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Dal Rinascimento a Bukowski. Philip Guston pittore-poeta a Venezia

Philip Guston Pittore 1973 © The Estate of Philip Guston Private Collection Photo: Genevieve Hanson Philip Guston Pittore 1973 © The Estate of Philip Guston Private Collection Photo: Genevieve Hanson
Philip Guston Pittore 1973 © The Estate of Philip Guston Private Collection Photo: Genevieve Hanson
Philip Guston Pittore 1973 © The Estate of Philip Guston Private Collection Photo: Genevieve Hanson

Dopo la partecipazione alla Biennale del 1960, torna a Venezia uno degli artisti meno etichettabili della scena contemporanea americana. La curatela non convenzionale di Kosme de Barañano supera le schematizzazioni e lascia che a parlare sia l’artista con il suo afflato poetico. Alle Gallerie dell’Accademia fino al 3 settembre 2017.

Venezia. Sin dalla sua nascita, nella Grecia di due millenni fa, la poesia ha rivestito un ruolo profetico, di esplorazione dei nuovi sentieri della civiltà, di comunicazione con il divino e di interpretazione dei lati più nascosti dell’umano sentire. Solitamente confinata sulla pagina, può accadere che riesca a sconfinare e a introdursi per osmosi anche in altre discipline. È il caso della pittura di Philip Guston (pseudonimo di Philip Goldstein, 1913-1980), uno che, come temperamento, somigliava a Dylan Thomas: outsider dell’arte, innamorato del classicismo e del Rinascimento italiani, apertamente contrario alla commercializzazione del ruolo di artista, Guston fu spesso in polemica con le gallerie, preferendo ad esse i musei, fino a lasciare la scena artistica newyorkese e ritirarsi a Woodstock dove vivere e creare in solitaria.

Philip Guston Painter's Forms II 1978 © The Estate of Philip Guston Modern Art Museum of Fort Worth. Museum purchase, The Friends of Art Endowment Fund Photo: Tom Jenkins
Philip Guston Painter’s Forms II 1978 © The Estate of Philip Guston Modern Art Museum of Fort Worth. Museum purchase, The Friends of Art Endowment Fund Photo: Tom Jenkins

Con un approccio curatoriale fuori dagli schemi, la mostra Philip Guston and the Poets, indaga i legami fra il pittore e il linguaggio di cinque poeti del Novecento: D.H Lawrence (1885-1930), W.B. Yeats (1865-1939), Wallace Stevens (1879-1955), Eugenio Montale (1896-1981) e T.S Eliot (1888-1965). O meglio, Kosme de Barañano cerca quei punti di convergenza che rendono Guston poetico, e i cinque poeti, pittorici. Capzioso a prima vista, il ragionamento è invece assai affascinante, perché restituisce sotto una nuova luce non solo le tele di Guston, ma anche i testi dei cinque poeti, che vi trovano una sorta di traduzione in immagini: le grandi bocche marine di Ossi di seppia, che gettano sulle spiagge mentali di Guston bizzarri oggetti distorti, strani simulacri del quotidiano; e la Bisanzio di Yeats, città ideale per la poesia, trova io suo specchi concettuale nel figurativo di Guston, essendo questo il campo per lui ideale dove produrre arte. Nasce infatti come pittore di murales su larga scala nel 1935 a New York, nell’ambito del Federal Arts Project, e sviluppa il senso della narrazione di ampio respiro. Che però abbandona sul finire degli anni Quaranta, alla luce del clima di sperimentazioni portate avanti con Pollock e Rothko: nacque l’Action Painting, di cui anche Guston fu tra gli esponenti, ma l’abbandono di questa corrente fu repentino e polemico nel 1968, contrariato dalla mercificazione dell’arte. Nonostante le dure critiche ricevute, e l’ostracismo cui fu sottoposto, dal suo ritiro di Woodstock portò avanti un ritorno a quel figurativo che aveva sempre sentito come suo. Ed è al figurativo che tende la mostra veneziana, riscoprendo quella tarda produzione che la critica aveva a suo tempo snobbato.

