Print Friendly and PDF

Avanguardie parigine in Laguna

“Le avanguardie parigine fin de siècle: Signac, Bonnard, Redon e i loro contemporanei”

PAUL SIGNAC
Saint-Tropez. Fontaine des Lices, 1895, olio su tela, 65 x 81 cm, collezione privata


28 settembre 2013 – 6 gennaio 2014, Collezione Peggy Guggenheim, Venezia

27 settembre 2013, h 12.15. Sembra una giornalista tra tante, seduta in seconda fila, ed invece quando viene richiamata al microfono da Philip Rylands, direttore della Collezione Peggy Guggenheim, si presenta in conferenza stampa come Vivien Green,  curatrice della mostra “Le avanguardie nella Parigi fin de siècle- Signac, Bonnard, Redon e i loro contemporanei”.

Vivien Greene, Curator of 19th and Early 20th-Century Art, Solomon R. Guggenheim Museum, New York

Ha scelto un periodo storico ricco di sconvolgimenti politici, etici e culturali per inquadrare l’arte francese di fine XIX secolo, proprio perché considera gli ultimi anni dell’800 parigino come “momento in cui nasce il senso dell’avanguardia <complicata>”.

Un percorso che si snoda attraverso neoimpressionisti, Nabis e simbolisti, come Denis, Vallotton, Vuillard e Redon.

Tra lo scandalo di Panama (1892), l’affare Dreyfus (1894) e l’assassinio, ad adopera di un anarchico, del Presidente Carnot (1894), è possibile seguire un itinerario volto ad affermare la voce di coloro che riescono ad acquistarla specialmente attraverso l’arte. È il caso dei personaggi de “Le marchand des Quatre-Saisons (da Quelques aspects de la vie de Paris) 1896–98” di PIERRE BONNARD o de ““Le café ” 1892 di MAXIMILIEN LUCE .

Scorci di esperienze vissute agli angoli della strada da una “Donna che si aggiusta le calze” (KEES VAN DONGEN c.1901) e “scatti memoriali” di vedute veneziane realizzati durante un suo viaggio da PAUL SIGNAC (“Venise. Canal de San Pietro di Castello” 1908) ci permettono di entrare  all’interno dell’idea di collezionismo privato che ha permesso la realizzazione tale esposizione, e che è stato spesso concepito come una soluzione prediletta dall’ istituzione Peggy.

Interessante è assaporare l’opera di artisti del calibro di Henri- Edomond Cross e Camille Pisarro, per una seconda volta esposti in un’unica occasione, a ripresa di una mostra, “Utopia Matters”, già curata nel 2010 dalla stessa Greene, presso il Deutsche Guggenheim.

Il misticismo commisto alla religiosità la fa, in ultimo, da padrone nella sala che la Green dedica al già citato Odilon Redon, seguace del Simbolismo otto-novecentesco, che titola le litografie esposte citando stralci dell’Apocalisse di San Giovanni.

Sala delle litografie di Odilon Redon

Ma è il catalogo che accompagna l’esposizione  ad essere considerato dagli organizzatori “un contributo alla storia dell’arte”. E’ in esso, infatti, che la curatrice americana, ha richiesto la collaborazione di Marina Ferretti Bocquillon, Gloria Groom e Bridget Alsdorf. Proprio quest’ultima pone l’accento, nel suo saggio “Il teatro di morte di Vallotton”, sul merito dell’artista  svizzero “di aver riportato in auge la xilografia nell’arte moderna” servendosene come strumento di critica nei periodi avanguardisti.

_______________________________

INFORMAZIONI UTILI:

Le avanguardie parigine fin de siècle: Signac, Bonnard, Redon e i loro contemporanei
Collezione Peggy Guggenheim
28 settembre 2013 – 6 gennaio 2014
10.00 – 18.00, chiuso il martedì e il 25 dicembre
info@guggenheim-venice.it
www.guggenheim-venice.it
tel. 041.2405440/419 (biglietteria online / prenotazione)

Commenta con Facebook

leave a reply

*