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Arte contemporanea tra Oriente e Occidente a Napoli

Dal 22 settembre al Castel dell’Ovo di Napoli si terrà la mostra The Silk Road. Arte contemporanea tra Oriente e Occidente. Una panoramica dedicata ad artisti europei e cinesi che si confrontano attraverso diverse forme artistiche.

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Zhu Hong Valentine, tree, 2012 Oil on Canvas 100x80cm

Trenta artisti, due mostre, una sessantina di opere riunite in un solo grande progetto espositivo. The Silk Road offre una panoramica di lavori di artisti europei e cinesi, in un confronto a distanza ravvicinata, tra pittura, fotografia e installazione, passando anche per il linguaggio della street art, tra riferimenti alla tradizione pittorica italiana e orientale, fotografie che riflettono il cambiamento del paesaggio, della vita quotidiana e del mondo del lavoro in Europa e in Cina, tra sempre maggiori spinte alla globalizzazione e alla smaterializzazione delle informazioni e critica dei modelli dominanti, riflessioni su questioni scottanti e drammatiche come quello delle grandi migrazioni, della massiccia influenza della cultura cinese in Europa con la pacifica “invasione” di commercianti cinesi nelle grandi città europee e la sempre maggiore presenza di capitali orientali sulle “piazze” finanziarie ed economiche occidentali.

Andrea Zucchi
Andrea Zucchi

Il progetto espositivo si divide in due mostre, che saranno allestite a distanza di due settimane una dall’altra nel suggestivo spazio della Sala delle Carceri di Castel dell’Ovo: la prima, che si inaugura giovedì 22 settembre ed è curata dal critico Alessandro Riva, riunisce i lavori di una quindicina di artisti, italiani o abitanti in Italia, a confronto con alcuni artisti cinesi che a loro volta hanno abitato in Italia e che mantengono un legame con la cultura italiana.La seconda mostra sarà invece curata dal critico cinese Ji Shaofeng, vicedirettore dell’Hubei Museum of Art, e riunirà invece le opere di una decina di artisti provenienti da varie zone e città della Cina.

Zhao Jiafu, Memories of the good old days, oil on canvas, 100x100cm
Zhao Jiafu, Memories of the good old days, oil on canvas, 100x100cm

Una parte preponderante del progetto espositivo è dedicata alle sperimentazioni pittoriche, che, sia nella tappa europea che in quella cinese, mostrano la grande vitalità di un linguaggio che sembra sempre rinascere da se stesso. Molte delle opere sono incentrate su una ridefinizione del concetto di habitat contemporaneo, in un mix linguistico che vede sovrapporsi un linguaggio astratto e informale con reminiscenze che guardano alla tradizionale pittura di paesaggio, sia cinese che italiana: ecco allora le vedute incontaminate e quasi magiche di Zhu Hong, quelle organiche di Tang Huawei, le montagne fiabesche e surreali, dai toni quasi psichedelici, di Zhao Jiafu e quelle più severe di Zhu Huihan, con le riflessioni di Ma Lin sul problema dell’inquinamento urbano, confrontarsi a distanza con le curiose contaminazioni urbane di Andrea Zucchi, o, nel campo della fotografia, con i paesaggi notturni e allucinati delle città cinesi di Angelo Marinelli, con le vedute misteriose di Teresa Emanuele e con quelle fortemente oniriche di Matteo Basilé.

Roxy In The Box, Cynar
Roxy In The Box, Cynar

Gli artisti italiani guardano vuoi più alla tradizione classica italiana, rinascimentale e secentesca (Alex Folla), pur con toni fortemente contemporanei; vuoi a un realismo di taglio popsurrealista (Desiderio, Anna Muzi), o neoespressionista (Alessandro Papari), vuoi alla rivisitazione colta della tradizione informale (Alex Caminiti), sempre caratterizzati da una grande consapevolezza linguistica unita a una forte attenzione agli scenari, alle problematiche e alle criticità del contemporaneo.
Altri artisti puntano invece su temi e toni più marcatamente pop, con riferimenti sociali ed etici.

Ecco allora le opere della street artist napoletana Roxy in the Box che ironizza sulla mitologia di alcune figure leggendarie (il “re” del pop Andy Warhol e l’eroe del Kung Fu Bruce Lee) e alcune parole dal suono orientale (“Campai” per Warhol, “Cin Cin Cynar” per Lee), con curiosi giochi semantici tra comunicazione pubblicitaria e mitologia artistica. Sempre da Napoli, Iabo World gioca con la grafica della bibita più famosa del Novecento, la Coca Cola, un ideogramma cinese che significa “ipnosi” e il simbolo della spirale, a indicare il carattere manipolatorio del marketing. Dario Arcidiacono ha invece concentrato la sua attenzione alla globalizzazione economica, con un “Rettiliano Mutaforma” e un Black Block ugualmente “sponsorizzati” dalla Banca Mondiale. Infine, tre artisti cinesi (Li Xiaofeng,) ragionano, con tre linguaggi radicalmente differenti (astrazione, figurazione, installazione) sul rapporto tra i temi della mutazione del paesaggio, del corpo e dell’identità nel dibattito contemporanea.

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gao-hong-scarves-beans-yellow-2016-14mm-crepe-satin-87x87cm

Informazioni utili

The Silk Road | Arte contemporanea tra Oriente e Occidente

Castel dell’Ovo, Napoli
Sala delle Carceri

22 settembre – 16 ottobre 2016
orari:
dal lunedì al sabato dalle 14 alle 19
domenica dalle 10 alle 13

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