Venezia. La V-A-C Foundation, con sede nel Palazzo delle Zattere, dal 26 novembre 2017 al 31 marzo 2018 presenta “The Electric Comma”, una collettiva che unisce le collezioni di delle fondazioni V-A-C e KADIST.
Curata da Katerina Chuchalina per la Fondazione V-A-C, e da Pete Belkin per KADIST, la mostra riprende il titolo dall’installazione omonima di Shannon Ebner, una delle artiste presenti in esposizione, con Alighiero Boetti, Erick Beltrán, Mircea Cantor, Nicolás Consuegra, Anthony Discenza, Valentin Fetisov, Fabien Giraud & Raphaël Siboni, Piero Golia, Wade Guyton, Jacqueline Humphries, Daniel Keller, Daria Martin, Pedro Neves Marques, Jonathan Monk, Trevor Paglen, Bridget Riley, Andrey Shental, Dayanita Singh, Cheyney Thompson, Urban Fauna Lab.
Tra mente umana e macchina onnisciente. The Electric Comma indaga i mutamenti del linguaggio, della comprensione e della percezione nell’epoca dell’intelligenza artificiale.
Diverse opere presenti in mostra si interrogano sulle nostre modalità di comunicazione con le tecnologie e sul loro possibile impatto ambientale, mimando i sistemi crittografici e biologici, oppure rivelando o immaginando infrastrutture viventi per la vita artificiale.
La videoinstallazione di Andrey Shental, “Descent into the Fungal” presenta il modo in cui i funghi riescono a comunicare -tramite delle reti- oltre che a trasmettersi sostanze nutritive ed energia. Alcuni organismi beneficino di queste reti, altri ne sono vittime. Simili a questi sistemi biologici sono le infrastrutture digitali odierne: algoritmi e banche dati, che filtra sempre più il modo in cui percepiamo, apprendiamo, comunichiamo e ricordiamo.
L’intelligenza artificiale e quella umana spesso non hanno che una fragile linea di demarcazione a separarli, i nuovi costrutti della tecnologia ci vengono presentati quasi come emersi dalle nostre menti. A dimostrazione di ciò il cortometraggio di Pedro Neves Marques, “The Pudic Relationship between Machine and Plant”.
Il confine tra vita sintetica e biologica è sfumato, a rappresentare ciò un braccio robotico sfiora le foglie di una pianta di mimosa pudica, specie ipersensibile che chiude istintivamente le foglie in reazione al tocco freddo della macchina.
Storie, memorie e fantasie digitalizzate. Una riflessione forte e spesso sottovalutata a cui rimanda la “File Room” di Dayanita Singh, un “archivio dell’archivio”, rappresentazione di un mondo di carta congelato e dimenticato. Segno e auspicio di riflessione, la serie di fotografie renderà lo spettatore conscio che il modo in cui si raccontano le storie, si conservano i documenti e si costruiscono le narrazioni storiche non segue più la stessa traiettoria di prima.
Simbiosi o parassitismo? The Electric Comma ci lascia con un interrogativo: in un periodo in cui le tecnologie evolvono sempre più rapidamente, fino a che punto può spingersi il rapporto fra umano e macchina?
La macchina di apprendimento, con tutto il suo tremendo potere computazionale, è in grado di essere poeta o artista? Può la macchina attingere lo spazio dell’intuizione, della metafora, della poesia e, in ultimo, divenire consapevole di sé stessa?
Informazioni utili
The Electric Comma
26 novembre 2017—31 marzo 2018
V-A-C Foundation, Palazzo delle Zattere, Dorsoduro 1401, Venezia
Aperto da giovedì a martedì, dalle 10 alle 18; chiuso il mercoledì; venerdì dalle 10 alle 20
Fermata vaporetto: San Basilio o Zattere
Opening
Sabato 25 novembre, ore 17