“Milano ha nel suo DNA il sentimento di accoglienza. Basta ricordare il suo antico nome: Mediolanum”.
Ha esordito così Domenico Piraina, direttore del Polo Mostre e Musei Scientifici del Comune di Milano, al PAC – Padiglione Arte Contemporanea in occasione della conferenza stampa di presentazione di M-WAM – Milano World Arts Map, il network dedicato agli artisti internazionali che vivono, e soprattutto lavorano, a Milano.
Oggi come ieri – si pensi a Leonardo Da Vinci o a Giuseppe Verdi, ma l’elenco potrebbe essere lunghissimo – Milano si rivela città di passaggio per moltissimi artisti provenienti da tutto il mondo perché appare come terreno fertile che offre stimoli alla propria crescita artistica.
Al PAC si parla di creatività, di contemporaneità e di multiculturalità in una Milano aperta al mondo già da secoli, ma che ne prende coscienza ora in occasione di un’Expo che convoglierà gli occhi del mondo ai piedi della Madonnina. Expo è però solo un aiuto allo sviluppo e alla crescita del carattere multiculturale del capoluogo lombardo. Non solo perché l’interculturalità in città non è nulla di nuovo, ma anche perché le iniziative in campo vanno ben oltre e coinvolgono istituzioni come il PAC e la Fabbrica del Vapore, già da tempo interessate alla multiculturalità dell’arte contemporanea, e il nascente Museo delle Culture, che oltre ad una collezione etnografica, ospiterà arte contemporanea proveniente da tutto il mondo. E inoltre, tra le iniziative più innovative c’è M-WAM, che segna un passo significativo all’interno di questo percorso multiculturale. Ma andiamo con ordine.
Cos’è M-WAM?
M-WAM – Milano World Arts Map è una piattaforma che ha debuttato sul web lo scorso 12 febbraio (www.m-wam.com) con l’obiettivo di creare un luogo reale e digitale di incontro interculturale e multidisciplinare che connette artisti, operatori culturali, istituzioni e abitanti della Città Metropolitana. Il progetto, che nasce da un’idea dell’Associazione culturale CUBEART di Ana Pedroso Guerrero, del Laboratorio di comunicazione The Round Table di Francesco Moneta, del GAI – Giovani Artisti Italiani, e di Federculture, e che è stato messo in atto grazie alla collaborazione del Comune di Milano, del PAC e della Fabbrica del Vapore, coinvolge artisti di ogni continente.
Il lavoro è partito da quindici personalità dell’arte, già collocati sulla mappa virtuale di M-WAM, grazie alla quale è possibile localizzare i loro atelier e conoscere la loro arte. Sono Pedro Fiol (Cuba), Richard Gabriel (Filippine), Liana Ghukasyan (Armenia), Kikoko (Togo), Giovanni Manzoni Piazzalunga (Bolivia), Florencia Martinez (Argentina), Shuhei Matsuyama (Giappone), Tomoko Nagao (Giappone), Mahmoud Saleh Mohammadi (Iran), Jelena Vasiljev (Serbia). Provengono da tutto il mondo e sono giunti a Milano per indagare e accrescere il loro talento.
Perché proprio Milano tra le tante città d’arte italiane?
Perché, spiega lo studio dell’Istituto di Ricerca Astarea che ha svolto interviste individuali e approfondite ad ognuno degli artisti citati, Milano non è solo una città museo, ma un incubatore d’arte, soprattutto di arte contemporanea.
“Qui l’arte si fa e non solo si fruisce” – spiega Laura Cantoni, presidente di Astarea. “Milano è un terreno potenziale per il proprio mestiere di artista, la città più dinamica e evoluta rispetto alle altre italiane, ma anche più vivibile rispetto alle megalopoli, occidentali o asiatiche che siano” – aggiunge.
