TORINO fa SCUOLA. Nuovi spazi all’apprendimento. I progetti vincitori dei bandi di concorso per le scuole Enrico Fermi e Giovanni Pascoli di Torino si raccontano ad ArtsLife.
275 partecipanti (177 per la scuola Fermi, 98 per la scuola Pascoli) per i due concorsi di Torino fa scuola. Un’ottima risposta da tutta Italia per un concorso di architettura –Torino fa scuola- in collaborazione con Città di Torino e Fondazione per la scuola di Torino, che a come oggetto la realizzazione di ambienti di apprendimento innovativi nelle scuole medie torinesi Enrico Fermi, di Piazza Giacomini nel quartiere Lingotto, e Giovanni Pascoli, di via Duchessa Jolanda nel quartiere CitTurin.
Un progetto che si propone di riqualificare profondamente le due scuole torinesi, ma ha anche l’obiettivo di suggerire idee innovative sugli ambienti di apprendimento e un modello di processo di riqualificazione del patrimonio edilizio scolastico ripetibile in tutto il Paese. Anche per questa ragione la scelta delle due scuole torinesi da rinnovare è caduta sulla Fermi e la Pascoli, due strutture che hanno caratteristiche comuni a molti edifici scolastici italiani.
A partire dall’estate 2017 seguiranno lo sviluppo della fase progettuale e l’apertura dei cantieri, con la conclusione prevista per l’anno scolastico 2019/20.
Il vincitore per la scuola Giovanni Pascoli è il progetto della capogruppo Silvia Minutolo di Torino, insieme a Marco Giai Via, Alessio Lamarca, Alberto Perino, Michal Adam Wasielewski, Claudio Tortone, Domenico Racca e Simonetta Lingua. Noi l’abbiamo intervistata.
- Delle 275 proposte pervenute ai due concorsi sono stati selezionati due gruppi di lavoro “amici”, anzi complici: inizialmente avrebbero infatti dovuto partecipare assieme al bando come un unico soggetto. Vi siete divisi per poi ritrovarvi su entrambi i “troni”. Perchè vi siete separati? Siete stati sorpresi di ritrovarvi vincenti ai concorsi?
Nella piccola realtà torinese tra giovani studi emergenti ci conosciamo tutti, abbiamo per lo più frequentato l’università insieme e, specialmente, seguiamo e stimiamo il lavoro degli altri. Noi crediamo nell’unire le forze, creare occasioni, lo stiamo facendo sempre di più: non a caso abbiamo partecipato a questo concorso con un team di lavoro ampio, in cui insieme ad Archisbang è stato fondamentale il ruolo di Area Progetti (Domenico Racca e Raffaella Magnano). Sappiamo che Simona e Alberto sono molto in gamba, quest’inverno gli abbiamo proposto di incontrarci per un aperitivo, confrontarci sulle diverse strategie, sul nostro lavoro, capire se potevamo provare a unire le forze e testare una collaborazione. In quei giorni i concorsi Torino fa Scuola erano stati appena presentati e l’opportunità ci è sembrata subito interessante. Loro però uscivano da un periodo di trasformazione interne allo studio e alla fine hanno preferito, questa volta, partecipare autonomamente, lasciando aperta la possibilità per il futuro. Incontrarci alla premiazione è stato buffo, condividere l’emozione del primo posto davvero speciale! Un segno? Stiamo già valutando opportunità di collaborare a breve, speriamo che andranno in porto!
- Vi scambierete consigli e vi confronterete sui progetti?
Certamente! Per ora ci siamo incontrati la sera del 12 luglio per un brindisi carico di entusiasmo! Ma l’appuntamento è per settembre, quando il lavoro operativo entrerà nel vivo.
- Pensate di provare a (ri)mettervi insieme per un eventuale prossimo bando, concorso, progetto?
Ci piacerebbe molto e abbiamo già qualcosa in mente… stiamo a vedere!
- Quali sono le soluzioni spaziali innovative che verranno apportate?
Il disegno degli spazi si propone di interpretare ed arricchire le ambizioni del progetto pedagogico, con la consapevolezza che lavorare su un edificio esistente significa valorizzarne i punti forza e leggerne le criticità, come spunto per immaginare soluzioni altre, inconsuete, per raggiungere gli obiettivi ed esaudire i desiderata dei futuri abitanti. Così l’imparare trascende i confini dell’aula per invadere i grandi corridoi a disposizione, che sfruttati in altezza permettono di realizzare, dove necessario, piani soppalcati. Gli spazi distributivi sono quindi sempre vitali, luoghi di lettura, relazione, lavoro di gruppo. Gli ambienti ampi ricavati non hanno mai un’unica funzione ma sono facilmente adattabili ad usi ed utenti differenti, nel corso della giornata e nei diversi momenti dell’anno.
