Alice attraverso lo specchio, una nuova mission impossible contro il tempo per l’eroina del Paese delle Meraviglie.
«È tardi tardi sai… io son già in mezzo ai guai». Così iniziava la prima avventura di Alice nel paese delle Meraviglie nel libro di Lewis Carroll, quando ancora aveva 13 anni.
«Ma perché mai dovrebbe far tardi un coniglio?».
James Bobin, il regista del sequel di Alice in Wanderland (diretto invece da Tim Burton), sembra aver preso spunto dall’originale per dare un filo logico alla storia e affrontare alcuni temi importanti quali l’accettazione dello scorrere inevitabile del tempo, ma anche l’emancipazione della donna e la diversità. Alice attraverso lo specchio è uscito il 25 maggio nelle sale e la protagonista è interpretata sempre dall’ormai celebre Mia Wasikowska. Ormai una donna, Alice si ritrova ancora una volta catapultata nel Sottomondo. Il portale non è più una buca ma, come si deduce dal titolo, uno specchio. La missione che deve affrontare è una corsa contro il tempo e nel tempo. I personaggi principali sono più o meno i soliti: la regina bianca (Anne Hathaway), la regina rossa (Helena Bonham Carter), il cappellaio matto (Johnny Depp), pinco panco e panco pinco, il cane, il topolino e il coniglio (non quello bianco!).
Il viaggio nel passato, in cui si svolge la storia, è una dimostrazione del fatto che alcune stranezze fanno spesso parte solo dell’apparenza.
Tutto andava per il meglio nel Sottomondo fino a quando il cappellaio ha iniziato a diventare cupo, sia nel cuore che nell’aspetto. Ciò che lo ha fatto ammalare è stato un ricordo: un conto in sospeso con la sua famiglia, che non era riuscito a risolvere a tempo debito.Ma è davvero troppo tardi? Un nuovo personaggio, essenziale, subentra dunque nel secondo capitolo: il Tempo, interpretato dall’attore Sacha Baron Cohen (che già aveva collaborato con James Bobin nel film Ali G). Anche in questo ruolo non mancano l’ironia e la stravaganza, caratteristiche fondamentali del mondo delle meraviglie, tuttavia è presente nel personaggio anche una certa dose di saggezza.
Alice dovrà quindi incontrare il Tempo per portare a termine l’ennesima missione “impossibile”: tornare nel passato per cercare di cambiare gli eventi che stanno facendo ammalare l’animo del cappellaio, senza rimanerci intrappolata.
Quest’ultima avventura, come le altre, non solo servirà a portare serenità e colore al suo amico, o alter ego, ma le insegnerà un’altra lezione di vita. La riuscita generale di Alice attraverso lo specchio, anche se con alcune cadute di stile che in certi momenti momenti lo rendono un po’ ridicolo, dipende dalla decisione di cogliere alcuni incipit dal testo originale per svilupparne tematiche universali con le quali il pubblico riesce facilmente ad identificarsi. Ritorna anche qui la morale del primo capitolo di “rendere possibili le cose impossibili”, ma questa volta applicata al Tempo, il quale non è più visto come un nemico che toglie vita, ma al contrario la aggiunge dandoci ogni giorno una seconda possibilità.
E ritorna infine la questione dell’apparenza, di cui il mondo delle meraviglie ne è la massima espressione, come pretesto di discriminazione anche all’interno del contesto familiare.