Appena tornato dall’Audi Chef’s Cup e a pochi giorni dall’apertura del suo nuovo locale a Milano, abbiamo incontrato Filippo La Mantia oste e cuoco. L’intervista in esclusiva per Artslife
Schietto, vulcanico, istintivo, passionale, Filippo La Mantia –La Mantìa per essere precisi– del suo nuovo progetto a Milano dice:
«Ho comprato questo locale per poter finalmente riunire insieme tutte le mie passioni e condividerle con gli altri. Ci saranno le moto, la cucina, la fotografia, la musica, tutte insieme.. E’ un grande progetto internazionale, vedrete.»
E nell’enorme spazio dell’ex Gold, di Piazza Risorgimento, rilevato dal duo Dolce&Gabbana, c’è da giurare che l’oste e cuoco ci stupirà anche questa volta.
Aprirà alla fine di febbraio e già se ne parla ovunque, facendo salire le aspettative ma anche la tensione di Filippo che nonostante il successo internazionale, la fama consolidata, i 60mila coperti all’anno, gli innumerevoli eventi di cui è stato protagonista in questi ultimi 15 anni, lancia di nuovo il cuore oltre l’ostacolo, nella capitale dell’Expo 2015.
Il nuovo locale di Filippo La Mantia a Milano proporrà la sua cucina tradizionale, con tutti prodotti siciliani, tra cui alcune specialità realizzate appositamente. Come il panettone al cous cous dolce. Ma non sarà un ristorante, avverte:
«I miei locali non sono mai stati dei ristoranti, perchè io non sono uno Chef. Io sono uno che cucina.»
Negli spazi, riprogettati insieme a un numero uno come l’architetto Piero Lissoni(*), ci sarà un bar diurno con pasticceria anche da asporto, un bar notturno, la zona ristorante, ma anche tante aree espositive per libri, oggetti di design, mostre fotografiche, corner-shop dedicati al food e tanta musica.
«Sarà tutto tranne che tavoli e sedie. Sarà uno spazio libero e aperto dove poter stare dalle 8 del mattino all’1 di notte, senza essere obbligati a consumare. Si potrà venire qui anche a non fare nulla, semplicemente per sedersi, rilassarsi, ascoltare musica, leggere un libro, incontrare degli amici, guardare qualche oggetto.
La cucina, come gli spazi dedicati allo shop, saranno un servizio in più a disposizione. Come lo spazio al primo piano che verrà allestito proprio in occasione del prossimo Salone del Mobile, da una meravigliosa cucina di Boffi e dedicata agli show cooking.»
Anche senza vederlo, già mentre ce lo racconta ci trasmette entusiasmo e ci sembra di riuscire a immaginare attraverso il suo sguardo l’atmosfera che si respirerà in Piazza Risorgimento.
- Basti pensare che all’ingresso ci saranno le moto, una delle sue passioni di sempre. Curve morbide, design seducente, cromature, potenza e inno alla libertà.
Anche queste sono le cifre di Filippo La Mantìa che affianca al talento in cucina quello artistico, come in un unico filo conduttore.
«Ho fatto il liceo artistico e poi 4 anni di architettura. Mi piace moltissimo disegnare. Disegno sempre e a penna, mi piace la grafica.
Ad architettura per tutto quello che riguardava il disegno, assonometria, planimetrie, le prospettive, ma anche il disegno a mano libera io sono ancora oggi molto bravo. Poi però quando invece sono arrivate materie tecniche come scienza delle costruzioni, analisi matematica, io mi sono bloccato e ho lasciato architettura.
Ho disegnato personalmente tante cose, anche qui nel nuovo locale, nonostante ho accanto un grande professionista come Lissoni, disegno e seguo moltissimo i lavori insieme agli architetti perchè tutto deve essere come dico io. »
Ma se gli parli di food design storce subito la bocca e fa un passo indietro.
«Nooo, odio i piatti con l’architettura. Alla gente devi dare la percezione che il piatto che mangiano possono rifarlo facilmente a casa. Non mi interessa di costruire un’architettura del piatto, come non mi piacciono le foto con piatti che sembrano sculture. Il mio approccio alla cucina è più semplice e facile. Io lo considero sensoriale. Come quello di chi apre il frigo e cucina quello che ha.»
E nel suo percorso artistico non si può dimenticare il suo passato da foto reporter, la sua collaborazione con la grande Letizia Battaglia e scatti che hanno fatto storia.
- Come quelli che nel 1982 lo portarono in lizza per il Premio Pulitzer. Le sue foto hanno fatto il giro del mondo attraverso magazine come Time, Life, Stern. Come importante anche il suo rapporto con la musica.
Suona l’armonica, anche questa da autodidatta, ma tanto bene da accompagnare spesso i concerti di Edoardo Bennato.
Con la fotografia, come con le altre passioni ha mantenuto un rapporto strettissimo.
«Mi piace moltissimo, io poi adoro smanettare. Mi piace Instagram perchè mi permette di modificare le foto come voglio. La differenza tra 30 anni fa e oggi è che allora io passavo ore e ore in camera oscura a stampare e ad aggiustare foto troppo o poco esposte, scegliere carta della grana giusta… oggi è facile, è tutto automatico»
Ma perchè hai cambiato percorso?
«Perchè io sono così. Io cambio. E’ il mio modo di essere. Io ora sono qui può darsi che tra una settimana non ci sono più » scherza, ma non tanto e in fondo questa è proprio una delle costanti delle grandi personalità.
Approfittando del suo amore istintivo per la bellezza gli chiediamo un contributo ad una ipotetica “Future Library”, come quella del bellissimo e imaginifico progetto di Katie Paterson. Cosa salveresti per coloro che potranno trovarlo tra 100 anni?
«Io salverei e ibernerei una figura fondamentale per me: il contadino. Perchè il contadino è quello che ci ha insegnato tutto, da sempre»
Con Kerouac diremmo : “alcune persone hanno delle vibrazioni che vengono dritte dal cuore vibrante del sole”.
Filippo La Mantìa è così, in tutta la sua complessa semplicità. Un dono il poter condividere e partecipare a questo viaggio di luce, un piacere sensoriale a Milano da marzo 2015. A nutrire chi vorrà esserci.
- (*) Piero Lissoni titolare dello studio Lissoni Associati e Graph.x è un affermatissimo architetto milanese di fama internazionale. Al suo attivo importanti progetti di architettura, design, arredamento, corporate identity, allestimenti, tra cui il rifacimento del Teatro Nazionale di Milano e l’allestimento della recente mostra a Palazzo Reale dedicata a Bernardino Luini. Lo studio progetta per aziende come Alessi, Boffi, Cassina, Flos, Fritz Hansen, Glas, Kartell, Knoll, Lema, Living Divani, Matteograssi, Porro e Tecno.