L’artista giapponese Hiroshi Sugimoto ha annunciato a Firenze che, grazie all’invito de Lo Schermo Dell’arte Film Festival a presentare il documentario a lui dedicato riprenderà la serie “Theaters” interrotta 15 anni fa.
“Ho deciso di riaprire la serie di foto dei cinema storici dopo 15 anni, perché grazie all’invito dello Schermo dell’arte ho avuto l’occasione di vedere il cinema Odeon, magnifico esempio di architettura ART NOUVEAU, e me ne sono subito innamorato” Con queste parole Hiroshi Sugimoto ha iniziato la presentazione del film a lui dedicato “Memories of origin-Hiroshi Sugimoto” di Yuko Nakamura davanti alla sala piena.
“Oggi ho trascorso tutta la giornata chiuso nella sala vuota e durante la proiezione a porte chiuse del film a me dedicato ho eseguito alcuni scatti e solo ora, dopo aver visto i risultati nella mia camera d’albergo qui a Firenze, posso annunciare che il progetto può riprende. Sono immensamente felice ed eccitato all’idea”
Nel 1978 HIROSHI SUGIMOTO iniziò la serie ‘Theaters’, immagini – con tempi di esposizione lunghissimi – di drive in, sale degli anni ’20 e ’30, e cinema degli anni ’50 rappresentati durante le proiezioni. Il tempo di esposizione utilizzato per la fotografia corrisponde al tempo di proiezione del film, ciò gli consente di salvare la durata dell’intero film in un solo scatto. Ciò che rimane visibile è il luminoso schermo del cinema, che illumina l’architettura dello spazio. La pellicola si presenta quindi come il rapporto tra tempo e percezione spaziale.
«Una sera ho avuto L’idea mentre ero al cinema: fotografare il film stesso. Ho cercato di immaginare di fotografare un intero film con la mia macchina fotografica. Potevo già immaginare lo schermo di proiezione come un rettangolo bianco. Nella mia immaginazione, questo appariva come uno schermo incandescente, un rettangolo bianco in rilievo sulla superficie di proiezione per illuminare l’intero teatro. Questa idea mi ha colpito come qualcosa di molto interessante, misterioso, e anche religioso. »
Hiroshi Sugimoto nasce a Tokyo nel 1948 e, dopo gli studi in Economia e Politica, si trasferisce a Los Angeles nel 1970. Qui segue i corsi di fotografia dell’Art Center College of Design per poi, quattro anni più tardi, spostarsi a New York, dove inizia a stampare le fotografie scattate in giro per il mondo. Concettualismo e Minimalismo americani lo influenzano nell’uso quasi esclusivo del bianco e nero, nel metodo di lavoro e nei materiali utilizzati, come la macchina fotografica a soffietto, le pellicole, i relativi trattanti chimici che lui stesso prepara e gli acidi necessari alla stampa. Sugimoto spoglia le immagini fino all’essenza, considerando l’idea più forte dell’oggetto rappresentato, in un rigoroso approccio concettuale.