- Quale modello di riqualificazione avete presentato? Come si struttura? Come avete ripensato gli spazi?
L’apertura di spazi ampi, luminosi, la ricerca del contatto con l’esterno, l’accessibilità totale degli ambienti sono funzionali all’idea di una didattica continua, in cui l’ambiente fisico dell’edificio si mette a servizio del progetto formativo e ne diventa esso stesso parte integrante. La scuola è uno spazio inclusivo in cui riscoprire la dimensione ludica dell’imparare, dentro e fuori dalle aule, con modalità e strumenti differenti, dentro e fuori dall’orario scolastico, come punto di riferimento per i ragazzi ma anche per il resto della comunità.
- Come si concilia l’architettura con la pedagogia?
Se i più recenti studi sulle modalità di apprendimento della mente umana evidenziano l’importanza degli aspetti sociali, esperienziali e relazionali, l’ambiente scuola deve mettere a disposizione diversi setting educativi, integrando edificio e arredo alle potenzialità offerte da tecnologia digitale e connettività diffusa. L’attivazione di una tensione creativa tra esperienza, riflessione, pensiero e azione è alla base di una scuola che non produce solo conoscenze, ma sviluppa competenze: trasversalmente agli ambiti disciplinari si acquisisce la capacità di risolvere i problemi, lavorare in gruppo, apprendere ad apprendere, sfruttare consapevolmente la potenzialità delle tecnologie etc.
- Che funzione avrà la terrazza verde sul tetto?
Gli studenti della scuola ad oggi non hanno la possibilità di utilizzare il cortile interno, se non come sbocco delle uscite di emergenza: l’esigenza di uno spazio aperto in cui stare era una di quelle che emergevano più chiaramente dall’accurato documento preliminare alla progettazione, frutto del lavoro partecipativo effettuato nella stesura del bando concorsuale con l’intera comunità scolastica. La terrazza sul tetto restituisce come culmine dell’intervento progettuale questo spazio di svago en plein air, adatto anche a stimolare attività laboratoriali all’aperto e il coinvolgimento attivo dei ragazzi non un’educativa manutenzione sostenibile della loro scuola rinnovata.
- Quali sono i punti forti del vostro progetto?
L’apertura al quartiere con l’invito dell’atrio di ingresso, la galleria che conduce alla palestra/sala conferenze e la biblioteca diffusa, che, oltre ad essere luogo attivo della formazione scolastica, conduce il pubblico in maniera capillare a vivere l’edificio dal nuovo soppalco, al vano scala, alle stanze tematiche site ai diversi piani, fino alla riscoperta del contatto con l’esterno nella terrazza in copertura.
In generale l’approccio interpretativo, deciso ma allo stesso tempo rispettoso e flessibile, al rinnovamento di un edificio esistente e vincolato, dalla tipologia emblematica nel patrimonio edilizio scolastico italiano.
Queste le motivazioni ufficiali della giuria:
Il progetto vincitore risponde in pieno agli obiettivi del concorso, che chiede di individuare soluzioni spaziali innovative e in linea con l’evoluzione degli approcci pedagogici della scuola all’interno dei vincoli e delle risorse date dal patrimonio edilizio esistente.
Una serie di concetti generali di grande forza si incarnano in spazi accoglienti, capaci di generare una metamorfosi feconda nel manufatto edilizio della scuola Pascoli e di donare ad essa un carattere nuovo attraverso un’interpretazione attenta della sua struttura.
La configurazione spaziale proposta accoglie molti dei temi e dei desideri emersi dal lavoro istruttorio partecipato alla base del concorso. Lo spostamento dell’ingresso esistente permette la creazione di un nuovo foyer capace di essere al contempo atrio, spazio relax per gli studenti e luogo di comunicazione con la città, diventando così un vero centro civico. Il concetto di biblioteca diffusa anima gli spazi di relazione tra i diversi piani; la palestra, con l’addizione di una sala studio vetrata che può fungere da balconata, si dona come flessibile spazio multiuso.La creazione di una terrazza verde sul tetto risarcisce l’edificio dello spazio en plein air che oggi gli manca e aggiunge un elemento di coscienza ambientale ormai acquisito tra i valori pedagogici contemporanei.
L’architettura e gli arredi mostrano un ottimo equilibrio tra civismo e piacevolezza ambientale, accogliendo concentrazione e comunicazione, istituzionalità e momenti informali, dando così vita a un ambiente che ben rappresenta nello spazio i valori che fondano una scuola rivolta al futuro.