Print Friendly and PDF

Jean Dubuffet alla Fondazione Beyeler

Fino all’8 maggio 2016 è visitabile la mostra su Jean Dubuffet alla Beyeler. Fondazione sempre sulla breccia e che sta scegliendo lo studio d’architettura che dovrà predisporre un ampliamento dell’edificio disegnato da Renzo Piano.

VERTU VIRTUELLE, 1963 Virtual Virtue Oil on canvas, 98 x 131 cm Photo: Robert Bayer, Basel
VERTU VIRTUELLE, 1963
Virtual Virtue
Oil on canvas, 98 x 131 cm
Photo: Robert Bayer, Basel

In esposizione oltre 100 opere prestate da musei di primo piano (come MOMA-NY, Guggenheim, Centre Pompidou e molti altri meno visti, oltre che numerose collezioni private) dell’artista che è stato uno degli innovatori che hanno liberato l’arte dai canoni e dalle convenzioni precedenti, nell’ultimo secolo. A lui si attribuisce una prospettiva “anti-culturale”.

 Le cadastre, 1960, Silber- und Goldfolie, Pappmaché, Sand und Kunststoff auf Hartfaserplatte, Collection Van Abbemuseum, Eindhoven, NL, Foto: Peter Cox, Eindhoven, NL

Le cadastre, 1960, Silber- und Goldfolie, Pappmaché, Sand und Kunststoff auf Hartfaserplatte, Collection Van Abbemuseum, Eindhoven, NL, Foto: Peter Cox, Eindhoven, NL

Ispirato da artisti outsider, dai disegni dei bambini, da quelli dei folli. Dopo le numerose visite a cliniche psichiatriche in Ginevra e Berlino, l’artista ha coniato la fortunata definizione di “ART BRUT”. Il suo stile ha dato il “la” alla successiva street art, e non solo.

Le Voyageur égaré, 1950, Oil and sand on canvas, Fondation Beyeler, Riehen/Basel, Sammlung Beyeler, Foto: Cantz Medienmanagement, Ostfildern
Le Voyageur égaré, 1950, Oil and sand on canvas, Fondation Beyeler, Riehen/Basel, Sammlung Beyeler, Foto: Cantz Medienmanagement, Ostfildern

Nel liberarsi e liberarci dai canoni di bellezza ed accademici -bisogna riconoscerlo- artisti come Dubuffet hanno accompagnato il processo sociale che ha portato al recupero di punti di vista “dalla parte dei bambini” e di categorie svantaggiate o vilipese come chi ha problemi mentali più o meno seri e più o meno gravi. Categorie che possono dare un loro contributo alla società, a dispetto del loro essere “deboli”. Per esempio in termini di ampliamento di schemi mentali semplificati. Un’epoca in cui è nata e cresciuta la psicologia, non a caso. L’artista “anti culturale”, sembra avere quindi un grande valore culturale.

Vache la belle fessue, 1954, Oil on canvas, Collection of Samuel and Ronnie Heyman – Palm Beach, FL
Vache la belle fessue, 1954, Oil on canvas, Collection of Samuel and Ronnie Heyman – Palm Beach, FL

Alcune delle opere non sono mai state esposte prima e numerose sono della stessa Beyeler, data la intensa collaborazione tra Dubuffet e il gallerista Ernst Beyeler: questa mostra ha quindi anche “cuore”, perché nasce dove l’artista è stato assistito nel suo lavoro in vita.

Paysage aux argus, 1955, Collage with butterfly wings, Collection Fondation Dubuffet, Paris, Foto: © Pro Litteris, Zurich
Paysage aux argus, 1955, Collage with butterfly wings, Collection Fondation Dubuffet, Paris, Foto: © Pro Litteris, Zurich

L’esposizione focalizza sul concetto di panorama che si interseca col corpo umano e femminile. Dubuffet ha spesso enunciato l’aforisma: tutto è panorama. La natura è una intersezione di uomini e panorama. Al di là del tema estetico forte e caotico, c’è anche qui un ritorno a una visione laica e naturalista che ha accompagnato a vari livelli la civiltà europea del novecento.

Coucou Bazar (Detail), 1972-1973, installation view, Collection Fondation Dubuffet, Paris, Foto: Les Arts Décoratifs, Paris/Luc Boegly, © 2015, ProLitteris, Zurich
Coucou Bazar (Detail), 1972-1973, installation view, Collection Fondation Dubuffet, Paris, Foto: Les Arts Décoratifs, Paris/Luc Boegly, © 2015, ProLitteris, Zurich

Un ultimo accenno a riferimenti meno intellettuali: se il corpo diviene panorama e il panorama diviene corpo, non risulta difficile immaginare Dubuffet quando, prima di dedicarsi all’arte, operava nell’azienda di famiglia che vendeva vini all’ingrosso. E immaginarlo perso con l’immaginazione nei panorami collinari pieni di viti e di vita.

 

Le commerce prospère, 1961, Oil on canvas, The Museum of Modern Art, NY, Mrs. Simon Guggenheim Fund, Foto: © 2015. Digital image, MoMa © 2015, ProLitteris, Zurich
Le commerce prospère, 1961, Oil on canvas, The Museum of Modern Art, NY, Mrs. Simon Guggenheim Fund, Foto: © 2015. Digital image, MoMa © 2015, ProLitteris, Zurich
Façades d'immeubles, 1946, Oil on canvas, National Gallery of Art, Washington, Gift of the Stephen Hahn Family Collection, 1995
Façades d’immeubles, 1946, Oil on canvas, National Gallery of Art, Washington, Gift of the Stephen Hahn Family Collection, 1995
Mêle moments, 1976, Acrylic on paper mounted on canvas, Private Collection, Courtesy Pace Gallery, © 2015, ProLitteris, Zurich
Mêle moments, 1976, Acrylic on paper mounted on canvas, Private Collection, Courtesy Pace Gallery, © 2015, ProLitteris, Zurich

 

________________________

INFORMAZIONI UTILI:

JEAN DUBUFFET
METAMORPHOSES OF LANDSCAPE
JANUARY 31- MAY 8, 2016
FONDATION BEYELER
Baselstrasse 101
CH-4125 Riehen / Basel
Switzerland
Phone +41 – 61 – 645 97 00
Fax +41 – 61 – 645 97 19
info@fondationbeyeler.ch
www.fondationbeyeler.ch

Commenta con Facebook

leave a reply