Questa sera, 19 novembre, nella nuova sede di Sotheby’s di Palazzo Serbelloni a Milano, si terrà il cocktail (su invito) per l’apertura dell’esposizione dei lotti che andranno in asta la prossima settimana, il 24 e il 25 novembre. La mostra continuerà da venerdì a lunedì con orario 10-18 e martedì mattina dalle 10 alle 13.
Annus Mirabilis per Alberto Burri.
“Celebrato a New York dal Guggenheim – commenta Raphaelle Blanga, Head of Modern & Contemporary Dept Sotheby’s Italia – con la retrospettiva The Trauma of Painting e a Londra, dalle più che positive vendite dell’Italian Sale, Burri sarà evidenziato anche a Milano con ben 4 opere datate dal 1952 al 1980″.
Si inizia con un Sacco del 1952: Bianco 1952. La produzione dei così detti “Bianchi” va dal 1952 al 1956. E’ in questo momento che l’artista inizia ad alternare sulla tela i sacchi grezzi a zone di pittura, il bianco calce viene accostato al nero e in alcune occasioni al rosso, dando risalto alla trama del sacco, che accoglie sulla sua superficie il colore.
Bianco 1952 è il frutto delle sperimentazioni d’avanguardia di un artista che velocemente ha raggiunto la piena consapevolezza del suo personalissimo modo di fare arte: i crateri, le lacerazioni, le macchie s’impongono sul supporto martoriato senza indugi. (€300.000-400.000)
L’opera successiva, Ferro, datata 1959, è uno strepitoso ferro su legno, già nella collezione romana di Enrico Crispolti, da sempre studioso, amico e sostenitore delle ricerche di Alberto Burri. Ferro è il perfetto esempio di un’opera della produzione della seconda metà degli anni Cinquanta, anni in cui Burri lavora contemporaneamente in tre direzioni: i sacchi, i legni e i ferri.
Se i Sacchi sono costituiti da tessuti logori, strappati, macchiati, i Ferri si compongono invece, come scrive Gerald Nordland, di “lamine fresche di fabbrica, tagliate e formate in nuove composizioni dalla sorprendente consistenza”.
L’opera reca una stima di €500.000-700.000.
A seguire, Bianco Plastica, del 1968: plastica, acrilico, vinavil, combustione su masonite (stima € 400.000-600.000). In quest’opera è evidente il concetto, costante – nella poetica di Alberto Burri – di “consunzione” della vita, che rappresenta non tanto il segno del consumarsi della stessa, quanto piuttosto l’energia di un gesto di forte valore simbolico.
Chiude la selezione delle opere di Burri Cellotex del 1980, già mirabilmente esposta nel 1984 a Milano a Palazzo Citterio in occasione dell’irripetibile mostra a lui dedicata (stima €150.000-200.000). Ricordiamo per i Cellotex i record milanesi di maggio.
LUCIO FONTANA
“… mio padre era un bravo scultore era mio desiderio esserlo, mi sarebbe piaciuto essere anche un bravo pittore, come mio nonno, m’accorsi però che queste specifiche terminologie dell’arte non fanno per me e mi sentii artista Spaziale.” Lucio Fontana
In attesa della grande retrospettiva dedicata a Fontana dal Metropolitan di New York nel 2017 e dopo i recentissimi WORLD RECORD di New York per Fontana nelle serie Fine di Dio, Tagli (Concetto Spaziale, Attese, 1965, cm 65 x 200, venduto da Sotheby’s a 16.154.000 USD) e Venezie (Concetto Spaziale, 1961, olio su tela. cm 150×200 cm, venduto da Sotheby’s a New York a 8.986.000 USD), sono stati selezionati per questo appuntamento milanese, tre perfetti esempi di tre diverse ricerche dell’artista: Tagli, Buchi e Teatrini.
Si parte dalla copertina del catalogo, dove fa bella mostra di sé Concetto Spaziale, Attese, realizzato nell’ultimo anno di vita di Fontana, il 1968, opera che si posiziona all’apice della prodezza compositiva dell’artista. È una complessa orchestrazione di quattro, quasi identici tagli verticali, intercettati da un quinto diagonale.
