ARREDI E ARTI DECORATIVE
OROLOGERIA D’ARREDO. MAIOLICHE E PORCELLANE
24-25-26 settembre 2014
Eterogenea e vivace, l’asta di Arredi e Arti Decorative del 24-25 settembre apre la stagione autunnale con una selezione di oggetti che ben rappresentano l’ampia scelta che questo segmento può offrire alla curiosità collezionistica dell’appassionato come del raffinato conoscitore.
Spiccano per imponenza plastica quattro poltrone in legno scolpito, laccato e dorato piemontesi del XIX secolo ornate da fregi traforati con volute contrapposte, palmette e tralci fogliacei, montanti anteriori in forma di leone monopode, gambe posteriori a sciabola (stima 20.000 – 30.000 euro).
Elegante nella sua austera classicità un secrétaire francese del XVIII secolo in legni vari attribuito a Louis Noël Malle, ebanista parigino attivo alla corte di Luigi XVI. Il piano in marmo sagomato e cassetto sottostante, ornato da profilature in bronzo dorato parzialmente traforato, anta a calatoia centrata da scene galanti con figure in avorio entro paesaggio architettonico dall’antico, scarabattolo interno con vani a giorno, sei cassetti, due sportelli inferiori intarsiati a paesaggio architettonico (stima 8.000 – 12.000 euro).
Di grande piacevolezza una coppia di vasi in porfido del XIX secolo montati in bronzo dorato con fregi e festoni e decori di gusto classico su base a plinto squadrata, coperchi con presa in forma di pigna (stima 4.000 – 6.000 euro), così come due sculture in legno scolpito, dorato e intagliato genovesi del XVIII secolo rappresentanti l’allegoria dell’Autunno e della Primavera: le due figure recano vesti riccamente panneggiate e sorreggono in una mano i loro attributi distintivi (stima 4.000 – 6.000 euro), e una caminiera in legno intagliato, laccato e dorato del XVIII-XIX secolo d’ impianto squadrato, fasce percorse da tralci vegetali policromi, cimasa centrata da specchio ovale ornata da fregio traforato con nastro e fiori (3.000 – 5.000 euro).
Da segnalare un ventaglio in avorio e carta del 1790 – 1830 circa decorato con il prospetto dei proprietari del palchi del teatro regio di Torino. Questo ventaglio costituisce una rara e interessante testimonianza della vita sociale torinese tra l’ultimo scorcio del XVIII secolo e il
1830 circa. Nei vari scomparti dei palchi si possono individuare non solo i membri della famiglia reale sabauda ma anche i personaggi più eminenti dell’élite piemontese del tempo (stima 100 – 150 euro).
L’asta offre ad appassionati e collezionisti anche un’occasione importante di conoscere il nuovo Dipartimento di Orologi diretto da Marisa Addomine, che presenta nel catalogo una notevole collezione di orologi da appoggio o da parete dell’800 francese, oltre ad un pezzo di alto livello orologistico, di produzione svizzera. Si tratta di una rarissima marescialla a firma Robert et Courvoisier, prodotta a La-Chaux-de-Fonds tra il 1805 e il 1811: oltre a possedere le importanti complicazioni di grande e piccola suoneria, con ripetizione e sveglia, cela nella base un carillon a tamburo. Il pezzo, proveniente da un’importante collezione privata, pur trattandosi di un esemplare degno dei collezionisti più esigenti è inedito al mercato (stima 3.000 – 5.000 euro).
Sul mercato antiquario italiano, i piccoli orologi trasportabili sono spesso definiti ‘pendules d’officier o officier’, con riferimento ad un aneddoto in base al quale Napoleone stesso, amante della puntualità, avrebbe preteso che tutti i suoi ufficiali ne fossero dotati.
Essi prendono in Francia l’appellativo di ‘pendulettes de voyage’, per la loro trasportabilità, pur non essendo ad alcun titolo pendules, dato che il loro organo di regolazione e’un bilanciere. Ma, presso i colleghi d’Oltralpe, e’pendule qualsiasi orologio non destinato ad essere indossato. Charles Allix, nel suo importante trattato sugli orologi da viaggio, Carriage Clocks, descrive gli esemplari della fine del XVIII secolo e dei primissimi anni del XIX, quale quello qui proposto, addirittura definendoli pre-pendules de voyage.
La specifica tipologia dell’orologio qui presentato e’nota in Italia come marescialla, alludendo al corrispondente altissimo grado militare dell’esercito francese. Si tratta, infatti, dell’espressione di massimo livello in questo genere, resa nel nostro caso estremamente rara grazie alla presenza di un carillon, celato nella base lignea: sicuramente destinata ad una clientela di élite.
Di grande interesse una raccolta di orologi da arredo francesi acquisiti da un appassionato nel corso di più decenni. Oltre centoventi pendole, intramontabili sovrane di caminetti e commodes, piccole abitanti di boudoir o esemplari solenni ed imponenti, specie se affiancati dai candelabri en suite, offrono una panoramica completa della tipologia, tanto cara ad ogni arredo aristocratico o borghese del XIX secolo.
La disponibilità agli inizi del XIX secolo di meccaniche regolate da pendolo di buona qualità, le cosiddette parigine, a un costo contenuto e l’indiscutibile opulenza dei bronzi dorati al mercurio, spesso finemente realizzati, furono gli elementi che determinarono il successo di questi orologi, in un’epoca in cui la Francia dettava incontrastata le regole del gusto e della moda.
