Scopriamo i progetti per l’anno appena iniziato dei protagonisti del sistema dell’arte italiana: critici e storici dell’arte, direttori di museo, artisti, galleristi, collezionisti, operatori culturali
1. riposare. Con la mente, non solo con il corpo. Essendo stato direttore di varie istituzioni e iniziative praticamente da una ventina d’anni a questa parte, con rari e brevi periodi di interruzione, sento proprio il bisogno di oziare un po’, di gironzolare senza impegno, senza la responsabilità, anche in vacanza, di badare a cosa stia succedendo al museo, di fare o ricevere chiamate, anche a mezzanotte, perché è scattato un allarme o un proiettore non funziona.
2. pensare e scrivere. Correndo sempre per una cosa e l’altra, occupandomi perlopiù di amministrazione e burocrazia, sento il bisogno di fermarmi a pensare e, per rendere chiaro a me stesso prima che agli altri cosa ho fatto e cosa sto facendo, a scrivere. Il libricino ha già un titolo, provvisorio, “L’arte di oggi e il museo di domani”, perché credo che su come evolverà l’arte di domani possiamo dire ben poco, mentre sul museo che potrebbe ospitarla, in questi anni mi sono fatto un’idea molto precisa.
3. un programma televisivo sull’arte contemporanea. Credo che uno dei limiti dell’arte contemporanea in Italia sia stato il fatto che non è quasi mai stata veicolata da un medium popolare come la televisione. Ecco, la strada è tutta in salita e sono ancora molto distante dalla meta, ma vorrei cercare di proporre un programma televisivo di arte contemporanea che possa ottenere un indice d’ascolto piuttosto largo.
Fabio Cavallucci è un critico d’arte e curatore, fino a dicembre 2017 direttore del Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato. Il precedenza ha diretto la Galleria Civica di Arte Contemporanea di Trento, la Biennale Manifesta svoltasi nel 2008 in Trentino Alto Adige, la Biennale Internazionale di Scultura di Carrara, il Centro d’Arte Contemporanea Castello Ujazdowski di Varsavia