La forza cromatica del giallo squillante riveste il poter simbolico della luce e dell’idea della creazione, ed è enfatizzato dal contrasto del nero delle telette (le strisce di garza nera posizionate dietro ad ogni taglio).
L’iscrizione sul retro dell’opera recita Sono stato a Milano, a vedere Sergio Tosi; si leggono qui due delle principali fonti d’ispirazione dell’artista: la città di Milano, diventata l’epicentro dell’avanguardia, e Sergio Tosi, amico, editore e sostenitore. (stima €1.000.000-1.500.000).
All’indomani della vendita dello splendido “gioiello” argentato di Fontana del 1961, aggiudicato a GBP 965.000, Sotheby’s offre anche a Milano un Concetto Spaziale argento, eseguito nel 1960, ha una stima di €400.000-600.000.
Concetto Spaziale – Teatrino (serie che impegna l’artista tra il 1964 e il 1966) è un olio giallo su tela argento, già nella collezione newyorkese di Marisa Del Re (stima €250.000-350.000).
Tra le terrecotte spazialiste un esempio di grande qualità è quello datato 1960-65 Concetto Spaziale, stimata € 45.000-65.000, appartenuto a Paride Accetti, collezionista ed ex assessore al Comune di Milano.
MOVIMENTO SPAZIALISTA – GRUPPO ZERO
Dopo il world record registrato lo scorso maggio a Milano, con Intersuperficie Curva Bianca 1969 aggiudicata a €1.623.000 e la vendita della Parete dell’Intercamera Plastica dello scorso 15 ottobre (GBP 1,037,000), le opere di Paolo Scheggi non possono certo mancare in questo catalogo d’asta.
Proponiamo qui 3 lotti eseguiti a distanza di un anno l’uno dall’altro; il primo è rosso, del 1962, e titola Per una situazione (stima € 180.000-250.000), dell’anno successivo realizzato in un blu brillante, Zone Riflesse (stima €250.000-350.000) last but not least, datato 1964, spicca Intersuperficie curva che riporta la stima più alta di € 260.000-360.000.
Quest’opera fa parte della serie più iconica dell’artista, in cui Scheggi applica su fondo neutro due tele sovrapposte forate che creano un suggestivo gioco di ombre rendendola unica.
Intersuperficie Curva fu nella collezione dalla Galleria Smith di Bruxelles, “casa” dei più influenti artisti dell’avanguardia del tempo grazie alla direzione visionaria e geniale della proprietaria Stella Smith (stima €300.000-400.000).
Di Bonalumi citiamo una delle opere più rare della sua produzione: Bianco e Nero, lavoro eseguito nel 1968. Siamo di fronte a un’opera che segna, nella carriera dell’artista, un momento fondamentale. La rarità di questo lavoro è confermata da altri due elementi: in primis dall’uso del ciré, medium molto lucido e flessibile, e del doppio colore che pone l’accento dell’artista sull’aspetto dinamico e percettivo della cromia. (stima €250.000-350.000)
Seguono due tele estroflesse monocrome: Nero del 1964 (stima €70.000-90.000) e Bianco eseguito l’anno successivo, l’opera è stimata €180.000-250.000.
Nell’asta milanese, ricordiamo, di Enrico Castellani, Rosando del 1971 che fu pubblicato nel 1972 sul NAC, il Notiziario di Arte Contemporanea (stima €250.000-350.000). Di Turi Simeti segnaliamo, Un ovale Rosso del 1967 (stima €70.000-90.000)e Un Ovale Nero del 1968 90x100cm (stima 100.000-150.000).
Ricordando la mostra da poco inaugurata al MARCA, il Museo delle Arti di Catanzaro, intitolata Alberto Biasi, Start Up and Environment menzioniamo 2 opere di Alberto Biasi, uno dei padri dell’Arte Cinetica italiana: Dinamica Visiva del 1967, esposto lo stesso anno all’Esposizione Universale di Montréal e Politipo eseguito nel 1969 (entrambe le opere sono stimate € 60.000-80.000).
