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Federico Garolla a La Spezia. In mostra le visioni di moda del «gentil fotografo»

Federico Garolla Federico Garolla. Milano, 1955. Collezione Emilio Schuberth indossata da Harriette Jones
Federico Garolla
Federico Garolla. Roma, 1953. Collezione primavera estate di Emilio Schuberth allo stadio dei Marmi

Continua fino al 12 agosto, alla Boss Gallery di La Spezia, la mostra “Visioni di moda” di Federico Garolla, quinto appuntamento della rassegna estiva che la galleria dedica ai maestri della fotografia italiana

 

La storia di Federico Garolla si accompagna molto da vicino con la storia d’Italia negli anni del forte cambiamento sociale del dopoguerra. Discendente da una facoltosa famiglia nobile con origini francesi e figlio di una concertista di pianoforte dalla quale forse eredita un’innata eleganza e raffinatezza, Federico Garolla nasce a Napoli nel luglio del 1925. Dopo una permanenza in Eritrea, dove comincia l’attività di giornalista, nel 1946 -alla fine della guerra- torna nella capitale partenopea, città povera ma vivissima, allegra e fiduciosa dalla quale Garolla apprende e condivide lo stile di vita battagliero e brioso che lo accompagnerà per tutto il suo percorso.

Anche in età avanzata Garolla si distinguerà per il suo carattere forte, la simpatia istantanea fatta di complice ironia, colta ed educata spavalderia, a volte sottilmente provocatoria, con impeccabile stile da vero gentiluomo napoletano. Federico Garolla era una rarità d’uomo che amava la vita e le persone con grande intensità.

Federico Garolla
Federico Garolla.
Roma, 1958. Collezione primavera estate di Valentino.

A Napoli affina la professione di giornalista e collabora con le maggiori riviste locali come Il Mattino e il Roma, scrivendo di cronaca ed attualità ma spesso, con sua stessa sorpresa, le riviste pubblicano anche le sue foto insieme a quelle del fotografo ufficiale che lo accompagna. Giornalista capace e preparato diventa fotografo nel 1948 quando intuisce la forza della fotografia così diretta e realista, immediatamente descrittiva (oltre che remunerativa), durante il fortuito affondamento del batiscafo C3 per una dimostrazione a Capri.

Garolla portava sempre con sé la macchina fotografica e quell’evento, che lo vedeva presente come giornalista e non come fotografo, è la svolta definitiva della sua vita: sviluppò le foto dell’affondamento direttamente sul rimorchiatore che seguiva il batiscafo e le vendette immediatamente ai suoi colleghi giornalisti guadagnando oltre 150.000 lire. Capito sul campo il “valore” della fotografia da quel momento Garolla cercherà di raccontare tutti gli eventi attraverso le immagini e meno con le parole.

E’ il periodo d’oro delle riviste illustrate di rotocalco e da Napoli si trasferisce a Milano chiamato nel 1951 a L’Europeo dal direttore Arrigo Benedetti, che gli offre un contratto mensile di ben 120.000 lire, cifra ritenuta astronomica, concessagli per sopperire alla mancanza in redazione di fotografi ufficiali (5 su 1.000 giornalisti). Da allora Garolla ha attraversato tutte le sfere dell’Italia che cambia nella ripresa economica e frequenta gli ambienti culturali, artistici, politici, cinematografici diventandone testimone diretto preferendo però muoversi come free lance, e non come dipendente vincolato ad una sola redazione. I suoi scoop, pubblicati in tutto il mondo, sono sensazionali e memorabili ed il suo stile si definisce sempre più.

Federico Garolla.
Federico Garolla. Roma, 1956. Collezione Primavera Estate di Garnet

Intellettualmente lontanissimo dalle foto rubate in strada dai paparazzi d’assalto, Garolla chiedeva sempre il permesso prima di scattare una foto. La sua forza è l’interazione molto personale e diretta con la persona fotografata, con la quale cerca di costruire una relazione intima e simbiotica, spesso con amicizie durature nel tempo, per coglierne la personalità. Lui si definiva “fotografo dell’esistente”, per gli altri era il “gentil fotografo”.

Oggi possiamo azzardare indicando lo “stile Garolla” nella sintesi di un estetismo felice, disinvolto e naturale, con un raffinato ed elegante punto di vista. Il suo bianco/nero è strepitoso ed inedito, un “neorealismo ottimista”, anche nei temi più scottanti ed inquieti di corruzione e povertà, della vita di strada e nelle miniere o dell’”Infanzia abbandonata” che lui tratta come indagini sociali per una sua ricerca personale. Con il suo istinto per il bello Garolla ritrae i nuovi personaggi che tutta l’Italia guarda in Tv, nei teatri o negli schermi cinematografici sognando e guardando il futuro con fiducia.

