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Il Bonnefantenmuseum di Maastricht ed Aldo Rossi. Un tour del museo da Brueghel al Sol Lewitt

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bonnefantenmuseum
Bonnefantenmuseum. Foto: Antonio Mansueto

Il Bonnefantenmuseum di Maastricht, dopo 20 anni dalla sua apertura, è divenuto uno degli edifici simbolo di Maastricht. L’attuale mostra temporanea, viene dedicata proprio al suo geniale progettista.

“La finestra del poeta” è la mostra dedicata all’architetto Aldo Rossi. La produzione di Aldo Rossi viene definita poetica, colorata e a tratti umoristica; 100 sono le opere grafiche presenti nella collezione del museo ed ora esposte al terzo piano sino al 15 novembre 2015, con la collaborazione della Fondazione Aldo Rossi e diversi musei.

Bonnefantenmuseum
Bonnefantenmuseum. Foto: Antonio Mansueto

Ed effettivamente queste grafiche mostrano una spiccata inclinazione nel disegno; poetico, e difatti, ad Aldo Rossi uno dei docenti aveva sconsigliato di fare l’architetto proprio per l’approssimazione dei suoi disegni.

Aldo Rossi
Aldo Rossi. Foto: Antonio Mansueto
Aldo Rossi
Aldo Rossi. Foto: Antonio Mansueto

Il “giovane” Bonnefantenmuseum vale una visita anche per le sue collezioni permanenti. Il museo, ha una mission precisa di coniugare l’antico e il contemporaneo non solo nello stile architettonico, ma anche espositivamente.

Una idea adatta a Maastricht. La cittadina “meticcia”, che sorge su un’appendice geografica dell’Olanda, strettissima tra Belgio e Germania, e che è punto di incontro geografico e culturale. Anche luogo dove si è fatta la storia dell’Unione Europea, oltre che dotata di una Università giovane ed ambiziosa dove si insegna prevalentemente in inglese, che sta scalando le classifiche internazionali.

Anche il TEFAF, la sua prestigiosa fiera nata quale punto di incontro tra mercanti d’arte fiamminga belgi e olandesi, unisce insieme arte antica, moderna e contemporanea.

E il Bonnefantenmuseum ha collezioni -in fase di crescita- in linea col TEFAF. Arte antica e arte contemporanea (in prevalenza concettuale, arte povera) si affacciano assieme sulla piacevole passeggiata sulla Mosa che in breve distanza porta al tratto più pittoresco di antiche abitazioni affacciate sul fiume.

Il Bonnefantenmuseum emoziona, ad esempio, quando ti trovi avvolto dalla spettacolare istallazione di Sol Lewitt all’interno della torre. Merito dell’artista e della particolare illuminazione della torre dell’architetto.

Sol Lewitt, Bonnefantenmuseum
Sol Lewitt, Bonnefantenmuseum. Foto: Antonio Mansueto
Sol Lewitt, Bonnefantenmuseum
Sol Lewitt, Bonnefantenmuseum. Foto: Antonio Mansueto

Ma anche la meravigliosa sala dedicata a Brueghel il giovane presenta opere notevoli.

Brueghel il Giovane, Bonnefantenmuseum
Brueghel il Giovane, Bonnefantenmuseum. Foto: Antonio Mansueto
Brueghel il Giovane, Bonnefantenmuseum
Brueghel il Giovane, Bonnefantenmuseum. Foto: Antonio Mansueto
Brueghel il Giovane, Bonnefantenmuseum
Brueghel il Giovane, Bonnefantenmuseum. Foto: Antonio Mansueto

Tra le pale più antiche, portiamo come esempio le opere del Ghirlandaio e di altri maestri italiani e fiamminghi di valore.

 

Ghirlandaio, Madonna e Bambino
Ghirlandaio, Madonna e Bambino. Foto: Antonio Mansueto
Bonnefantenmuseum
Bonnefantenmuseum
Bonnefantenmuseum
Bonnefantenmuseum

Peccato associare Maastricht al famoso trattato tra gli stati della Unione Europea oggi tanto criticato. Ma il luogo è stato solo lo scenario di un accordo economico prima decisivo, poi invecchiato, non superato, e rivelatosi una catena a maglie strette per la crescita economica dei paesi europei.

Maastricht non assomiglia al trattato-catena: la città universitaria è disinvolta, vivace, conviviale e ottimista, e così si rivela l’energia emotiva che dà al visitatore il Bonnefantenmuseum mettendo in gara disinvoltamente opere in prevalenza del periodo medievale e del rinascimento col contemporaneo. Il medioevo e i tempi odierni sono epoche che hanno curiosamente in comune il bisogno di astrazione, seppure con risvolti estetici -ovviamente- molto diversi: allora nella figurazione stilizzata, oggi nella messa in discussione non solo della figura, ma persino della materialità dell’opera.

Bonnefantenmuseum
Bonnefantenmuseum. Foto: Antonio Mansueto

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