Il Gruppo Zero fu, fin da subito, un movimento artistico internazionale, particolarmente attivo tra Milano Parigi e Düsseldorf; alla luce del suo successo, le esperienze milanesi di Azimuth e del Gruppo T, il Gruppo Enne di Padova o, ancora, il movimento Gutaj in Giappone, si possono leggere come conseguenze dirette, sue gemmazioni del Gruppo Zero.
Due sono gli appartenenti al Gruppo T presenti nel catalogo: Davide Boriani e Grazia Varisco. È datata 1959-62 l’opera di Boriani, Superficie Magnetica (stima €25.000-35.000); questi sono anni cardine per l’artista: nel settembre del 1959 Boriani propone ad Anceschi e a Colombo, tra gli altri, la realizzazione di opere in divenire: lavori, come questo, a quattro dimensioni in cui la componente temporale sia percepibile nella variazione dell’immagine. Su questa base si redige MIRIORAMA 1 e nasce il Gruppo T.
Superficie Magnetica è costituita da un campo magnetico, metallo, limatura di ferro, una calamita e un motore elettrico. Reticolo Frangibile R+N ortogonale + inclinato è l’opera di Grazia Varisco datata 1970 (stima €20.000-30.000).
SCULTURA
Fausto Melotti è presente nel catalogo milanese con Senza Aggettivi, del 1972 (86x23x20 cm), una scultura in ottone il cui peso è come smaterializzato a favore di movimenti leggeri nello spazio, le sue quattro gambe si erigono snelle, insieme a due poetiche “ali”. La stima è di €180.000-250.000.
In totale contrasto fisico e materico con l’opera di Melotti, che si contraddistingue per leggerezza, proponiamo di Arnaldo Pomodoro Rotante minore del 1966, opera volumetrica e consistente (stima € 150.000-200.000).
ARTE POVERA
A pochi mesi dalla scomparsa di Salvatore Mangione (1947 –2015), in arte Salvo, rendiamo omaggio a questo grande artista dedicandogli il primo lotto del catalogo: Tricolore, del 1971 (stima € 40.000-60.000).
Tra le opere di Alighiero Boetti spicca Fregi e Sfregi, lavoro del 1980, penna biro nera su carta applicata su tela che ha una stima di €150.000-250.000. Sono ricercati i lavori di Poveristi che campeggiano meno frequentemente nei cataloghi d’asta; abbiamo scelto qui di presentare Luna, di Claudio Parmiggiani, una poetica scultura in gesso e ferro , il volto classico di donna con la mezzaluna che l’ incornicia . L’opera è stata più volte esposta in Europa, a Nizza, Strasburgo nel 1987 e Darmstadt nel 1993 (stima €55.000-75.000); e le Farfalle di Mario Ceroli che sono stimate €25.000-35.000.
CONCETTUALE
“L’opera di Vincenzo Agnetti – commenta Bruno Corà – non è solo stata capace di cogliere immediatamente le istanze di azzeramento della pittura dei primi anni Sessanta, ma ha anche anticipato le successive ricerche concettuali internazionali”.
Dal 1968 Agnetti realizza pannelli incisi a fuoco o dipinti con colore; si tratta dei Feltri. Questi giocano con il linguaggio, mimando con ironia lo stile letterario: un esempio magistrale è La tua immagine quando ti sostituivi, del 1971, stimato €80.000-100.000.
Due sono le Bacheliti che andranno in asta a Milano: Il tempo procede lungo il metro dell’adattamento del 1970 (stima 40.000-60.000) e Assioma Senza Titolo, del 1972 (stima €30.000-40.000). Le Bacheliti simulano il gergo scientifico-filosofico per interrogarsi sul funzionamento logico del linguaggio.
