Collezione Peggy Guggenheim, Venezia. Dal 12 novembre 2016 al 13 marzo 2017
Ritorno a Venezia di Tancredi Parmeggiani (1927–1964). Più di 90 opere. Energia e vibrazioni sulla tela. Invenzioni informali. Accostamento di colori lucenti. Una pittura che occupa tutto lo spazio della tela. Una pittura piena di vitalità. La mia arma contro l’atomica è un filo d’erba. Tancredi. Una retrospettiva.
Artista spesso incompreso e con un percorso creativo difficilmente classificabile. Protégé di Peggy Guggenheim. La mostre vuole mettere in luce il “mito di Tancredi”. Il ritorno di un mito nella città che lo ha lanciato. Il ritorno in quella casa che fu anche il suo studio dal 1952 al 1955.
Sono numerosi i disegni e gli autoritratti. Le prime opere raccontano la capacità di Tancredi di essere un grande disegnatore – troviamo gli amici, i primi autoritratti e l’idea di rapporto che l’artista ha con lo specchio. Seguiti da una ricerca legata all’astrattismo. Un linguaggio pittorico libero da formule. L’arte di Tancredi evolve senza mai dimenticare lo spazio come energia e materia.
Lo spazio è tondo, curvo. Ho capito che anche il più piccolo elemento, più utile, più straordinario per rappresentare la natura è il punto, disse. Troviamo sale con quadri dipinti con la tecnica del puntinismo. Paiono tanti pittori diversi ma è la storia di Tancredi. Un grande interprete dell’arte italiana del secondo dopoguerra che matura un suo stile personalissimo. I luoghi che lo circondano rappresentano per lui un importante punto di ispirazione per generare emozioni. Rappresenta Venezia con gouaches delicate ed aeree.
Successivamente incontra una giovane pittrice che diventerà sua moglie e lo porterà in Svezia ed in Norvegia. Venezia è dimenticata. I viaggi a Parigi, l’esistenzialismo, la lettura di Sartre e le guerre entrano a far parte della sua pittura. L’ultima parte della mostra ruota proprio intorno alla follia dell’uomo. Troviamo i tre dipinti di Hiroshima che ricordano quasi i tre stati d’animo di Umberto Boccioni. Ma c’è sempre la natura, Tancredi dipinse sempre la natura. Come le primavere, i suoi papaveri e le sue serre. Dialoghi memori di grandi passeggiate d’infanzia in collina, in montagna e dei suoi grandi viaggi.
Informazioni utili
Venezia – fino al 13 marzo 2017
La mia arma contro l’atomica è un filo d’erba. Tancredi. Una retrospettiva
a cura di Luca Massimo Barbero
COLLEZIONE PEGGY GUGGENHEIM
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