Philip Guston The Line 1978 © The Estate of Philip Guston Private Collection Photo: Genevieve Hanson
Philip Guston The Line 1978 © The Estate of Philip Guston Private Collection Photo: Genevieve Hanson

Un pittore all’apparenza non facile, in realtà capace di parlare a ogni individuo grazie a una pittura mai imponente, bensì sottilmente ironica, viscerale, che cerca il dialogo con chi osserva e lo colpisce al cuore. Guston mette sulla tela se stesso, e Kosme de Barañano traccia un paragone con Ulisse; come lui è un viaggiatore, le cui tappe, per un’affascinante coincidenza, scorrono in cerchio: dopo “l’Iliade” dell’astrattismo, c’è il ritorno alla “Penelope” della figurazione, che è stato il suo punto di partenza, una patria artistica mai dimenticata. Dalle sue opere oniriche emerge una delicatezza che non è quella di Marc Chagall, ma una più sofferta, del genere di Charles Bukowski: è in questa luce che Guston è poeta, visceralmente, con ironia dolceamara, creando immagini di non convenzionale quotidianità: corpi nudi colti in esistenze appena un po’ pigre, votate alla contemplazione come al rischio, alla solitudine come all’amore. Profondo conoscitore dell’arte classica e rinascimentale italiana (studiata in America e ammirata nei soggiorni nel Bel Paese), Guston riesce ad alleggerire l’approccio grazie a uno stile che in parte ricorda quello delle vignette satiriche della stampa americana. L’effetto stempera notevolmente la reverenza verso le sue tele, capaci di comunicare al primo sguardo con l’osservatore; è di sé che l’artista parla, di uomo in mezzo al caos quotidiano che avverte la caducità dell’esistenza, ma attratto da un’esistenza bohémienne (nell’omaggio a Clark Coolidge). Guston è cantore di un’America forse umile, ma sicuramente autentica nel suo bisogno di tenerezza, nella sua visionarietà a volte ingenua ma comunque coraggiosa e coerente.

Philip Guston Ocean 1976 Oil on canvas © The Estate of Philip Guston San Antonio Museum of Art. Purchased with funds provided by the National Endowment for the Arts and The Brown Foundation
Philip Guston Ocean 1976 Oil on canvas © The Estate of Philip Guston San Antonio Museum of Art. Purchased with funds provided by the National Endowment for the Arts and The Brown Foundation

La vicinanza con i poeti citati la si avverte nelle atmosfere, forse nemmeno intenzionalmente cercate, eppure sgorgate dall’anima del pittore, facenti parte del suo sentire più intimo. La mostra ha il pregio di far emerge l’uomo Guston al fianco dell’artista, grazie a una curatela elegante e discreta, che ha scelto un allestimento non cronologico ma narrativo, legato al dialogo con i poeti da cui emerge il rapporto che l’artista ha con il figurativo: la sua è una pittura fisica, concreta, quasi carnale, con cui dà corpo alle tappe del suo viaggio umano e poetico. Si percepiscono la coscienza che poneva nelle sue opere, la continua riflessione sul suo essere pittore, la fede in una missione anche profetica nei confronti dell’umanità, come lo è quella dei poeti.

 Philip Guston  The Studio 1969 © The Estate of Philip Guston Private Collection Photo: Genevieve Hanson
Philip Guston The Studio 1969 © The Estate of Philip Guston Private Collection Photo: Genevieve Hanson

Tutta la mostra racconta l’arte e la vita di Guston, a cominciare dalla sezione introduttiva con fotografie dei suoi soggiorni in Italia, e alcune tele giovanili che omaggiano l’arte rinascimentale. Ma è nel dialogo con i cinque poeti che emerge l’anima del pittore, quasi come fosse qui ad accompagnare i passi di ogni visitatore, a guidare gli sguardi sull’impalpabile presenza dell’elemento poetico nelle sue tele, paragonabile alle note non suonabili nella partitura di un violino, ma che emergono da sole, trascinate dalla forza creativa. Il medesimo impeto possedeva Guston, che sulla tela seppe essere pittore, poeta e narratore di storie non proprio di bukowskiana, ordinaria follia, ma comunque legate a un’esistenza sospesa tra realtà fisica e realtà interiore, con la leggerezza di chi affronta l’esistenza giorno per giorno, pur sapendo di avere una missione da compiere.

Per tutte le informazioni: www.gallerieaccademia.org

Philip Guston Story 1978 © The Estate of Philip Guston Private Collection, London Photo: Damian Griffiths
Philip Guston Story 1978 © The Estate of Philip Guston Private Collection, London Photo: Damian Griffiths
 Philip Guston Self-Portrait 1944 © Estate of Philip Guston Private Collection Photo: Genevieve Hanson
Philip Guston Self-Portrait 1944 © Estate of Philip Guston Private Collection Photo: Genevieve Hanson
Philip Guston ...Smoking and Drawing ca. 1972 – 1975 © Estate of Philip Guston The Guston Foundation Photo: Genevieve Hanson
Philip Guston …Smoking and Drawing ca. 1972 – 1975 © Estate of Philip Guston The Guston Foundation Photo: Genevieve Hanson

 

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