Milano sembrerebbe quindi la terra promessa dell’arte contemporanea. Ma le criticità non mancano. Non vi sono infatti punti di ritrovo e di riferimento per questi artisti, luoghi per uno scambio interculturale che potrebbero essere uno stimolo alla creatività. Questa assenza non fa che aumentare il numero di artisti ipo-connessi in una città fondamentalmente individualista. E il tutto si riflette sulla vita personale e professionale degli stessi artisti.
Quindi la Milano aperta, curiosa, con una sua forte identità, interessata alla moda, al design, dinamica, ma ancora vivibile, perde punti nella sua organizzazione e nel coinvolgimento degli stranieri, che a detta degli intervistati, ancora si sentono discriminati. Forse è per questo che, nonostante la forte percezione del fermento culturale, la città resta un incubatore di creatività, piuttosto che il luogo adatto per consolidare la propria professione di artista. Milano è perciò un luogo di transito: quasi tutti gli artisti che vi giungono non si fermano per sempre perché qui è difficile ottenere riconoscimento e affermazione.
Ecco quindi che M-WAM risponde ad un vero e proprio bisogno espresso dai numerosi artisti che abitano all’ombra della Madonnina. Il progetto non solo colmerà la lacuna dei momenti di incontro organizzati dalle istituzioni, ma sarà un vero e proprio stimolo contro l’individualismo e la chiusura in se stessi, a favore della crescita artistica e personale. Ma a trarne vantaggio saranno anche le Istituzioni culturali che, partecipando, daranno vita ad una rete multiculturale, così come gli stessi cittadini fruitori dell’offerta culturale.
Come si anticipava, la carne sul fuoco è molta. Spiega infatti Ana Pedroso Guerrero di CubeArt che il progetto M-WAM si circonda di eventi collaterali e di azioni. Come il Contest creativo Milano Città Mondo, nato in collaborazione con la Commissione Europea con lo scopo di valorizzare la vocazione internazionale e multiculturale di Milano, per restituirle inedite letture di se stessa in vista di Expo.
Il contest, aperto sia ad artisti internazionali che vivono a Milano, sia a giovani artisti under 35 che operano in Italia, ha raccolto 166 adesioni da tutto il mondo. Ad ogni artista è stato chiesto di sviluppare il tema del contest attraverso la realizzazione di un’opera che interpreta lo spirito di questa città. Sono così emerse opere interessanti che percorrono le vie di Milano nei suoi spazi più iconici e riconoscibili e opere che ne sottolineano lo sviluppo multiculturale e comunitario, raccolte tutte sotto il linguaggio universale dell’arte.
Delle 166 opere pervenute, un’apposita giuria, composta tra gli altri da Luca Beatrice, Claudia Zanfi e Adrian Paci, ne selezionerà 50 che dal 26 marzo al 6 aprile saranno esposte negli spazi della Ex Cisterna della Fabbrica del Vapore di Milano in una mostra a cura di Chiara Canali, coordinatrice del Contest. Oltre al premio economico previsto per i primi tre classificati tra i giovani artisti italiani under 35, il vincitore della categoria Artisti internazionali sarà protagonista di una mostra personale.
Ma i progetti non finiscono qui. Ci sono infatti altre iniziative che dovranno trovare il sostegno di partner privati e istituzionali per essere realizzate. Iniziative come il WAM Atelier, uno spazio di co-working per artisti internazionali che vivono a Milano ma non hanno un proprio atelier; il WAM Café, un luogo di incontro fisico e digitale per interconnettere gli artisti e destinato a diventare un luogo di scambio e confronto; un secondo Contest Milano Città Mondo aperto a tutti i visitatori di Milano in occasione di Expo, invitandoli a lasciare foto, video e messaggi della loro esperienza a Milano; e V-WAM, un ponte interculturale con Venezia nell’anno dell’Expo e della Biennale d’Arte.
La carne al fuoco è molta e speriamo che M-WAM e l’entusiasmo che circonda il progetto sappiano veramente dare spazio alla moltitudine di voci che animano la città, per dare così vita ad una Milano aperta al mondo, non solo in vista di Expo, ma in coerenza alla sua indole multiculturale.