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Agnetti, Boetti, Isgrò. Solid Words a Milano. Ibridazioni tra immagini, parole e segni

Maurizio Nannucci, What to say what not to say, 1992, neon in pasta blu, cm. 150 x 7 Maurizio Nannucci, What to say what not to say, 1992, neon in pasta blu, cm. 150 x 7
Maurizio Nannucci, What to say what not to say, 1992, neon in pasta blu, cm. 150 x 7
Maurizio Nannucci, What to say what not to say, 1992, neon in pasta blu, cm. 150 x 7

Vincenzo Agnetti, Alighiero Boetti, Pier Paolo Calzolari, Emilio Isgrò e Maurizio Nannucci. Tutti insieme riuniti per Solid Words alla Osart Gallery di Milano (fino al 23 dicembre 2016). Tutti insieme per salutare idealmente lo spazio di via Lamarmora 24 in attesa del trasferimento nella nuova sede del prossimo anno. L’indagine di Solid Words prende spunto dal rinnovato interesse che la scrittura suscita negli anni Sessanta.

Vincenzo Agnetti, Il discorso si apre tra chiusura e chiusura, 1969, bachelite incisa a meno con colore bianco nitro, cm. 70 x 70
Vincenzo Agnetti, Il discorso si apre tra chiusura e chiusura, 1969, bachelite incisa a meno con colore bianco nitro, cm. 70 x 70

Accanto alle ibridazioni tra immagini, trame di parole e segni grafici proposte dagli esponenti della poesia visiva, si assiste ad un progressivo accostamento della parola all’oggetto. Per comprendere l’origine di tale assimilazione concettuale, abbiamo scelto di analizzare il percorso di cinque artisti italiani che, attraverso l’utilizzo di medium differenti, hanno dato vita ad opere che uniscono la scrittura alla materia. All’interno del percorso espositivo, impreziosito da opere storiche realizzate tra il 1970 e il 1985, si alternano oggetti e forme bi e tridimensionali che sviluppandosi nello spazio quasi come fossero sculture sprigionano energie e processi creativi coinvolgenti.

Emilio Isgrò, Musso - mente, 1972, libro cancellato, cm. 40 x 60 x 6
Emilio Isgrò, Musso – mente, 1972, libro cancellato, cm. 40 x 60 x 6

L’impatto visivo che le parole imprimono sul supporto si fonde con gli elementi compositivi e i materiali di cui le opere si compongono. Il confronto serrato con la materia, si intreccia così, con il dialogo continuo che ciascun artista instaura con il proprio vissuto. Un vissuto che crea istantaneamente un intenso legame anche con chi osserva e interagisce con tali lavori. Una mostra che vuole quindi porre l’attenzione del visitatore su un modo diverso di guardare alle cose, di vedere le cose, invitandolo ad interrogarsi sulle contaminazioni che la parola accostata al supporto oggettuale ha la capacità di innescare.

Pier Paolo Calzolari, Eroe, 1977, sale, cm. 19 x 23
Pier Paolo Calzolari, Eroe, 1977, sale, cm. 19 x 23

Informazioni utili

SOLID WORDS Vincenzo Agnetti, Alighiero Boetti, Pierpaolo Calzolari, Emilio Isgrò, Maurizio Nannucci

30 Novembre – 23 Dicembre 2016

Osart Gallery, Milano Vernissage: mercoledì, 30 novembre 2016 dalle ore 18.30

Osart Gallery Via Alfonso Lamarmora 24, 20122, Milano

tel: 02 5513826

info@osartgallery.com www.osartgallery.com www.facebook.com/osartgallery

Dal martedì al sabato 10.30-13.00, 14.30-19.00

Alighiero Boetti, Niente da vedere niente da nascondere, anni ’80, arazzo con inserti fārsī, cm. 25 x 25
Alighiero Boetti, Niente da vedere niente da nascondere, anni ’80, arazzo con inserti fārsī, cm. 25 x 25

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