti, che cosa li divide?

Sezioni Parallele
Completa l’ampio programma la sezione The Outsiders, che affianca le sezioni competitive del festival, integrando i percorsi del Concorso o raccogliendo frutti emersi a margine del lavoro di selezione. Fra gli altri Closed Curtain di Jafar Panahi e Kamboziya Partovi, film sull’allontanamento forzato del regista iraniano dai set cinematografici; Gore Vidal, the United States of amnesia di Nicholas Wrathall, che ha al centro uno dei grandi outsiders del Novecento americano, che ha vissuto su di sé il paradosso di essere vicino al potere e alla casta dominante, tanto da poter descrivere vizi e virtù della società americana; Le donne della Vucciria di Hiam Abbas; A Band Called Death di Jeff Howlett e Mark Covino, riscoperta e rilettura a distanza, da parte dei figli, della musica di assoluta avanguardia dei genitori, a suo tempo incompresa e forse per questo abbandonata; Museum Hours, film europeissimo dell’americano Jem Cohen, dove convergono i temi della distanza culturale e di quella storica, l’arte come terapia contro l’alienazione.

Fra gli Eventi speciali, The Rocket diretto da Kim Mordaunt, Best Narrative Feature Film al Tribeca Film Festival, un racconto di iniziazione costruito con grazia che si immerge con grande rispetto nello straordinario paesaggio laotiano, presentato in collaborazione con il Gruppo CAP; il classico anni ‘80 Labyrinth di Jim Henson, proposto in una proiezione multisensoriale organizzata in collaborazione con LUSH e Gorilla Perfume; l’anteprima di Teen Beach Movie di Jeffrey Hornaday, in collaborazione con The Walt Disney Company; Faro, secondo lungometraggio di Fredrik Edfeldt che mescola i ritmi tesi del noir alla leggerezza con cui delinea il percorso di maturazione di un padre nel rapporto con l’amatissima figlia, evento speciale in collaborazione con VisitSweden; Diego Star di Frédérick Pelletier, sul tema dei migranti lavoratori, in collaborazione con Naga; Necesitas algo, nena? di Laura Chiossone che affianca un incontro sul tema dei desaparecidos, organizzato con Amnesty International e 24Marzo; e infine la proiezione dei corti di diploma della Milano Scuola di Cinema e Televisione.

VerniXage, per il terzo anno consecutivo, prova a indagare le aree interstiziali tra il sistema dell’arte contemporanea e quello del cinema, focalizzando quest’anno la propria ricerca sulle possibilità e le modalità di applicazione, distribuzione, fruizione e racconto dell’arte cinematografica. João Laia, autore e ricercatore portoghese, presenta Now Showing: Austerity Measures, che disegna un tracciato inedito riassemblando, attraverso la tecnica del found footage spezzoni e trailer di tutti i film che sino a oggi hanno parlato di crisi economica. Luca Trevisani presenta Frozen Flames, lo studio della sua prima opera cinematografica in via di definizione. I flussi dell’acqua e i suoi passaggi di stato, il suo parallelo con l’animo umano e i suoi inevitabili sviluppi, serpenti albini, droni e luoghi estremi, sono tra i protagonisti della trama. Invernomuto conferma il proprio interesse nell’accostare realtà, livelli e culture eterogenee, tecniche espressive e linguaggi come cinema, musica, performance, con Negus – Echoes Chamber, uno spettacolo inedito realizzato in esclusiva per gli spazi del Piccolo Teatro Studio, che mette insieme materiale filmico girato tra Italia ed Etiopia e che tra i protagonisti vede Lee Perry (padre del dub jamaicano), un Sound System artigianale di quasi cinque metri, un giradischi e la totale immersione del pubblico nello spazio scenico.

Anche quest’anno torna il Focus Animazione, con la tradizionale maratona di cortometraggi al Parco Sempione e il workshop PAPER IN MOTION con Louis Hudson, organizzato in collaborazione con Moleskine. Si riconferma l’appuntamento con il milano film festivalino, con proiezioni e laboratori per i più piccoli in Cascina Cuccagna.

La musica del Festival
Milano Film Festival conferma l’attenzione alla musica con i dj-set che animano ogni sera il Sagrato del Teatro Strehler e con PARKLIVE, un festival di concerti e dj-set in programma ogni sera alle 18.30 al Parco Sempion (realizzato grazie al sostegno di Jack Daniel’s e curato da I Distratti). Tra gli eventi musicali, anche il Milano Film Festival BLOCK PARTY powered by Elita Overture, una serata di musica organizzata nei suggestivi spazi industriali dell’Area Ex Bazzi. Tra i partner della 18° edizione anche Spotify, che ospita le colonne sonore dei film, le playlist votate dal pubblico e i brani degli artisti di PARKLIVE.

Un Festival più sostenibile e la campagna Adotta un Regista
Tra le novità del 2013 è da segnalare la collaborazione con Novamont ed Ecozema, sviluppata per limitare l’impatto ambientale del festival: tutti i punti di ristoro utilizzeranno infatti stoviglie monouso biodegradabili e compostabili, che verranno conferite in contenitori dedicati alla raccolta della frazione organica.
Grande successo per la campagna Adotta un Regista, che ha coinvolto oltre cento cittadini milanesi che offriranno ospitalità ai registi e artisti in arrivo a Milano da tutto il mondo: un progetto di ospitalità alternativa che offre un’occasione straordinaria di conoscere da vicino i veri protagonisti del festival.

L’appuntamento è dal 5 al 15 settembre 2013; per tutti gli aggiornamenti è sempre consultabile il sito www.milanofilmfestival.it


Milano Film Festival è una produzione esterni*
*esterni è un’impresa culturale che dal 1995 progetta spazi pubblici, disegna servizi per piccole e grandi comunità, promuove e realizza eventi di aggregazione, sviluppa campagne di comunicazione necessaria e partecipata. Lavora con enti pubblici e privati in Italia e all’estero, condividendo competenze, progetti e risorse.
www.esterni.org
Milano Film Festival fa parte di Milano Film Network (MFN), un nuovo progetto realizzato grazie al contributo di Fondazione Cariplo che mette in rete 7 festival milanesi, per offrire una proposta culturale lungo tutto l’anno e alcuni servizi per chi si occupa di cinema.
Ne fanno parte il Festival del Cinema Africano d’Asia e America Latina, Festival MIX Milano, Filmmaker, Invideo, Milano Film Festival, Sguardi Altrove Film Festival, Sport Movies & Tv Fest.à

Informazioni
info@milanofilmfestival.it
tel/fax +39 02 713613

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