Federico Garolla
Federico Garolla. Isola dei Pescatori, Lago Maggiore, 1954. Collezione primavera estate di Vito

Principesse e grandi attori, modelle maggiorate, politici, artisti, scrittori sono ritratti con istintiva naturale bellezza con piglio amichevole e da intimo confidente, quasi da psicologo. Cesare Zavattini, Vittorio De Sica, Catherine Spaak, Liana Orfei, Marcello Mastroianni, Sophia Loren, Ugo Tognazzi, Italo Calvino, Alberto Moravia, Curzio Malaparte, Ignazio Silone, Renato Guttuso sono moltissime le personalità ritratte e per ciascuno di loro aveva aneddoti molto personali da raccontare privilegiando la loro vita privata.

Di Giuseppe Ungaretti fece l’autista volontariamente per quasi due anni per il solo piacere di frequentarlo e conoscerlo meglio, Giorgio Morandi, sorpreso di essere oggetto di interesse per un fotografo, alla richiesta di Garolla di poter comprare un quadro gli chiese il motivo sul perché volesse buttare 250.000 lire. Con Pier Paolo Pasolini andò nelle strade sconnesse della periferia di Roma dove lo ha ritratto mentre passeggia, gioca a pallone e parla con i ragazzi delle borgate e mentre poi alla sera conversa con gli amici al caffè Rosati.

Grande amico di Pietro Germi da lui scherzosamente definito “sinceramente socialista” era legato da profonda amicizia con Elsa Morante. Ritrasse Claudia Cardinale ancora sconosciuta che frequentò per moltissimi anni, fotografò Anna Magnani mentre litiga con un vigile urbano per far togliere una multa che Garolla stesso prese in Piazza Pio XI a Roma. Detestava il gossip e i paparazzi. Patellani è il suo amico di sempre. Memorabile è anche l’ampio lavoro del 1960 sull’itinerario garibaldino – da Marsala a Teano- con il giornalista Cesare Marchi, che racconta la realtà contadina del Sud ormai scomparsa.

In mostra a La Spezia una selezione di foto che Garolla ha dedicato alla moda: gli abiti, le modelle, gli stilisti, sono gli ambiti dove si esprime con maggior forza e che raccontano uno specchio d’Italia che muove i primi passi in un mercato che sta nascendo promuovendosi a livello internazionale. E’ l’Italian Stile che trionferà in tutto il mondo.

Garolla è il primo fotografo a togliere le modelle dalle passerelle e porta la moda, fuori dagli atelier, in luoghi inesplorati, in mezzo alla gente comune, nelle strade o nei palazzi abbandonati rendendola visibile, quindi accessibile, a tutti, anticipando i tempi moderni. Salvatore Ferragamo nel 1951, le sorelle Fontana nel 1953, Valentino nel 1959 e Gina Lollobrigida nel suo atelier nel 1968, tutto il mondo della moda di allora, con stilisti e modelle, i nuovi nomi di sarti ancora sconosciuti, è stato immortalato da Garolla a prezioso documento di una creatività che spingeva per emergere. Sono foto di straordinaria bellezza.

Federico Garolla
Federico Garolla. Nell’atelier delle sorelle Fontana, Roma, 1953

Nel 1956 gli viene affidata l’organizzazione e la direzione del servizio fotografico dell’agenzia giornalistica Italia. Finita l’epoca della moda Garolla abbandona anche il fotoreportage agli inizi degli anni ’70 perché non si riconosceva più nel sistema dell’informazione italiano. Nel 1976 realizza una serie di documentari per la Rai e di ampie campagne fotografiche dedicate ai luoghi di interesse artistico e museale lungo tutta la Penisola; nel 1980 fonda, insieme a Mario Monti, una casa editrice di guide ai musei italiani.
Repubblicano convinto, negli ultimi anni sposava le proposte dei Radicali, Federico Garolla scompare a Milano nel 2012 all’età di 86 anni.

Sterminata è la sua produzione ed ora la figlia Isabella si prende attenta cura, con amore e passione, del suo prezioso archivio con importante lavoro di conservazione e catalogazione delle sue immagini con l’organizzazione di mostre.

Ci piace ricordarlo nella sua ironia, con un sorriso, in un racconto della stessa figlia Isabella quando Garolla, di fronte alla possibilità di un taglio di gamba per contenere una patologia disse immediatamente all’amico fotografo Iuliano Lucas che non aveva mai dato un calcio nel sedere a nessuno in tutta la vita e che quindi la gamba non gli sarebbe certo servita all’età di 80 anni. Una lezione di vita.

Federico Garolla
Federico Garolla. Pasolini e il calcio

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