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L’occhio magico di Carlo Mollino in mostra a Torino

Carlo Mollino Carlo Mollino – Ritratto (senza titolo), 1956-1962 c. (Politecnico di Torino, sezione Archivi biblioteca Roberto Gabetti, Fondo Carlo Mollino)
Carlo Mollino
Carlo Mollino – Ritratto (senza titolo), 1956-1962 c. (Politecnico di Torino, sezione Archivi biblioteca Roberto Gabetti, Fondo Carlo Mollino)

L’occhio magico di Carlo Mollino. Fotografie 1934-1973, a cura di Francesco Zanot, sarà a CAMERA (Torino), dal 18 gennaio al 13 maggio 2018.

L’esposizione attraversa l’intera produzione fotografica di Carlo Mollino, in un percorso di oltre 500 immagini tratte dall’archivio del Politecnico di Torino.
Questa iniziativa fa seguito alla mostra Carlo Mollino. In viaggio, tenutasi presso CAMERA nella primavera del 2016.

Mi rallegro che la mostra nasca da una collaborazione proficua con il Politecnico di Torino – dichiara Emanuele Chieli, Presidente di CAMERA – a dimostrazione della sempre più forte capacità di CAMERA di dialogare con le istituzioni locali e di trarre da questo dialogo progetti che uniscono rigore scientifico e motivi di interesse e curiosità per il vasto pubblico. Il rapporto con la città è da sempre al centro dell’attenzione di CAMERA, così come l’attenzione al più vasto mondo della cultura internazionale. Carlo Mollino condensa nella sua straordinaria e polimorfa figura entrambi questi aspetti: torinese di nascita e sempre attivo nel capoluogo piemontese, Mollino è divenuto negli ultimi decenni una figura apprezzata ben al di fuori dei confini cittadini e nazionali, maestro eccentrico della cultura del XX secolo”.

Tra i più noti e celebrati architetti del Novecento, Carlo Mollino ha da sempre riservato alla fotografia un ruolo privilegiato, utilizzandola sia come mezzo espressivo, sia come fondamentale strumento di documentazione e archiviazione del proprio lavoro e del proprio quotidiano.

Questa esposizione indaga il rapporto tra Mollino e la fotografia evidenziandone l’unicità e le caratteristiche ricorrenti, a partire dalle prime immagini d’architettura realizzate negli anni Trenta fino alle Polaroid degli ultimi anni della sua vita.

Mollino nel 1949 ha pubblicato Il messaggio dalla camera oscura, volume innovativo quanto fondamentale per la diffusione della cultura fotografica in Italia e la sua accettazione tra le arti maggiori.

Questa mostra si propone così di approfondire la straordinaria complessità e fecondità della riflessione di Carlo Mollino sulla fotografia, situandolo definitivamente nella storia di questa disciplina attraverso un percorso che alterna grandi classici a opere del tutto inedite e mai precedentemente esposte.

La mostra è suddivisa in quattro sezioni tematiche, ognuna intitolata con una citazione tratta dagli scritti dello stesso autore.
Nella prima sezione, Mille case, sono raccolte le immagini relative al tema dell’abitare, che caratterizza una porzione fondamentale del lavoro fotografico di Mollino: oltre alle immagini degli edifici (Mollino è tra i pochi architetti che, dopo averle realizzate, reinterpretano con la fotografia le proprie costruzioni), compaiono qui still-life di oggetti domestici e una serie di istantanee riprese durante i suoi viaggi come annotazioni visive delle più svariate architetture, dalle case in legno e paglia della campagna rumena al Guggenheim Museum di Frank Lloyd Wright a New York, dai mulini olandesi alla Chandigarh di Le Corbusier.

La seconda sezione, Fantasie di un quotidiano impossibile, è centrata sull’atmosfera e le ispirazioni surrealiste che pervadono una parte della sua produzione fotografica. È il capitolo più imprevedibile dell’intera mostra.Ci sono immagini di vetrine che ricordano quelle riprese a Parigi da Eugène Atget, oggetti isolati nell’inquadratura e caricati di una vita misteriosa, specchi che nascondono e moltiplicano ogni cosa, fotografie di altre fotografie, fotomontaggi di progetti architettonici realizzati a partire da modelli di piccole dimensioni, fino a una selezione di preziose immagini tratte dalla pubblicazione Occhio magico, del 1945.

Carlo Mollino
Carlo Mollino – Mimì Schiagno, 1952-1960 c. (Politecnico di Torino, sezione Archivi biblioteca Roberto Gabetti, Fondo Carlo Mollino)

Mistica dell’acrobazia è il titolo della terza sezione, interamente dedicata alla velocità, al movimento e alla dinamica. Sono qui riunite fotografie sul tema del volo, che Mollino praticava da provetto pilota acrobatico, dell’automobilismo, con particolare attenzione alla vicenda del Bisiluro, automobile da lui progettata (insieme a Mario Damonte ed Enrico Nardi).

La quarta sezione, L’amante del duca, la più ampia della mostra con oltre 180 fotografie selezionate, è infine dedicata al tema del corpo e della posa. Qui sono messi a confronto tra loro due soggetti fondamentali dell’intero corpus fotografico molliniano: i ritratti femminili (oltre alle celeberrime Polaroid, sono esposte numerose stampe originali in bianco e nero e a colori) e gli sciatori. Entrambi sono il frutto di una meticolosa operazione di messinscena.

>> Tutti i materiali in mostra, salvo alcune eccezioni opportunamente indicate, provengono dalle collezioni del Politecnico di Torino, Archivi Biblioteca Gabetti, Fondo Carlo Mollino.

La mostra è accompagnata da una pubblicazione edita da Silvana Editoriale che contiene tutte le riproduzioni delle opere in esposizione e i saggi di Francesco Zanot, curatore della mostra, Enrica Bodrato, Fulvio Ferrari e Paul Kooiker.

L’occhio magico di Carlo Mollino. Fotografie 1934-1973
18 gennaio > 13 maggio 2018
CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia
Via delle Rosine 18, 10123 – Torino

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