POP ART ROMANA
“La Pop Art me la ricordo allegra, come sono allegre le vetrine di una città; appassionante come i manifesti del cinema; seducente come la pubblicità”. Plinio De Martiis
In Europa è una delle città più sensibili alla nascita dell’epopea Pop, Action Painting e New Dada. Tra i giovani artisti romani che emergono sulla scena artistica nella prima metà degli Anni Sessanta, si afferma Mario Schifano, di cui proponiamo in asta En Plain air. Quadro per la primavera del 1964 stimato € 200.000-250.000 che è stato esposto nel 1974 alla Pilotta, Salone delle Scuderie a Parma, alla famosa mostra che ha celebrato e celebra tutt’oggi l’artista.
Quel che più interessa e intriga del lavoro di Festa, è il rapporto di estraniamento contemplativo che ha con le cose. Il mondo per Festa è uno scenario composto da apparizioni. Egli coglie nelle immagini l’aspetto “spettrale e metafisico” Lorenza Trucchi
Tano Festa è presente in catalogo con un’opera di qualità molto alta Al livello del mare. Studio numero 2, del 1965, ed esposto l’anno successivo, alla Galleria Schwarz; questi sono anni speciali per Festa, anni di un lungo soggiorno a New York dove il suo lavoro sembra diventare più solare, come testimoniano i ritratti di donne in costume e ballerine (stima €50.000-70.000)
Il letto (pensando ad un prato..!) è la grande tela imbottita, capolavoro in tre pannelli, di Cesare Tacchi esposta in significative occasioni: nel 1970 a Roma, al Palazzo delle Esposizioni, alla mostra La Vitalità del Negativo nell’Arte Italiana 1960-70 ed ancora nel 1990-91 nella celebre Roma Anni ’60 AL DI LA’ della Pittura.
L’opera è stimata €80.000-100.000.
SCUOLA ROMANA & ASTRATTISMO
Di Giuseppe Capogrossi si segnala Superficie 1B del 1952, un olio su tela (145x115cm) stimato €100.000-150.000. A dieci anni dalla morte di Piero Dorazio, l’asta di novembre vanta un’accurata selezione di tele tra cui si segnalano Veronica I del 1959 (stima €50.000-70.000) e Jeu De Distance1 del 1964 proveniente dalla Galleria Marlbourough di New (stima €35.000-45.000).
PRE WAR
A 125 anni dalla nascita del grande pittore bolognese – ricordiamo l’esposizione al CIMA (Center for Italian Modern Art) di New York – siamo lieti di annunciare la presenza in asta di due ottimi lavori di Giorgio Morandi.
Natura Morta è del 1948, un olio su tela (34×45 cm) stimato €600.000-800.000 già nella collezione milanese del Visconte Marmont. Si tratta di una natura morta realizzata nella piena maturità dell’artista, in cui l’accento va posto sul ruolo della bottiglia bianca centrale (bottiglia che sovente ritorna nelle tele di questo periodo) che “regge” la struttura dell’intera opera.
Sempre di Giorgio Morandi ma del 1943, un olio su tela quasi quadrata, Paesaggio, precedentemente nella collezione romana di Pietro Rollino. (stima €180.000-250.000) Questo dipinto vanta una ricca storia espositiva iniziata nel 1956 al Kunstmuseum di Winterthur, l’anno successivo al Museo d’Arte Moderna di San Paolo, per proseguire con la XXXIII Biennale di Venezia del 1966 ed ancora nell’importante antologica della GNAM del 1973, fino alla mostra madrilena del 1984.
Tra i lotti Pre-War del catalogo spiccano tre opere del Pictor Optimus Giorgio de Chirico, al quale Ferrara dedica una mostra a Palazzo dei Diamanti: Combattimento di Puritani del 1933 già nella collezione della galleria Gian Ferrari, l’opera si presenta con una stima di €180.00-250.000, Piazza Italia degli anni Cinquanta (stima €130.000-180.000) e un enigmatico Sole sorgente e sole spento eseguito nel 1968 nel pieno della sua stagione Neo-Metafisica una tela ispirata alle poesie di Guillaume Apollinaire (stimato €160.000-250.000).
Arte Moderna e Contemporanea
24 – 25 NOVEMBRE 2015 | MILANO
Palazzo Serbelloni, Corso Venezia