Luca Signorelli a Città di Castello.
La vita, l’opera e la scuola in Alta Valle del Tevere
Sul tramontare del Quattrocento il rapporto con la potente famiglia dei Vitelli condusse Luca Signorelli a operare proficuamente a Città di Castello, terra di confine tra Umbria e Toscana che si dispiegò alle forme e al gusto del Rinascimento fiorentino. Il capoluogo tifernate divenne patria acquisita del maestro cortonese e soprattutto il crocevia di una nuova direzione estetica, che affascinò il giovane Raffaello e una schiera di artisti che ne popolarono il fiorente seguito.
Tom Henry, Professore in Storia dell’Arte Rinascimentale Italiana alla Kent University e curatore della monografia definitiva su Luca Signorelli (Yale, 2012), offre un ritratto che mette in nuova e significativa luce non solo l’attività professionale del pittore in Altotevere, ma anche la complessa sintassi figurativa e la straordinaria fantasia creatrice.
Grazie ai contributi di Sara Borsi e Valentina Ricci Vitiani la visuale si allarga ad una notevole riflessione sull’eredità stilistica e personale di Luca Signorelli, rintracciabile nel sentimento collettivo che fu fondamento di una bottega altamente organizzata e ispirazione per un seguito che non ebbe repliche in altre città italiane.
Il volume (colori, 178 pp.), ideato e curato da Giuseppe Sterparelli è stato realizzato in edizione limitata a conclusione delle celebrazioni dei cento anni della pinacoteca comunale di Città di Castello
Il volume Luca Signorelli a Città di Castello sviluppa le tematiche di un’esperienza rinascimentale che non prescinde dalla sua componente materiale, legata a una florida attività di bottega, ma sviscera anche le grandi qualità interpretative del pittore, alla luce di una reinterpretazione dei soggetti da ritrarre, che è indicativa del suo ingegno. In questo duplice e complementare aspetto si focalizza l’attenzione di Tom Henry, autore di straordinaria conoscenza del mondo signorelliano e della monografia definitiva sul pittore cortonese edita per Yale University (2012) che ha reso possibile questa pubblicazione con estrema generosità. La seconda sezione del libro si occuperà del seguito tifernate di Luca Signorelli, un effetto che non si riscontra nelle altre città in cui egli lavorò. Sara Borsi presenta nella prima parte un ragionato e puntuale sommario delle opere che richiamano la mano di un enigmatico seguace, evidentemente vicino alla bottega del pittore; nella seconda parte la riflessione si sposta sul ciclo degli affreschi di Morra, un ricco unicum della produzione signorelliana, che porta a nuove conclusioni.
Il saggio di Valentina Ricci Vitiani adotta la lente della tradizione figurativa che il pittore lascia in Valtiberina negli ultimi e fecondi anni di attività. Episodi ispirati quelli del maestro nella Deposizione di Umbertide, che forse ricalca le indicazioni di un’antica sacra rappresentazione, mentre gli allievi raccontano la vitalità di una cultura figurativa che ha resistito ben oltre la morte del pittore. In chiusura un tentativo delle due ricercatrici per risolvere i misteri della tavola riprodotta in copertina, comunque segnata dalle ferite del forte terremoto settecentesco che portò allo smembramento della pala originaria.
Nonostante i lavori perduti, o quasi cancellati dal tempo, e quelli venduti dopo tortuosi movimenti, è la Pinacoteca comunale di Città di Castello a conservare il maggior numero di opere di cui si parla in questo volume. Le sale di Palazzo Vitelli alla Cannoniera, questo è l’augurio per i prossimi anniversari, potranno aprirsi a nuove piattaforme comunicative per far parlare (e sentire) il linguaggio di un necessario e sempre moderno “passato”.
Giuseppe Sterparelli, giugno 2013
LUCA SIGNORELLI a Città di Castello.
La vita, l’opera e la scuola in Alta Valle del Tevere.
TOM HENRY
Editore: Petruzzi Città di Castello 2013, 2013