Furono complici il Neoclassicismo prima, con il ritorno all’iconografia del mondo antico, tra allegorie, divinità ed amorini, ed il Romanticismo poi, con i personaggi storici, le eroine degne della penna di Balzac, i Ciceroni e gli intrepidi naviganti circondati da àncore e bussole: il tutto rigorosamente dorato o al massimo alternato alla patina scura, tra foglie di acanto, palmette, girali e volute, a sostenere ed incorniciare quadranti metallici o in smalto bianco.
Tra i lotti si segnalano per squisita eleganza una pendola a firma Mathieu, circa 1850, con amorini a tuttotondo (stima 250-500 euro) parimenti ad una elaborata con struttura a tempio in marmo rosso e cristalli molati, sormontato da un leone e recante sul quadrante il nome Gübelin, notissima famiglia di gioiellieri e orologiai d’inizio del XX secolo a Lucerna (stima 800-1200 euro). Infine un grande esemplare avente per soggetto uno splendido Seneca nell’atto di disprezzare le ricchezze materiali, un bronzo di alta qualità su un plinto finemente cesellato, risalente al 1840 (stima 600- 800 euro).
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MAIOLICHE E PORCELLANE
26 settembre 2014
L’asta del 26 Settembre di maioliche e porcellana italiane e continentali, è probabilmente la vendita ceramica numericamente di maggior dimensione degli ultimi decenni in Italia. Oltre al notevole numero di lotti offerti, circa 300, di assoluto interesse è però la qualità e la grande varietà dei materiali presenti in catalogo.
Da una collezione privata piemontese, proviene una serie di maioliche prodotte a Torino a partire dalla prima metà del Settecento (Rossetti e Ardizzone), con esemplari anche araldici di grandi dimensioni, molti decori ‘alla Bérain’ di impronta francese in bianco e blu e una affascinante serie di quei decori a figure (per lo più di impianto rocaille) che costituiscono una delle glorie dei maiolicari sabaudi. Un esempio ci viene da una alzata in maiolica bianca e blu, forse G.B. Rossetti presso Rampini, Pavia, circa 1730 (stima 1.200 – 1.600 euro); da un piatto di servizio in maiolica policroma, probabilmente manifattura Ardizzone, seconda metà XVIII secolo, dalla forma mossa e decoro al centro con scena di porto (stima 800-1.200 euro): infine, da un piatto di servizio in maiolica bianca e blu, Moustier, prima metà del XVIII secolo, con decoro ‘alla Bérain’ (stima 1.800 – 2.200 euro).
Ma la stessa raccolta presenta una rara e bella selezione, una delle più numerose mai offerte in un’asta pubblica, dei prodotti della manifattura di Vinovo del periodo Gioanetti, con una interessante serie di figure e gruppi. Spicca un gruppo allegorico in porcellana policroma, della fine del XVIII secolo, raffigurante una donna abbigliata all’antico su una nuvola affiancata da putto allegorico del Vento che trattiene una salamandra (stima 400 – 800 euro).
Ed ancora, una grande serie di albarelli e vasi da farmacia in maiolica di diverse fabbriche settecentesche di varie provenienze, tutta una vasta tipologia di esemplari tra i quali varie alzate tra cui, particolarmente interessante, un esemplare uscito dalle fornaci di Doccia intorno al 1740-50, con bordo mosso e decori all’orientale (stima 400-800 euro).
Per le porcellane ricorderemo infine, sempre di Doccia, il numeroso vasellame databile al primo e al secondo periodo di produzione; un bel nucleo di porcellane ottocentesche di Jacob Petit, come ad esempio, una coppia di tulipaniere in porcellana policroma, Parigi, Fontainebleau, circa 1840, di gusto neo-rocaille e decoro floreale parzialmente a rilievo su fondo nero (stima 300–500 euro), e di manifatture che alla sua attività s’ispiravano; un grande gruppo in biscuit della parigina Nast del 1810, raffigurante Apollo Citaredo fra le Arti (in serie con alcuni esemplari oggi conservati nelle Civiche Raccolte piemontesi, stima 800-1.200 euro), ed infine, una rara serie di piatti a figure del Regno legati alla committenza delle regina Cristina di Spagna di Borbone a Napoli del 1830 (stima 900-1.200 euro).
A questo primo, grande nucleo si affianca una raffinata scelta di maioliche bianche e blu di produzione francese e pavese provenienti dall’antica collezione di Flo Taccani, nota mercante milanese, che insieme a personaggi quali Questa a Torino o Gioanetti a Milano, fece la storia del collezionismo ceramico del secondo dopoguerra. Da una collezione bolognese proviene poi un’importante scelta di maioliche per lo più settecentesche ed italiane (da Castelli alle grandi fornaci pavesi tardobarocche); è da segnalare un versatoio a forma di mascherone in
maiolica blu e rosso, Castelli, fine XVI inizio XVII secolo (stima 1.400 – 1.600 euro); infine, due collezioni private venete forniscono un articolato panorama della grande tradizione ceramica bassanese dalla metà del Settecento sino agli esperimenti più arditi dell’eclettismo tardo ottocentesco. Un excursus affascinante, quest’ultimo, che non manca però di comprendere porcellane di oggettiva rarità, come l’interessante porta orologio neoclassico realizzato nelle fornaci veneziane di Geminiano Cozzi nel 1780.
Esposizione | 20 – 23 SETTEMBRE 2014
Palazzo del Melograno
Piazza Campetto 2, Genova
10.00 – 13.00 | 15.00 – 19.00
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