Roma, Palazzo Venezia, fino al 2 marzo 2014
Per comprendere il posto che Carlo Saraceni occupa nella storia dell’arte è sufficiente ricordare che è l’autore, insieme a Giovanni Lanfranco e Agostino Tassi, del fregio -voluto da Paolo V Borghese – che decora le quattro pareti della Sala Regia, la più prestigiosa del palazzo del Quirinale. Il fregio – lungo cinquanta metri e realizzato appena in un anno (tra il 1616 e il 1617) – raffigura, oltre le storie di Mosè e le Fabbriche del pontefice, le Ambascerie straniere venute ad omaggiare il Papa.
Saraceni, gentiluomo veneto, arrivò a Roma all’età di vent’anni (1598/1600), per rimanervi due decenni, periodo in cui, nella capitale artistica, pittori come Caravaggio, Annibale Carracci, Lanfranco, Elsheimer si disputavano le commissioni più importanti. Questa mostra, la prima monografica antologica dedicata a questo colto pittore, ospitata nei Saloni Monumentali di Palazzo Venezia, ha il pregio di ricostruirne il percorso artistico attraverso una sessantina di opere provenienti da musei, chiese e collezioni estere.
Alcune di queste opere sono state restaurate in occasione dell’esposizione, che consente, per la prima volta, la visione della Giuditta (collezione privata) e dell’inedito Diluvio Universale (1616 c.), conosciuto fino ad oggi solo attraverso copie e ritrovato nel 2012 nell’oratorio di un monastero a Massa Lubrense.
Nella prima sala colpisce subito l’abilità tecnica con cui il Saraceni, nella Madonna di Loreto (1600 c.) dall’incarnato tradizionalmente scuro, dipinge la rifrazione della luce sulle perle e gli intarsi in oro del prezioso manto che avvolge la Vergine Lauretana. Tale tecnica miniaturistica trova la sua naturale espressione nell’Assunzione di Maria, del Libro di preghiere di Alberto V e Massimiliano I di Baviera, e nei raffinati rami elegiaci, a soggetto mitologico, impreziositi dal cromatismo veneto.
La sua fama gli assicurò importanti commissioni pubbliche come le pale d’altare in mostra. In apertura quella per S. Maria della Scala, Transito della Vergine (1610), destinata a sostituire la Morte della Vergine del Caravaggio, scartata per il suo impudente realismo, a cui però Saraceni sembra rendere omaggio citandola nel Diluvio Universale nella donna in primo piano.
Per S. Lorenzo in Lucina esegue la Predica di san Carlo durante l’ostensione del Sacro Chiodo (1613) e per S. Maria dell’Anima: il Martirio di San Lamberto e San Benno ritrova le chiavi della città di Meissen nel ventre di un pesce (1618), in cui la veste cangiante della figura in primo piano sembra condividere lo spazio del visitatore. I protagonisti dei suoi quadri sembrano uscire dalla penombra illuminati da candele mentre gli incarnati sfumati mitigano i chiaroscuri caravaggeschi. Le ultime sale sono dedicate agli allievi, e divulgatori, dello stile del maestro. Il catalogo è ricco di apparati critici e iconografici.
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Informazioni utili:
CARLO SARACENI 1579 – 1620
un Veneziano tra Roma e l’Europa
29 novembre 2013 – 2 marzo 2014
Roma, Palazzo di Venezia
Via del Plebiscito 118
Orari: 9.00 – 19.00. Chiuso il lunedì
Info e Prenotazioni: 06 32810
Sito internet: carlosaraceni.it – poloromano.beniculturali.it
Biglietti: Intero 10,00 € (la visita al Museo è compresa nel prezzo del biglietto); Ridotto 7,00 € (la visita al Museo è compresa nel prezzo del biglietto). Per ragazzi di età compresa tra i 6 e i 18 anni; over 65; gruppi superiori alle 20 unità; titolari di apposite convenzioni; Ridotto scuole: 4,00 € Gratuito: per i dipendenti del Ministero, purché muniti di tessera di riconoscimento con fotografia, rilasciata dall’Amministrazione e in corso di validità (Circolare MiBACT n. 30 del 8 aprile 2009 prot. n.2964 class.28.31.00/1); bambini sotto i 6 anni; portatori di handicap e un accompagnatore; guide turistiche con tesserino; giornalisti con tesserino; accompagnatori scuole (2 per gruppo); membri ICOM.
Visite guidate: Prenotazioni e informazioni 06 88522480 – segreteria@munus.com