Le aste di “Argenti, Avori, Icone e Oggetti d’Arte Russa” del 16 novembre e quelle di “Ceramiche europee e Arredi e Arti Decorative” del giorno successivo presentano una interessante selezione di opere che uniscono, a un notevole interesse storico-artistico, un grande appeal collezionistico.
L’appuntamento dedicato agli “Argenti, Avori, Icone e Oggetti d’Arte Russa” del 16 novembre si impone all’attenzione per la presenza di opere come l’intenso Cristo sulla Croce in avorio e legno di bosso con capitello in marmo del XVI-XVII secolo (lotto 206 stima 6.000 – 8.000 euro), o la tabacchiera romana, tipico oggetto da Grand Tour, datata 1781 e firmata “G. Raffaelli” in legno, tartaruga e con due micromosaici raffiguranti un braciere e una rovina architettonica (lotto 211 stima 9.000 – 11.000 euro). Imponente, poi, il centrotavola in argento raffigurante Apollo sulla biga trainata da tre cavalli, realizzato da Ellington and Co di Birmingham nel 1863, pesante oltre dodici kilogrammi (lotto 265 stima 20.000 – 25.000 euro)
Artista emblematico della grandeur zarista, Peter Carl Fabergè è considerato come uno dei maggiori orafi e gioiellieri del suo tempo. Le sue opere interpretano l’arte settecentesca francese attraverso la visione popolare russa, ma risentono anche, specialmente nei motivi ornamentali, dello stile severo dell’Impero come delle sinuosità floreali dell’Art Nouveau.
Nato a Pietroburgo il 30 Maggio 1846, dove suo padre Gustav, di origine ugonotta, si era stabilito nel 1842 aprendovi una gioielleria, Fabergè studia a Pietroburgo e gira per l’Europa occidentale per prepararsi a rilevare l’azienda paterna, cosa che avverrà nel 1870. Ben presto l’atelier impiega tra operai, maestri disegnatori oltre 500 persone (oltre ad avvalersi della collaborazione di atelier esterni), con filiali a Mosca, Kiev, Odessa e Londra: nel 1885 il nostro è nominato Argentiere e Gioielliere Imperiale.
Notissimo anche in Europa occidentale tra i clienti dell’alta società, specialmente inglese, nel 1900 riceverà la Legione d’Onore, in occasione dell’Esposizione Internazionale di Parigi. Il catalogo del 16 novembre comprende uno splendido esempio della sua maestria, un orologio di forma circolare in argento dorato, smalti perline e avorio databile al 1890 circa (lotto 304, stima 40.000 – 50.000 euro).
Rimanendo nell’arte russa, ricordiamo nella medesima tornata di vendita l’icona raffigurante la Vergine Maria in riza in argento dorato, filigrana e smalti cloisonné realizzata a Mosca tra il 1899 e il 1908 dall’orafo Viktor Shokarev, testimonianza felice di fede intima e profonda, tipica dell’identità russa (lotto 397, stima 10.000 – 15.000).
Molte delle principali manifatture e formaci europee sono rappresentate nel catalogo, non di rado con oggetti di notevole interesse. Per Meissen, ad esempio, andrà citato il piatto, databile al 1745 circa, parte del noto servizio realizzato per August Friedrich Reichsgraf von Seydewitz (1695-1775): i Seydewitz erano stati creati baroni nel 1731 e Reichgrafen (conti del Sacro Romano Impero) nel 1743, data che ha permesso di datare il servizio (lotto 542, stima 1.200 – 1.800 euro). Sempre di Meissen incantevole una rara serie di ben dodici piccoli candelieri del 1763-1774, elegante esempio della miglior produzione di gusto rocaille nella manifattura sassone intorno agli anni Sessanta del diciottesimo secolo, riconducibile all’ultima fase del lavoro del capomodellatore Kaendler a Meissen (lotto 609 stima 2.000 – 2.200 euro). Tra le porcellane di Doccia è presente l’importante e grande gruppo policromo raffigurante “Ganimede e l’aquila”, databile al 1760 -1770.
Attribuibile a Gaspero Bruschi, deriva dal gruppo in bronzo del 1717 di Massimiliano Soldani Benzi, oggi al Fitzwilliam Museum di Cambridge (lotto 570 stima 18.000 – 22.000 euro). Per Napoli è interessante la bella e grande figura in biscuit di Musa (databile al 1800 circa) probabilmente una delle …nove [undici] muse sedenti… citate negli elenchi della fabbrica napoletana (lotto 577 stima 400 – 800 euro). Fra le molte maioliche, sia italiane che di fornaci europee, è da segnalare il magnifico vaso da farmacia in maiolica policroma uscito dalle fornaci veneziane di Geminiano Cozzi negli anni intorno al 1780, decorato sontuosamente a rilievo (lotto 699 stima 22.000 – 26.000 euro).
Ma l’appassionato potrà trovare in questa vendita anche ceramiche di valutazione contenuta, ma di sicuro interesse per la storia ed il collezionismo: si guardi al piccolo gruppo in biscuit, realizzato alle fine del Settecento in una ignota manifattura francese, copia del modello di Falconet realizzato a Sèvres nel 1766: un incantevole rappresentazione ispirata alla pièce teatrale intitolata “La Bohémienne”, presentata al pubblico nel 1755 (lotto 552 a offerta libera).
Interessante anche l’offerta del catalogo degli arredi e delle arti decorative, i cui lotti verranno esitati anch’essi il 17 novembre. Due oggetti spiccano su tutti. Il primo è uno splendido set da salotto composto da un divano e sei poltrone francesi del primo quarto del XIX secolo, con le sedute rivestite in tessuto dipinto con paesaggi campestri, vedute, monumenti e rovine architettoniche dell’antica Roma, probabilmente realizzato nel 1812 dalla ditta Delaneuville et Cie di Parigi, su ordinazione del Senato francese per commemorare la nascita del figlio di Napoleone Bonaparte, Napoleone (II) re di Roma e duca di Reischstadt (lotto 776, stima 15.000 – 20.000 euro).
Il secondo è una coppia di applique toscane in metallo, legno intagliato, scolpito e dorato del 1860 circa, di grande qualità, di un raffinato e articolato disegno che riporta alle opere d’intaglio eseguite della bottega fiorentina di Francesco Morini (Firenze, 1822 – 1899); al suo atelier, insieme ad altri artigiani come i Barbetti ma non solo, verranno affidati i lavori per l’arredo di alcuni importanti palazzi della nobiltà locale (lotto 965, stima 8.000 – 12.000 euro).